Il calcio italiano si guarda allo specchio europeo e, per una volta, può farlo con un sorriso. L’ultimo turno delle competizioni UEFA ha restituito un’immagine incoraggiante della Serie A: risultati positivi, punti pesanti e una classifica del ranking stagionale che torna a parlare azzurro. Il sogno del quinto posto in Champions League non è più una suggestione lontana, ma una possibilità concreta, da costruire partita dopo partita. Le cinque vittorie su sette gare disputate dalle squadre italiane nelle coppe europee hanno prodotto un balzo significativo in classifica. L’Italia è oggi terza nel ranking stagionale UEFA con 9.571 punti, a pochissima distanza dalla Germania, seconda a quota 9.857. Il divario è minimo e, considerando che entrambe le federazioni hanno portato ai nastri di partenza sette squadre, il margine di manovra per il sorpasso esiste eccome. In vetta resta saldamente l’Inghilterra, che con nove club impegnati tra Champions, Europa League e Conference ha già accumulato 10.944 punti. Un vantaggio importante, che al momento sembra fuori portata. Ma la vera battaglia, per l’Italia, non è il primo posto: è la corsa al secondo, quello che garantirebbe la quinta squadra in Champions League nella stagione 2026-2027.
Il segnale più importante: la continuità
Al di là dei numeri, ciò che colpisce è la continuità mostrata dalle italiane. Non si è trattato di un singolo exploit isolato, ma di una giornata europea costruita su prestazioni solide, agonismo e capacità di colpire nei momenti decisivi. Juventus e Napoli hanno fatto la loro parte, portando a casa vittorie fondamentali per consolidare la rincorsa azzurra. Ma il risultato simbolo del turno è senza dubbio quello dell’Atalanta, capace di superare l’Eintracht Francoforte in uno scontro diretto dal peso specifico enorme. Non è stata solo una vittoria, ma un colpo diretto al ranking della Germania, una delle rivali principali in questa corsa a due. Le uniche note stonate sono arrivate dalle sconfitte di Inter e Fiorentina, ma senza compromettere il bilancio generale. Anzi, se si guarda al cammino complessivo, proprio l’Inter resta una delle squadre che ha contribuito maggiormente in termini di punti europei per l’Italia, grazie a un percorso quasi perfetto interrotto soltanto dalla caduta contro il Real Madrid.
Chi sta trascinando l’Italia in Europa
Sono diversi i club che stanno sostenendo il peso della rincorsa. L’Atalanta – piacevole sorpresa certificata dalle ultime due vittorie – è diventata una garanzia: competitiva, aggressiva, organizzata nonostante il cambio in panchina. L’Inter, nonostante l’ultimo stop, ha comunque costruito un bottino importante, dimostrando di poter competere contro le migliori d’Europa. Subito dietro, per impatto sul ranking, troviamo Juventus e Napoli, squadre che stanno ritrovando una dimensione europea credibile. Anche Fiorentina, Bologna e Roma stanno dando un contributo non banale. In particolare i giallorossi hanno mandato segnali chiari di ambizione europea, mostrando la volontà di onorare la competizione e puntare fino in fondo. Ed è proprio questo il punto centrale: non esistono più “coppe minori” quando è in gioco il futuro del calcio italiano.
La Germania non rallenta, il Portogallo incombe
La rincorsa al secondo posto non si gioca in solitaria. La Germania, appena davanti, continua a macinare punti e risultati. La sensazione è che il duello si deciderà nelle prossime settimane, quando le partite diventeranno a eliminazione diretta e ogni qualificazione varrà un bottino extra in termini di bonus. Subito dietro c’è il Portogallo, quarto con 9.400 punti, staccato di soli 171 punti dall’Italia. Anche qui, il margine è minimo. Ed ecco che partite come Benfica-Napoli non diventano soltanto sfide tra club, ma veri e propri spareggi indiretti per il ranking. Una vittoria degli azzurri non inciderebbe solo sul loro cammino, ma toglierebbe ossigeno a una diretta concorrente. E poi c’è il dato forse più sorprendente della stagione: la presenza di Cipro a ridosso delle grandi potenze. Con 9.250 punti, i ciprioti sono appaiati alla Spagna e davanti a campionati storicamente più pesanti come quello francese. Una fotografia che racconta quanto questo ranking sia diventato imprevedibile e quanto ogni risultato conti davvero.
Come funziona davvero il meccanismo dei cinque posti Champions
Il regolamento è chiaro: le prime due federazioni nel ranking stagionale UEFA ottengono un posto extra in Champions League per la stagione successiva. I punti vengono assegnati in base ai risultati delle squadre nelle tre competizioni europee e poi divisi per il numero di partecipanti di ciascun paese. Per l’Italia, che schiera sette club, il calcolo è semplice: ogni vittoria e ogni passaggio del turno pesano moltissimo sul coefficiente medio. Questo significa che non basta vincere una partita: serve andare avanti, centrare qualificazioni, accumulare bonus. È anche per questo che le prossime settimane saranno decisive. Con l’avvicinarsi delle fasi a eliminazione diretta, il valore dei punti crescerà, così come il rischio di uscite premature che potrebbero tagliare le gambe alla rincorsa.
La classifica aggiornata: una fotografia che fa sognare
Guardando i numeri attuali, la situazione è estremamente fluida: Inghilterra al comando con 10.944 punti, Germania seconda con 9.857, Italia terza con 9.571. Subito dietro il Portogallo (9.400), la Polonia (9.375), quindi Cipro e Spagna a pari merito (9.250). Francia, Danimarca e Grecia seguono più staccate, ma ancora in corsa per posizioni di prestigio. È una classifica che, per il calcio italiano, racconta una realtà diversa rispetto a qualche stagione fa: non più inseguitrice lontana, ma protagonista credibile.
Il vero bivio: le prossime settimane
Il “checkpoint” di questo turno europeo dice che l’Italia c’è. È viva, competitiva, temuta. Ma ora arriva la parte più difficile: mantenere il ritmo. La sensazione è che la differenza tra sogno e realtà si giocherà nelle doppie sfide, nei dettagli, nei 90 minuti che valgono passaggi del turno e bonus fondamentali. La strada è tracciata. Il quinto posto in Champions League non è più un’illusione da bar, ma un obiettivo concreto. Servirà continuità, fame e quella capacità di soffrire che, storicamente, ha sempre fatto parte del DNA del calcio italiano. Il ranking, questa volta, non è solo una classifica. È uno specchio fedele del momento: e per l’Italia, oggi, riflette un’immagine che autorizza a crederci davvero.
