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Il recente e tragico caso della bambina di 10 anni morta per un sfida assurda lanciata su TikTok, ha riportato al centro dell’attenzione il rapporto tra i giovani e i social media.

Il caso è ancora al vaglio degli inquirenti, anche se è certo che l’atroce gioco, uno dei cosiddetti blackout challenge che stanno purtroppo spopolando tra i minori, è stato ripreso dal cellulare della bambina mentre lei stessa si stringeva al collo la cintura presa al padre, e sarebbe poi poi finito sul social cinese. Due giorni fa il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti di TikTok per i quali non sia stata accertata l’età. (fonte ilpost.it)

E purtroppo quello di Antonella – questo il nome della bambina di Palermo – non è il primo caso di questo tipo e rischia di non essere l’ultimo. Si inserisce, infatti, sulla scia di sangue iniziata nel 2016, quando dalla Russia arrivò la Blue whale (la Balena azzurra), un macabro gioco per cui agli utenti veniva chiesto di sottoporsi a prove sempre più pericolose e di pubblicarle successivamente in rete. Un folle percorso alla ricerca di un gesto eclatante da condividere in social-visione per dimostrare il proprio “coraggio” fino, in molto casi, alla morte.

Perdita di valori, famiglie alla deriva, pericolosità dei social: qual è la causa di questo inquietante fenomeno?

In questo spazio non intendiamo dare una risposta, né ci sentiamo adeguati per farlo. Piuttosto vogliamo proporre il punto di vista di chi ha costruito con i social una professione, diventata poi una vera e propria fortuna dal punto di vista economico.

Il riferimento è al famosissimo influencer Ninja, forse il più conosciuto al mondo e nickname noto anche per i non addetti ai lavori. Tyler Blevins, questo il suo vero nome, ha infatti esposto il proprio punto di vista al New York Times pochi giorni fa. Sul dualismo tra genitori e social media “come educatori”, il punto di vista del più pagato twitcher del settore videoludico è assolutamente chiaro: spetta ai primi il compito di imprimere nei più giovani i giusti valori sociali.

“Le persone sono dietro a uno schermo. Dicono quello che vogliono e non subiscono conseguenze. Sono completamente anonime… fa schifo il fatto che ci siano ragazzini che possono scrivere frasi razziste ed essere incredibilmente aggressivi e minacciosi contro le donne online, avendo zero ripercussioni” così ha esordito Ninja che ha poi calibrato il tiro sulla questione genitori vs social: “Dipende tutto dai genitori. Volete conoscere i vostri figli? Ascoltateli quando giocano ai videogiochi senza farvi scoprire“. (fonte multiplater.it)

Un’affermazione forte e che lascia intendere che ci siano molte potenziali criticità dietro alla passione dei giovani per il mondo virtuale, il quale tuttavia potrebbe diventare un mezzo per identificarle. Senza però che questo si traduca in ruolo sociale per gli influencer : È il mio lavoro parlare con questi ragazzini? No, perché la prima cosa che penso è che lo facciano di proposito per trollarmi. Se qualcuno pronuncia un’offesa razziale nello stream di qualcun altro, rischia di far bannare lo streamer”.

Una forma di deresponsabilizzazione per la quale Ninja è stato spesso criticato. Ma il 29enne streamer di eSports ha ribadito via Twitter che  “dare lezioni di diritti civili ai miei spettatori e insegnar loro a non essere razzisti non è il mio lavoro. Mostro che sono una brava persona con le mia azioni e trattando bene le altre persone ogni. Santo. Giorno”.

La stessa posizione è stata difesa dalla moglie di Blevins, Jessica, che ha ricordato come Ninja si sia sempre scagliato contro il razzismo e la discriminazione durante i suoi live stream. Soltanto, afferma lei, non vuole tenere dei seminari sull’argomento. Questo il tweet di Jessica Blevins:

Jessica Blevins@JessicaBlevins .
If ANY of these people tweeting actually watched Ninja stream, they’d know how many times he’s spoken out about issues of racism, white privilege, and having zero tolerance for racism in his games or channel. He DOES his part. He just isn’t holding a seminar on the topic.
Quote Tweet
Ninja: *says literally anything in support of Black Lives/PoC
The internet: SHUT UP AND STICK TO GAMING
Ninja: It isn’t my job to educate others on civil rights/racism
The internet: HOW CAN YOU STAY QUIET?
my dude cannot win.

Tornando al caso TikTok, il social media di proprietà del colosso cinese Tencent per ora non ha applicato il provvedimento del Garante, ma ha impedito agli utenti con un’età non verificata di postare nuovi contenuti. In altre parole, TikTok risulta ancora regolarmente disponibile in Italia.

 

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