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L’ultima settimana di agosto si tinge di “giallo” per gli appassionati di videogiochi. Un giallo che ormai ha tutte le sfumature di una trama da intrigo politico-economico internazionale.

Il riferimento è alla vertenza che vede contrapposte Apple/Google da una parte ed Epic Games dall’altra e che, in qualche modo, potrebbe collocarsi all’interno della sfida geopolitica da noi definita qualche giorno fa come “internet war“.

Per semplificare il quadro abbastanza complesso, riassumiamo la vicenda a grandi linee. Tutto ha inizio il 13 agosto scorso, quando l’azienda fondata da Steve Jobs e il motore di ricerca più usato al mondo bloccano tutte le app legate a Fortnite, il videogame di punta di Epic Games, sui rispettivi store. Il motivo? Semplice: Epic Games ha in precedenza cercato di bypassare la percentuale dovuta agli store, pari più o meno al 30%, realizzando all’interno del videogioco un sistema di crediti attraverso il quali i giocatori possono acquistare le app risparmiando un buon 20%. Un po’ come dire: continuo a vendere i miei prodotti ma senza più pagare il dazio della visibilità offerto dal negozio.

Uno dei due fondatori di Epic Games, Tim Sweeney (l’altro è Mark Rein) reagisce definendo anacronistica la tassa per il negozio e, facendo leva sull’attuale malumore per le “posizioni dominanti” dei colossi di internet (ricordiamo che i vari Apple, Amazon, Google e Facebook sono stati recentemente convocati dalla Commissione Antitrust degli Stati Uniti), avvia prima una compagna di “liberazione” (#FreeFortnite) e subito dopo un’azione legale.

Apple non si scompone. La società di Cupertino replica immediatamente di non voler fare nessuna eccezione per il publisher che di fatto ha infranto gli accordi, e lo invita a tornare sui propri passi entro il prossimo 28 agosto. Un vero e proprio ultimatum accompagnato dalla minaccia di “nuclearizzare” (questo il termine che circola in rete) Epic Games cancellando la società dal suo Developer Program. Il che equivale a niente più software iOS e macOS per tutti gli sviluppatori, compresi quelli che lavorano su Unreal Engine, il motore grafico sviluppato da Epic Games e che serve tutti i suoi giochi.

Una reazione pesantissima, in grado di mettere in grossa difficoltà Epic. Ma è a questo punto che entra in scena un altro protagonista, e decisamente ingombrante: Microsoft. Il colosso informatico creato da Bill Gates avrebbe accusato Apple di essere prevenuta nei confronti dei videogiochi. Il “pomo della discordia” è il rifiuto da parte di Apple di portare su iOS xCloud, il titolo operativo del servizio di giochi cloud Xbox di Microsoft. La ragione addotta da Tim Cook & friends sarebbe legata alla necessità di verificare tutti i contenuti presenti sulla piattaforma Apple, un’operazione ritenuta impossibile nel caso xCloud. Non altrettanto rigido, però, è stato in passato l’atteggiamento di Apple nei confronti di Netflix o nella trattativa con Amazon che alla fine è riuscita a portare Amazon Prime si iOS (sistema Siri e Apple TV).

Al netto delle parole usate, è chiaro che Microsoft in questa situazione sta accusando Apple di voler proteggere il proprio ecosistema nel settore videoludico, composto dall’Apple Store e da Apple Arcade, il servizio di gaming online.

Ed eccoci allora all’ultima svolta di questa saga, arrivata giusto ieri. Microsoft, attraverso un comunicato ufficiale con tanto di elementi legali a sostegno, si è schierata dalla parte di Epic Games, chiedendo a Apple di non bloccare l’accesso agli SDK Apple per gli sviluppatori che utilizzano Unreal Engine. A rendere nota al mondo dei videogamers la notizia è stato un tweet di Phil Spencer, vicepresidente esecutivo del settore Gaming di Microsoft: “Oggi abbiamo emesso una dichiarazione a favore della richiesta di Epic affinché sia mantenuto l’accesso di Unreal Engine all’SDK di Apple. Assicurare che Epic abbia accesso alle ultime tecnologie Apple è la cosa giusta per gli sviluppatori di videogiochi e per i giocatori”.

Foto del profilo, apre la pagina del profilo su Twitter in una nuova schedaPhil Spencer

@XboxP3
Today we filed a statement in support of Epic’s request to keep access to the Apple SDK for its Unreal Engine. Ensuring that Epic has access to the latest Apple technology is the right thing for gamer developers & gamers cdn.vox-cdn.com/uploads/chorus

L’entrata in campo di Microsoft potrebbe segnare un punto di svolta in questa diatriba e forse evitare lo scenario più probabile: quello di una lunga e complicata sfida legale, nella quale molto probabilmente finirebbe per inserirsi anche la politica (statunitense, e non solo quella). Non bisogna infatti dimenticate che Microsoft è molto legata a Google: qualora quest’ultima decidesse di sfilarsi dal fronte con Apple, l’azienda diretta da Tim Cook si troverebbe in una posizione di forte isolamento. Una scenario che decisamente non le conviene.

Se infatti è vero che ogni azienda ha il sacrosanto diritto di difendere il proprio business, e in questo senso l’azione di Apple contro Epic sembrerebbe legittima, è altrettanto provato che farsi troppi nemici è spesso una mossa pericolosa,  nella quale l’azienda di Cupertino sembra eccellere in questo frangente storico.

 

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