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Se in Italia – ma non solo – le figure professionali che operano nel mondo degli eSports faticano a trovare un riconoscimento ufficiale, il Far East prende l’iniziativa.

Il 16 febbraio scorso, infatti, il Ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale della Repubblica Popolare Cinese ha regolamentato la figura dell’esporter di professione. Così si legge nel comunicato ANSA-XINHUA: “Gli standard previsti per i giocatori di eSport chiariscono le attività professionali e i livelli di competenza necessari per i professionisti del settore che, secondo il ministero cinese, dovrebbero contribuire ad approfondire la formazione professionale e la valutazione delle conoscenze in questo campo“.

Un iter che è durato quasi due anni ma che ora consente di avere una definizione legale, oltre alla necessaria trasparenza in materia di “onori e oneri”, a tutti coloro che si dedicano in maniera competitiva e continua ai videogame.

La regolazione dell’elemento tributario è di particolare importanza non solo in Cina ma anche, e forse soprattutto, da noi. Un esempio su tutti: quello del 27enne youtuber “Stepny”, al secolo Stefano Lepri, che poco più di un mese fa è salito – suo malgrado – agli onori  della cronaca per una vicenda di evasione fiscale. In sostanza, il giovane influencer esportivo nel 2017 ha incassato quasi 350mila euro vendendo spazi pubblicitari per banner di videogiochi all’interno delle sue streammate. Il problema è che ha omesso il pagamento dell’IVA relativa, pari a 75mila euro. Finito davanti al giudice, Lepri si è difeso dicendo di non essere a conoscenza di un inquadramento per la sua professione. Il PM, invece, ha ritenuto che quella di “Stepny” fosse un’attività lavorativa in piena regola che richiede un’adeguata partita Iva. Di qui la richiesta di una condanna a un anno e quattro mesi per evasione fiscale.

Tornando alla Cina, il governo di Pechino si dimostra ancora una volta all’avanguardia quando si tratta di eSports. E non sorprende, visti i numeri che le competizioni di videogame registrano in Cina. Secondo un rapporto divulgato dal Comitato operativo per l’uscita dei giochi della China Audio-Video & Digital Publishing Association e il China Game Industry Development Research Institute, il numero di giocatori di eSport attivi lo scorso anno in tutto il Paese è cresciuto del 9,65% su base annua, arrivando a 488 milioni. (fonte ANSA)

Questo però non giustifica il ritardo di altri Paesi, come il nostro, dove gli eSports stanno diventando un mercato non più trascurabile. E’ tempo di iniziare a ridurre la distanza con i colossi del Far East.

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