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Una delle critiche che più spesso vengono mosse ai videogiochi è di non essere salutari. Stare troppo a lungo davanti al computer non solo limita la socializzazione, ma influisce negativamente anche sul corpo poiché ne riduce l’attività motoria.

E in parte questo corrisponde a verità, soprattutto quando si eccede. E’ il classico “troppo che stroppia (o storpia)”, come dice il proverbio ma che si trasforma nel cliché per il quale il giocatore tipico di videogame è un “nerd” asociale dal fisico sciupato. Ma le cose cambiano quando quel “nerd” si trasforma in un esporter, ovvero un giocatore competitivo.

A dirlo non siamo noi ma una ricerca apparsa sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, secondo la quale giocare in maniera competitiva corrisponde ad avere una vita più sana rispetto alla media della popolazione.

I fattori più evidenti che emergono dalla ricerca sono il minor uso di alcolici e fumo da parte degli esporters. I videogiocatori competitivi che bevono alcolici su base quotidiana, infatti, sono l’8% in meno rispetto alla media. Solo il 3,7% dei videogamer, invece, è un fumatore contro il 18,7% a livello mondiale. Interessante anche il dato relativo al fisico che risulta più allenato e sano rispetto alla media per quanto riguarda il 21% degli esporters.

Abituati come siamo ai luoghi comuni, un po’ di sorpresa c’è. Ma a pensarci bene, e soprattutto informandosi su quelle che sono le modalità di allenamento degli esporters professionisti, l’immagine offerta dal Journal diventa credibile. Non c’è dubbio infatti che per raggiungere determinati traguardi con i videogiochi sia necessario dedicare tempo alle skills con joypad e console (o computer), cioè quelle mentali, ma anche ad avere una corpo sano. E di questo sono consapevoli i tanti team pro che hanno equipaggiato le rispettive gaming house con attrezzature ginniche, se non addirittura con vere e proprie palestre. Senza contare il ruolo che gioca l’alimentazione, per la quale gli esporters seguono diete specifiche sulla linea di quelle per gli sportivi tradizionali. Così come indispensabile è la cura costante per gli aspetti psicologici: molti team si avvalgono infatti di professionisti anche per questo tipo di esigenze e mettono a disposizione dei propri giocatori aree di ricreazione e divertimento realizzate all’interno delle gaming house.

Insomma che si tratti di sport tradizionali o di eSport, vale l’antico proverbio: mens sana in corpore sano!

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