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La notizia era nell’aria ma ora è arrivata anche l’ufficialità: con una nota, la Lega Serie A e il Giudice Sportivo hanno ufficializzato il 3-0 a tavolino per Juventus-Napoli

Dopo oltre una settimana di attesa, è arrivato il verdetto: Juventus-Napoli è finita 3-0 a tavolino. A comunicarlo è il Giudice Sportivo con un’ampia nota ufficiale pubblicato nel documento a firma di Gerardo Mastrandrea che ha comminato anche un punto di penalizzazione nei confronti del Napoli per violazione del protocollo sportivo anti Covid-19. Si tratta ovviamente della decisione di primo grado, anche perché è scontato il riscorso dei partenopei, bloccati dall’ASL Napoli 1 il venerdì antecedente la partita contro la Juventus dopo la positività di Zielinski.

Secondo il Giudice Sportivo, i pronunciamenti descritti dall’ASL “delineano un quadro che non appare affatto incompatibile con l’applicazione delle norme specifiche dell’apposito Protocollo sanitario Figc e quindi con la possibilità di disputare l’incontro di calcio programmato in Torino”. In sostanza, per il Giudice Sportivo, che si attiene alle norme sportive, non c’era ‘forza maggiore’ ad impedire il viaggio e la partita. E, a maggior ragione, seguendo questo ragionamento, il Napoli avrebbe di fatto rinunciato alla trasferta di Torino ancor prima della prescrizione delle autorità nelle ultime mail del carteggio. E, così facendo, il club partenopeo avrebbe violato l’articolo 53, comma 2, ossia una delle ultime norme aggiunte dal Consiglio Federale quando la Serie A ha ripreso il proprio corso in estate. Per Mastrandrea, la trasferta per il Napoli non era “impossibile” da sostenere. “Tuttavia – scrive ancora Mastrandrea – occorre prestare attenzione: secondo la giurisprudenza ciò non può valere nel caso in cui: (i) il factum principis sia ragionevolmente prevedibile e (ii) il debitore (cioè il Napoli, ndr.) non abbia tentato di percorrere tutte le soluzioni alternative astrattamente possibili che gli si offrivano per superare i limiti imposti dai provvedimenti, ovviamente nel pieno e totale rispetto della legge, e sempre che ciò comporti un sacrificio ragionevole per il debitore stesso”.

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