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La passionalità con cui in Argentina si vive il calcio è difficilmente replicabile. Questa peculiarità rende immancabilmente esaltante ogni partita alla quale si può avere il privilegio di assistere dagli spalti oppure in televisione. Questo calore con cui i tifosi latini affrontano l’evento sportivo ha avuto il suo culmine in occasione del superclasico del 1972.

Quanto andato in scena allo stadio Velez in occasione della giornata inaugurale del campionato Nacional argentino nel 1972 è senza precedenti. Questa sfida è stata accolta come consuetudine da una cornice di pubblico al contempo entusiasta ed agguerrita. Non solo, il River Plate proveniva da 15 anni senza titoli conquistati e da una cocente sconfitta casalinga, 4-0 nello scorso scontro diretto.

Le due compagini sono storicamente rivali e la vittoria di una sull’altra pare a volte essere persino più importante dei trofei. Difatti, l’impresa compiuta dal River Plate nel 1972 occupa tuttora il posto come una delle sfide più belle del 900′, tant’è che nel 2004 The Observer ha definito questa partita tra le “cinquanta meraviglie sportive che uno dovrebbe vedere prima di morire”.

Quella tra River Plate e Boca Juniors è indubbiamente la stracittadina più affascinante del mondo. E la più spettacolare di tutte resta quella del 15 ottobre 1972. Quella edizione del Superclasico è ancora quella con il maggior numero di gol, nonché la più imprevedibile. Ed anche quella che è stata decisa allo scadere.

La scalata verso la rimonta: fu Morete l’uomo del River Plate

Le 50 mila persone presenti allo stadio quel 15 ottobre 1972 sentivano qualcosa di diverso nell’aria. Il River Plate aprì le marcature con due reti in 9′, di cui la prima è tuttora la più terza più celere di sempre nella storia del Superclasico. I giochi parevano sostanzialmente fatti e la partita chiusa. Tuttavia, non dev’essere mai sottovaluta il potenziale del Boca Juniors che all’intervallo aveva già ribaltato la situazione mettendo a referto 3 gol.

A questo punto, gli equilibri erano totalmente ribaltati ed il rischio di replicare quanto accaduto sette mesi prima sembrava essere un’ipotesi sempre più concreta. Il rammarico e la gioia parevano una sorta di marea che passava da un lato all’altro in base agli episodi. Al termine dei primi 45′ i supporter del Boca erano inevitabilmente fomentati, come se fossero consapevoli di poter assistere ad un evento che sarebbe entrato a far parte dei libri di storia.

La seconda frazione di gioco ha aperto ad ulteriori colpi di scena. Riguardando la partita a distanza di anni, si percepisce come primo tempo e ripresa paiano due eventi a sé stanti. Quasi non ci fosse alcuna connessione tra i due. Il KO per il River sembrava inevitabile. Quando le due squadre rientrarono i campo, Potente firmò la sua doppietta personale, nonché il 2-4 per il Boca Juniors.

Il River era stremato e privo di motivazione. Stava nuovamente soccombendo sotto i colpi dell’avversario di sempre e gli sprazzi di un colpo di reni atto a rovesciare il risultato totalmente sporadici. Tuttavia, erano ancora molti i minuti da giocare e sembra impossibile che un match come quello potesse considerarsi concluso prima del triplice fischio finale.

Il calcio è una teoria illogica, come ogni situazione in cui è coinvolta la psiche umana. Nei momenti migliori del River è stato il Boca a segnare. Quasi fosse una sorta di maledizione divina che rendeva stregate le azioni guidate dai padrini di casa. Questa sfida fu caratterizzata anche da polemiche sulle scelte arbitrali.

A cambiare completamente l’andamento del match fu Carlos Morete. Ha segnato il gol del 4-4 al 62′, riaprendo totalmente il match. Un diagonale rasoterra che i tifosi più navigati del River ricordano ancora con immenso piacere. Quella rete ha riportato quella sensazione dove si pensava che durante quella partita sarebbe potuto succedere di tutto.

E così fu. Ed il protagonista fu nuovamente Carlos Morete. L’orologio stava fatalmente indicando la fine della sfida e proprio in quel momento sbucò praticamente dal nulla el Puma, all’epoca ventenne, che segnò il quinto gol del River Plate. I cronisti dell’epoca definirono quel superclasico come il più bello mai visto.

Se sia il più bello o meno non è dato saperlo. È certo però che questa partita ed i loro protagonisti hanno un posto speciale nella storia calcistica mondiale. Nove reti totali ed un continuo ribaltamento di fronti. Tutto ciò a cui un appassionato di calcio spera di poter assistere almeno una volta nella vita.