Gekido, conosciuto anche come Gekido: Urban Fighters, è un picchiaduro a scorrimento sviluppato dal team italiano NAPS Team e pubblicato nel 2000 su PlayStation. Interplay Entertainment lo ha distribuito per il mercato nordamericano, Infogrames per quello europeo.
Oggi riscopriamo insieme la storia di questo piccolo grande gioiello del videogioco italiano, capace di farsi notare in un’epoca dominata dai colossi del settore.
MADE IN ITALY
NAPS Team è una software house italiana indipendente con sede a Messina, fondata nel 1993 da Fabio Capone e Domenico Barba. E’ il più anziano studio italiano di sviluppo di videogiochi ancora in attività.
Il successo di NAPS Team inizia con Shadow Fighter, picchiaduro a incontri pubblicato nel 1994 per Amiga 500, che si fa notare per la sua qualità grafica, le animazioni curate, il sistema di controllo solido e i numerosi personaggi giocabili.
GENESI DEL PRIME CAPITOLO
All’uscita, Shadow Fighter riscuote un grande successo perché è davvero un videogioco eccezionale. Viene acclamato tanto dalla critica quanto dal pubblico e, di lì a breve, adattato anche per i modelli più recenti di Amiga. In situazioni come questa, gli sviluppatori e soprattutto i publisher normalmente pensano subito a un sequel per cavalcare l’onda del successo. NAPS Team invece fa una scelta diversa: decide di esplorare nuove strade e abbandona l’idea di un seguito diretto.
Il team è affascinato dai brawler a scorrimento, un genere che in quel periodo rappresentava l’anello di congiunzione tra i picchiaduro tradizionali e quelli a scorrimento laterale. L’idea è di sfruttare l’esperienza maturata con Shadow Fighter per applicarla a un beat ‘em up dinamico e moderno.
Nel 1996 prende forma il primo prototipo funzionante: Cyber Rage. Il gioco funziona, rispetta e valorizza i canoni del genere, ma finisce per non essere pubblicato. La ragione è che in quegli anni, complice l’evoluzione tecnologica, le aspettative del pubblico si orientavano sempre più verso il 3D poligonale. NAPS Team decide quindi di adattarsi ai tempi, evolvendo il progetto in una versione chiamata Cyber Rage 2.5D, dove i personaggi rimangono bidimensionali ma ambienti e sfondi guadagnano la profondità della terza dimensione — una modifica puramente estetica, ma significativa.
Da lì nasce Final Rage, un prototipo completamente tridimensionale di beat ‘em up a scorrimento. Tuttavia, il progetto è destinato a evolversi ancora. Una volta individuata una direzione chiara, NAPS Team ha bisogno di un publisher. All’appello risponde Gremlin Interactive, che decide di riscrivere praticamente da zero il materiale fornito dall’allora giovane sofwtare house italiana, per adattarlo alle potenzialità della prima PlayStation. È così che nasce Gekido.

GEKIDO
Nell’aprile del 2000 arriva nei negozi Gekido: Urban Fighters. Il titolo si distingue subito grazie a una ricca varietà di personaggi ben caratterizzati, numerose modalità di gioco, ambientazioni curate e diversificate, oltre al contributo di nomi importanti come Joe Madureira (storico disegnatore Marvel), Fatboy Slim e il gruppo Apartment 26 per la colonna sonora. Il titolo entusiasma sia giocatori che critica.
La trama è semplice, ma efficace: in una Tokyo futuristica, Travis — un investigatore privato — e i suoi tre compagni sono sulle tracce di Angela, una ragazza rapita dal temibile boss criminale Kintaro.
Il gameplay adotta una visuale principalmente laterale, in omaggio ai grandi classici del genere beat ‘em up a scorrimento, ma arricchita da una fluidità e una rifinitura tecnica impressionanti. Le modalità di gioco sono numerose e pensate per offrire grande rigiocabilità: dalla storia affrontabile in cooperativa fino a quattro giocatori, alle sfide uno contro uno o al team battle, senza dimenticare i tanti personaggi sbloccabili.
Gekido ottiene un clamoroso successo in Europa e diventa un vero fenomeno negli Stati Uniti. Paradossalmente, però, non verrà mai pubblicato ufficialmente in Giappone, dove il genere beat ‘em up godeva ancora di grande popolarità in quel periodo.
LE PRIME PROVE SU CONSOLE PORTATILI
Il successo di Gekido spinge NAPS Team a considerare un possibile sequel, ma il publisher Gremlin respinge l’idea. Gli sviluppatori colgono allora l’occasione per tornare alla sperimentazione, orientandosi verso un nuovo orizzonte: le console portatili. La fruizione più leggera e i costi di sviluppo contenuti sembrano offrire il terreno ideale per nuovi progetti.
Fra il 2001 e il 2002 NAPS Team è presente su Game Boy Color con alcuni titoli minori, ma nel frattempo iniziano le prove tecniche per adattare Gekido alla console Nintendo. Il gioco inizia a prendere forma e il prototipo Gekido GBC — cioè Game Boy Color — lascia ben sperare. Purtroppo, anche questa volta il gioco non arriverà mai alla pubblicazione ufficiale.
La vera occasione di rilancio arriva poco dopo, con il debutto del Game Boy Advance. È il publisher Zoo Digital a credere nel progetto, dando finalmente a NAPS Team la possibilità di tornare sul mercato con un nuovo titolo. Si chiama Gekido: Kintaro’s Revenge.
GEKIDO: KINTARO’S REVENGE
Pubblicato nel 2002 per Game Boy Advance da DSI Games in Nord America e Zoo Digital in Europa, Gekido Advance: Kintaro’s Revenge è il seguito ufficiale di Gekido: Urban Fighters.
Il gioco racconta le vicende di Tetsuo, compagno di Travis (il protagonista del primo capitolo), che torna al suo villaggio per scoprire che gli abitanti sono caduti vittima di forze oscure e demoniache.
Con questo titolo, NAPS Team decide di cambiare direzione. Kintaro’s Revenge abbandona la formula da picchiaduro a scorrimento puro e si trasforma in un action 2D ricco di fight ma con un approccio più narrativo, elementi di esplorazione e avventura ed esclusivamente single-player. Pur con alcune limitazioni dovute all’hardware del Game Boy Advance, il gioco riesce a spingere la console al massimo, impressionando per stile e contenuti.
Il successo è immediato e le aspettative si alzano. Nel 2004 si inizia a parlare di un ritorno su PlayStation con un sequel diretto intitolato Gekido 2. Il progetto, però, non supera la fase di prototipo.
NAPS Team punta allora nuovamente sulle console portatili e prova a sbarcare su PlayStation Portable (PSP). Purtroppo questo sarà l’inizio della fine per Gekido.
Gekido: The Dark Angel è il nuovo prototipo che prende il buono che c’è nei primi capitoli, ma con una struttura più aperta ed elementi che ricordano Devil May Cry. Anche in questo caso, però, il gioco non viene sviluppato.
Non volendo arrendersi, lo studio cerca una nuova via adattando il prototipo per Nintendo Wii — e successivamente anche per Xbox 360 — ma nuovamente senza successo: le versioni in sviluppo vengono cancellate e il progetto Gekido viene archiviato.
Per fortuna, la storia di questa serie non finisce lì. Passeranno 16 anni ma Gekido avrà un’ultima (per ora) reincarnazione.
Nel 2018, Gekido: Kintaro’s Revenge ritorna in grande stile con una remastered per Nintendo Switch e PlayStation 4. Questa nuova edizione, finalmente libera dai limiti tecnici del GBA, include animazioni in stile anime, nuove modalità di gioco e la possibilità di affrontare l’avventura in multiplayer.
Nonostante il valore di questa riedizione, a oggi non esiste ancora un vero nuovo capitolo della saga. Ma l’eco di Gekido continua a farsi sentire tra gli appassionati: un classico che, dopo tanti tentativi, attende ancora la sua rinascita definitiva.
Immagine di testa: screenshot YouTube