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Fu l’estremo difensore della Fiorentina dei tempi d’oro e della Grande Inter di Helenio Herrera. Grande senso della posizione, fu soprannominato “Portiere di ghiaccio”

Giuliano Sarti è nato a Castello d’Argile il 2 ottobre 1933 ed è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo portiere. Portiere geometrico, con un’interpretazione del ruolo priva di fronzoli e improntata sul senso della posizione, Sarti spiccava per la capacità di compiere interventi efficaci senza dover ricorrere a gesti atletici particolarmente vistosi, caratteristica, questa, per la quale fu ribattezzato “Portiere di ghiaccio” dalla stampa specializzata e “Hombre de la revolución” da Helenio Herrera suo allenatore ai tempi dell’Inter. Il suo stile di gioco, che negli anni seguenti trovò in Dino Zoff il più autorevole successore, gli consentì di sostituire tra i pali dell’Inter il più acrobatico e spettacolare Lorenzo Buffon senza farlo rimpiangere. Efficace anche nelle uscite, era inoltre avvezzo a seguire l’andamento dell’azione e ad accorciare la distanza dal resto della squadra. Dopo essere cresciuto nel San Matteo della Decima, in Seconda Categoria, nella Centese e nella Bondenese, con la quale gioca titolare nel campionato di Promozione Regionale, arriva nel 1954 alla Fiorentina assieme a Raul Tassinari. Con la squadra viola esordisce in Serie A il 24 aprile 1955 contro il Napoli. All’inizio del campionato seguente, ventiduenne, si ritrova titolare al posto di Leonardo Costagliola: si tratta del campionato 1955-1956 e con lui fra i pali la Fiorentina vince il suo primo scudetto, perdendo solo all’ultima giornata contro il Genoa, subendo due gol negli ultimi dieci minuti. Lo scudetto portò la Fiorentina a disputare la Coppa dei Campioni, appena istituita, e i viola persero in finale contro il Real Madrid. La prova di Sarti, molto positiva nonostante la sconfitta, gli valse le lodi di Alfredo Di Stefano. Nei quattro campionati dopo quello vinto, la formazione toscana si piazzò regolarmente seconda, con Sarti ancora titolare. Dal 1958 il suo secondo diventò Enrico Albertosi, all’inizio della carriera. Con la Fiorentina conquistò poi anche una Coppa Grasshoppers nel 1957, una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe, entrambe nel 1961. Fu inoltre finalista nella Coppa delle Coppe 1961-1962 e nelle edizioni di Coppa Italia del 1958 e del 1959-1960. Nell’estate del 1963 passò all’Inter di Helenio Herrera, che si era imposta in campionato l’anno precedente. Nella prima stagione perse lo spareggio-scudetto con il Bologna, vincendo la Coppa dei Campioni, bissata l’anno successivo. Presto arrivarono anche le vittorie in campionato, con gli scudetti del 1964-1965 e 1965-1966. Con i nerazzurri si aggiudicò anche due Coppe intercontinentali, nel 1964 e nel 1965. Nel campionato 1966-1967, dopo un’annata condotta sempre in testa, l’Inter perse sia la finale di Coppa dei Campioni a Lisbona con il Celtic, nonostante un’eccellente prestazione di Sarti, sia l’ultima partita della stagione, in trasferta, col Mantova: in quest’ultimo incontro passò alla storia il suo errore nel decisivo 1-0 avversario, giunto «dopo una stagione ricca di prodezze». La sconfitta relega l’Inter al secondo posto a vantaggio della Juventus di Heriberto Herrera. Nel 1968, ormai trentacinquenne, si trasferì alla Juventus, dove chiuse la carriera in Serie A facendo da secondo a Roberto Anzolin, di cinque anni più giovane. Giocò la sua ultima stagione in Serie D, all’Unione Valdinievole, per poi abbandonare nel 1970. Per quanto riguarda la Nazionale italiana, esordisce il 29 novembre 1959, contro l’Ungheria per poi vestire la maglia azzurra in otto partite. Nel 1967 fece parte della selezione del Resto del Mondo che affrontò la nazionale spagnola, per celebrare il 65º compleanno del portiere Ricardo Zamora. La formazione FIFA vinse 3-0 e ne fecero parte altri quattro italiani: Tarcisio Burgnich, Gianni Rivera, Sandro Mazzola e Mario Corso. Fu il terzo portiere italiano a essere convocato dalla FIFA: prima di lui lo erano stati Aldo Olivieri negli anni Quaranta e Lorenzo Buffon negli anni Cinquanta; in seguito lo saranno Dino Zoff, Walter Zenga, Gianluca Pagliuca e Gianluigi Buffon. Dopo il ritiro dalla carriera agonistica, assunse per qualche mese la guida della Lucchese. Considerato uno dei migliori portieri nella storia del calcio italiano, ha trascorso i migliori anni della propria carriera con le maglie di Fiorentina e Inter, conquistando complessivamente 3 scudetti, una Coppa Italia, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa delle Coppe, oltre ad una Coppa Grasshoppers. L’IFFHS lo ha annoverato tra i più forti portieri europei del XX secolo, collocandolo in 43ª posizione. E’ morto a Firenze il 5 giugno di tre anni fa all’età di 84 anni.

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