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L'”americanizzazione” di TikTok sembra ormai cosa fatta. A sostenere la linea dura della Casa Bianca nei confronti della piattaforma social cinese, accusata di essere un potenziale pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti, recentemente si sono uniti due colossi a stelle e strisce: Microsoft e Walmart.

Riepiloghiamo brevemente la vicenda che sta assumendo sempre più connotazioni di politica internazionale piuttosto che di economia. Da alcuni mesi, ormai, è in atto una sorta di “guerra fredda virtuale” – o “internet war” come l’abbiamo ribattezzata noi – tra le grandi aziende tecnologiche statunitensi ed europee e le altrettanto potenti corporation cinesi. Giusto per dare un volto ad alcuni dei soggetti interessati alla sfida, parliamo di Microsoft, Amazon, Apple, Google, Facebook, Twitter, Netflix a rappresentare l’Ovest e Huawei, Tencent, Alibaba, Suning, TikTok e WeChat sul lato del Far East.

Di fatto, tutte queste enormi aziende erano già impegnate a contendersi il mercato globale offerto da internet, cioè quello della comunicazione, della vendita online, dell’intrattenimento virtuale e di tutti quei prodotti tecnologici collegati a questi settori, un filiera che vale bilioni di dollari. Ma ad aumentare il contrasto è arrivato l’intervento a “gamba tesa” del Presidente Trump che, insieme al proprio entourage, ha individuato in alcune aziende cinesi operanti sul suolo americano un pericolo per la sicurezza del Paese. Nel mirino sono finite soprattutto le piattaforme social TikTok e WeChat, accusate di poter essere utilizzate da Pechino raccogliere dati sensibili sui cittadini statunitensi.

Le cose hanno iniziato a precipitare il 6 agosto scorso, quando il Presidente degli USA ha firmato un ordine esecutivo per imporre al colosso cinese ByteDance, proprietario del social network per brevi video TikTok, di vendere entro 45 giorni tutte le proprie attività in America. ByteDance ha subito reagito con una causa presso il tribunale federale per bloccare l’iniziativa del Presidente il quale, però, il 15 agosto scorso è tornato all’attacco con una sorta di ultimatum, anche se leggermente attenuato nei termini: l’azienda cinese deve adesso vendere “solo” TikTok entro 90 giorni dalla data dell’ordine.

Ed è qui che si inseriscono Microsoft e Walmart. L’azienda creata da Bill Gates è stata la prima a dimostrare interesse per la piattaforma social cinese, facendosi sostenitrice delle preoccupazioni presidenziali e portavoce dell’interesse nazionale. Le trattative con ByteDance per l’acquisto di TikTok erano già state avviate quando l’arrivo di Twitter e Oracle ha costretto Microsoft ad accelerare la chiusura dell’accordo, cercando l’alleanza di un partner proveniente da un settore diverso rispetto a quello dei social e dell’informatica. Walmart, la nota catena di negozi al dettaglio presenti in tutto il mondo, si è così palesato come il socio perfetto con il quale condividere il notevole sforzo economico.

Si parla infatti di una cifra molto importante per acquistare TikTok: il miliardo e più di utenti registrati sull’applicazione cinese valgono infatti quasi 30 miliardi di dollari. Va tenuto presente, però, che questa montagna di soldi comprende l’acquisto e quindi la proprietà dei servizi di TikTok non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Walmart ha espresso grande soddisfazione in merito alla partnership con Microsoft e altrettanto ottimismo per la chiusura dell’operazione: “Siamo fiduciosi che una partnership tra noi e Microsoft soddisferà le aspettative degli utenti di TikTok negli Stati Uniti, adempiendo contemporaneamente a risolvere le preoccupazioni delle autorità di regolamentazione del nostro governo”.

In altre parole, meglio una torta in due pur di lasciar fuori la concorrenza da un business miliardario.

 

Immagine di testa by foxbusiness.com

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