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Il mondo delle istituzioni sportive e quello degli eSports continuano a tendersi la mano, ma per ora manca la stretta finale.

Una settimana fa, per esempio, il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) ha dato un chiaro segnale di interesse nei confronti dei videogiochi competitivi, all’interno di un dibattito tenutosi a Roma su ciò che avvicina e ciò che allontana gli sport tradizionali da quelli elettronici. A rappresentare gli eSports c’era il Comitato Promotore E-Sports Italia che riunisce le due federazioni italiane Fies (Federazione italia e-sports) e Federesports.

Al contrario, sembra che proprio le tante (forse troppe) federazioni esportive siano il problema principale per il Comitato Internazionale Olimpico che ha invece respinto le avances di GEF e IeSF. La sensazione è che per il CIO le due federazioni portino più guai che valore aggiunto.

La prima, Global Esports Federation, è stata infatti istituita lo scorso anno a Singapore in antitesi alla International eSports Federation che invece ha sede in Corea del Sud sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2008. Entrambe hanno come obiettivo quello di proporsi come unico organo di governo per tutti gli eSports e si

Il CIO ha reso esplicita la propria posizione attraverso un comunicato dell’Esports and Gaming Liaison Group (ELG), nel quale si legge che “…La volontà del CIO è di non riconoscere una federazione di eSports. Abbiamo forti relazioni esistenti con le diverse parti interessate nella comunità degli eSports e del gioco, come publisher, piattaforme, atleti e giocatori. Manterremo queste relazioni dirette piuttosto che lavorare attraverso una terza parte. Entrambe le organizzazioni che si definiscono federazioni di eSport hanno rappresentanti nell’ELG e continueremo ad accogliere il loro contributo, tuttavia il CIO non approva né riconosce alcuna federazione specifica come organo rappresentativo in questo settore. Questa è una posizione condivisa da ASOIF, AIOWF e GAISF e di conseguenza non incoraggiamo Ifs a entrare in un rapporto formale con queste organizzazioni. Il CIO è attivamente impegnato nell’esplorare le opportunità e le iniziative per impegnarsi direttamente con questa giovane comunità digitale al fine di promuovere la partecipazione allo sport, l’impegno con il Movimento Olimpico e la promozione dei valori olimpici”.

Un messaggio chiaro, che non lascia margini interpretativi: al CIO interessa il mondo giovanile degli eSports, non le federazioni. Almeno non GEF e IeSF che chiaramente sono due soggetti in competizione fra loro e che non sono esenti da interessi trasversali. GEF è infatti fortemente sostenuta da Tencent, il colosso cinese che controlla alcuni tra i più importanti publisher mondiali (Riot Games e Epic Games sono tra questi), e ha come COO Chris Chan, segretario del Consiglio olimpico nazionale di Singapore, mentre il direttore operativo è Paul Foster, l’ex capo del protocollo, eventi e ospitalità del CIO. Il fiore all’occhiello di IeSF è invece l’Esports World Championship, la competizione di punta dell’organizzazione in cui gli atleti di eSport rappresentano le loro squadre nazionali. (fonte pressgiochi.it)

Entrambe mirano ad essere il soggetto in grado di far riconoscere gli eSports come sport legittimi e magari olimpici, prima o poi. Un intento nobile, ma contaminato dalla guerra che entrambe si fanno da tempo e che in questo caso rischia di non fare bene a nessuna delle due. Ma forse fa bene al mondo degli eSports che potrebbero liberarsi da sovrastrutture che non portano nulla di positivo a questo settore.

 

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