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Abbiamo riassunto alcuni dei punti principali del documento che accompagnerà i club professionistici nel cammino verso il ritorno in campo per concludere il campionato

Il calcio vuole ripartire o, perlomeno, ci prova. In attesa di definire la data della ripresa del campionato, i club puntano alla ripresa degli allenamenti. Strada percorribile soprattutto ora che è stato formulato un protocollo che dovrà essere scrupolosamente seguito per la massima tutela di tutti gli addetti ai lavori. Un protocollo articolato che, come si legge sulla Gazzetta dello Sport che lo ha pubblicato in esclusiva, ha lo scopo di: «fornire indicazioni tali da consentire la ripresa dell’attività in ambito calcistico (allenamenti) con le massime garanzie possibili di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro, per contrastare la possibile riemergenza della malattia da COVID-19. Le indicazioni di seguito sono riferite alle due prime settimane di allenamento, con possibile estensione alla terza settimana, per la quale varranno le stesse indicazioni date per la seconda settimana. Abbiamo qui di seguito riassunto alcuni del punti principali del protocollo.

PRIME INDICAZIONI- E’ definito luogo di allenamento il Centro Sportivo di proprietà della Società, oppure l’insieme delle strutture acquisite dalla Società per l’esclusivo uso del gruppo Squadra. Viene definito Gruppo Squadra l’insieme dei giocatori e dello staff tecnico (tutti coloro che nella fase di ripresa dovranno necessariamente operare a stretto contatto con la squadra), che sono stati sottoposti allo screening iniziale secondo le indicazioni del Documento Base. Personale “Extra Gruppo” sono: «coloro che operano in orari diversi e non a contatto diretto con la squadra (addetti manutenzione dei campi, sanificatori…) non sottoposti allo screening iniziale, ma che devono rispettare gli obblighi successivamente indicati».

LO SCREENING – 72-96 ore prima della ripresa: tutto il Gruppo dovrà sottoporsi ad una anamnesi accurata, ad una visita clinica, alla misura della temperatura corporea, al tampone RT-PCR «rapido» (ripetuto una seconda volta a 24 ore di distanza) che non sarà necessario ai già guariti e al test sierologico (IgM, IgG). Il protocollo definisce Guariti da SARS-COV-2. «un paziente che dopo aver presentato manifestazioni cliniche (febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria) associate all’infezione virologicamente documentata da Sars-CoV-2, diventa asintomatico per risoluzione della sintomatologia clinica presentata». E ancora: «Il paziente guarito è colui il quale risolve i sintomi dell’infezione e risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di Sars- CoV-2»: Sono necessari anche ECG a riposo, Spirografia, Emocromo (con formula) Creatininemia, Gamma-GT, GOT, GPT, LDH, CPK, CPK-MB, Troponina, Ferritina, Proteina C reattiva, Elettroforesi proteica, Esame urine.

AMBIENTI – La Società Sportiva dovrà farsi carico: «della pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago nonché alla ventilazione dei locali»

DOVERI PER LA SOCIETA’ – Ecco cosa prevede il protocollo: «La Società sportiva assicura che, di regola, nessuna persona esterna al gruppo squadra acceda al luogo d’allenamento. In caso di provata e irrinunciabile necessità si potrà accedere tramite una zona filtro, con misurazione della temperatura corporea, indossando mascherine e guanti, mantenendo il distanziamento sociale e per un tempo limitato». Le società dovranno garantire che: «le persone provenienti dall’estero o da zone con focolai d’infezione, o che abbiano avuto nei 14 giorni precedenti, un contatto stretto con una persona positiva confermata per infezione abbiano osservato un isolamento fiduciario con sorveglianza attiva prima dell’accesso al luogo d’allenamento. Nel caso sia presente una persona con Sars-Cov 2 si provveda all’immediato isolamento con intervento di emergenza del Servizio 112, e a pulizia/sanificazione generale».

L’ALLENAMENTO – Le sedute di allenamento dovranno essere così disciplinato: «L’allenamento dei calciatori nella fase di ripresa (prima settimana) va limitato alle sedute di preparazione atletica e tecnica individuale. È preferibile organizzare le sedute all’aperto disponendo i calciatori a distanza di almeno 2 metri l’uno dall’altro e in gruppi poco numerosi. Per le sedute in palestra, è raccomandato di programmare la presenza dei calciatori e di posizionare i macchinari/ attrezzi della palestra per far sì che gli stessi si trovino ad almeno 2 metri di distanza tra loro. Prevedere l’uso di guanti e assicurarsi che l’ambiente sia ben areato e con ventilazione forzata, senza ricircolo dell’aria. Nella seconda ed eventuale terza settimana si procederà ad una progressione del lavoro tecnico, inserendo gradualmente esercizi specifici e di gruppo fino alle simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi) con rispetto, quando non indispensabile, delle distanze interpersonali. Si ricorda di identificare con cura i componenti dello Staff tecnico che prende parte alle sedute, oltre ai calciatori, limitandolo in ogni fase a quello strettamente indispensabile. Questi componenti dovranno indossare mascherine protettive ove sia necessario».

LO SPOGLIATOIO – Anche all’interno dello spogliatoio occorre predisporre situazioni diverse dal solito. Nello specifico: «deve essere garantito il distanziamento dei calciatori di almeno 2 metri. Qualora ciò non fosse possibile, va scaglionato l’ingresso per consentire distanze corrette. L’ambiente delle docce, ricco di vapor acqueo potrebbe favorire in via del tutto teorica la diffusione del virus (aerosol). Per tale motivo, è preferibile che le docce, almeno nella prima settimana, siano fatte nelle singole camere».

SALA MEDICA E MASSAGGI – Le disposizioni sono: «Le sedute dovranno essere programmate per garantire distanze di almeno 2 metri tra le postazioni evitando assembramenti nell’attesa dei trattamenti. Durante le sedute individuali è raccomandato che gli operatori sanitari indossino la mascherina, i guanti e gli occhiali di protezione e che i calciatori indossino la mascherina chirurgica».

RIUNIONI TECNICHE – Nel protocollo si legge: «Evitare riunioni interne se non strettamente indispensabili. Laddove sia necessario e urgente organizzarle, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione e garantita una distanza interpersonale di almeno 2 metri. È preferibile che siano tenute in spazi aperti e ben ventilati. Va favorito l’impiego di piattaforme telematiche per riunioni di lavoro».

SALA RISTORANTE – Sempre dal protocollo si desume che: «L’accesso alla sala ristorante deve essere contingentato, con previsione di una ventilazione continua dei locali e di un tempo ridotto di sosta all’interno della sala stessa, con il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno 2 metri tra le persone. I pasti dovranno essere serviti self-service, evitando contatti con il personale del ristorante, che dovrà indossare mascherina e guanti. Il lavaggio delle mani è obbligatorio prima dell’arrivo in sala, nella quale dovranno essere disponibili soluzioni idroalcoliche disinfettanti. Chi non dispone di un proprio Centro Sportivo o Foresteria deve provvedere ad identificare un albergo ristorante di riferimento utilizzato “in esclusiva”. Naturalmente, è necessario utilizzare stanze singole».

TRASFERIMENTO – Nel corso di ogni trasferimento, il Gruppo Squadra dovrà indossare guanti e mascherine. Accorgimenti che valgono anche nel caso in cui un giocatore abbia bisogno di recarsi presso una Struttura Diagnostica esterna per esami ritenuti indispensabili. In questo caso la società individuerà l’accompagnatore guidatore, individuandolo in primis nel Medico o Fisioterapista.

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