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Vietato avere rimpianti.

Sono orgoglio e soddisfazione i sentimenti dominanti in casa Italia dopo la prima, storica medaglia mondiale nella staffetta mista che il sestetto azzurro ha ottenuto al Mondiale 2021 in corso di svolgimento nelle Fiandre.

I ragazzi, Pippo Ganna, Edoardo Affini e Matteo Sobrero, e le ragazze, Elisa Longo Borghini, Marta Cavalli e Elena Cecchini, hanno compiuto un’impresa, perché non può che essere considerata tale la presenza ormai costante dell’Italia sul podio nelle prove contro il tempo, questa volta su scala mondiale.

Un Bronzo che vale oro

Ai recenti Europei di Trento gli azzurri erano riusciti a conquistare cinque medaglie a cronometro, proprio l’oro nella mista (con la stessa formazione eccetto De Marchi al posto di Affini), gli argenti di Ganna, beffato per otto secondi dallo svizzero Küng nella prova élite, e di Eleonora Ciabocco tra gli junior e poi la storica doppietta nelle donne élite, con l’oro di Vittoria Guazzini e il bronzo di Elena Pirrone.

Al Mondiale però la musica è ben diversa e la competizione maggiore, così come le motivazioni dei corridori. Per questo il passaggio dall’oro al bronzo nella mista vinta dalla Germania (Lisa Brennauer, Lisa Klein, Mieke Kröger, Nikias Arndt, Tony Martin e Max Walscheid) davanti all’Olanda (Annemiek van Vleuten, Ellen van Dijk, Riejanne Markus, Koen Bouwman, Bauke Mollema e Jos van Emden) non può essere considerato un risultato deludente per l’Italia, che a Bruges ha riscattato l’amarezza di due anni fa ad Harrogate, dove il podio sfuggì per appena cinque secondi a causa di una foratura nel finale subita da Longo Borghini.

Questa volta di legno è rimasta la Svizzera dello stesso Küng, che ha visto sfumare la medaglia per appena cinque centesimi di secondo.

Per l’Italia sarebbe stata un’altra beffa e poco importa che la differenza di rendimento tra il terzetto maschile e quello femminile sia stata palpabile: i ragazzi, trainati dal solito Ganna in versione “locomotiva”, avevano chiuso al comando con 19” sulla Germania e 42” sull’Olanda, le ragazze hanno dovuto pensare solo a difendersi rispetto alle due nazioni favorite.

Missione compiuta e paragoni vietati, visto che la prova in questione unisce due specialità ad oggi molto diverse tra uomini e donne a livello di sforzo fisico.

Alla fine, quindi, tutti contenti, Filippo Ganna che si mette al collo un’altra medaglia di un 2021 memorabile, Elisa Longo Borghini che fa altrettanto poco più di un mese dopo il prezioso bronzo olimpico, l’Olanda che si conferma sul podio due anni dopo l’oro di Harrogate e Tony Martin, che chiude a 35 sentendo le note dell’inno tedesco una carriera trionfale da leggenda delle cronometro con otto ori mondiali tra prove individuali e a squadre, l’argento olimpico a Londra 2012 e quattro tappe vinte al Tour de France.

Riposo prima del gran finale

Archiviate le prove a cronometro, nella giornata di giovedì 23 settembre il Mondiale osserva un giorno di riposo.

Da venerdì 24 via alla tre giorni riservata alle prove in linea che culminerà domenica 26 con l’attesissima gara maschile élite. Si comincia alle 8.15 con la prova junior maschile, 121,4 km da Leuven a Leuven, poi alle 13.25 il via dei 161,9 km della gara maschile Under 23 sul percorso da Anversa a Leuven, lo stesso delle due prove élite di sabato e domenica.

Tra gli Under l’Italia punta tutto su Filippo Baroncini, già argento europeo a Trento, ma chiamato a superarsi in un percorso non molto adatto alle sue caratteristiche di passista-veloce.

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