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Poteva essere un turno utile per allungare il gap in classifica tra le prime della classe, ne è invece venuto fuori un ribaltone piuttosto a sorpresa. Si ferma uno sfortunato Napoli in casa con l’Empoli, pari in extremis per il Milan, ennesimo stop per la Juve e per la Lazio, ed ecco che Inter e Atalanta salgono alla ribalta con la loro lunga striscia di vittorie.

E se ci mettiamo la Fiorentina, in effetti la classifica si è allungata davvero, anche se forse non come ci si immaginava. Diventa invece una bagarre la zona centrale, dove Torino e Sassuolo compattano il gruppo, mentre in coda è profondo rosso (blu) per Genoa e Cagliari.

Proviamo a riassumere i tanti spunti di questa 17ª giornata di Serie A nei nostri dieci consueti paragrafi di curiosità e statistiche.

1. Il regno di Inzaghi

Torna in vetta l’Inter, che corona la sua rincorsa fatta di gol e vittorie scavalcando il Milan e lasciando al contempo il Napoli a quattro punti. La prestazione contro il Cagliari e il sontuoso 4-0 è solo l’apice di una serie di risultati che rendono i nero azzurri la squadra più in forma di questo periodo.

Nell’anno solare 2021 non solo hanno vinto già 18 partite in casa (record assoluto per il club), ma con 98 reti segnate è anche a una sola marcatura dai 99 realizzati nel corso del 1950.

Merito di Inzaghi che ha saputo rigenerare praticamente tutti i singoli (non a caso sono già 15 i marcatori diversi, nessuno in Serie A è arrivato a tanto), compreso un Lautaro Martinez ritrovato (da quattro partite di fila a segno, per la prima volta dal suo arrivo in Italia) e un Sanchez che potrebbe diventare l’arma in più per il proseguire della stagione.

2. Capitombolo Napoli, con tanta sfortuna

Diciamolo, per i partenopei un periodo davvero da dimenticare, con i continui infortuni che stanno minando seriamente la continuità del lavoro di Spalletti (che ha raggiunto la sua 500ª panchina in Serie A) e anche qualche episodio non proprio fortunato, vedi il gol di Cutrone che ha regalato all’Empoli un’incredibile vittoria allo stadio Maradona o l’ennesimo “legno” colpito che porta a 13 il totale (nessuna squadra ne ha presi altrettanti tra i cinque campionati maggiori in Europa).

Una sconfitta arrivata malgrado ben 30 conclusioni verso la porta toscana, un dato secondo solo a quello contro il Chievo nel 2014 (33 conclusioni allora) e nonostante sia arrivata la 12° porta inviolata nel primo tempo sulle 17 partite giocate in stagione, meglio di tutte le altre squadre di Serie A. Tutto questo non ha evitato però la seconda sconfitta di fila in casa dopo quella con l’Atalanta, come non capitava da novembre 2020.

3. Andreazzoli porta l’Empoli in paradiso

Se da un lato è difficile non osservare la sfortuna del Napoli, dall’altro non si può non esaltare il lavoro che sta facendo Andreazzoli ad Empoli però. La classifica ovviamente sorride ai toscani, che partiti per giocarsi la salvezza si ritrovano ora a 26 punti e con la zona Europa a due sole lunghezze.

Punti raccolti soprattutto in trasferta, 16 fino ad ora, dietro solo ad Atalanta (25), Inter e Milan (20), Napoli (17), al passo con le grandi quindi. Ma ciò nonostante, per l’Empoli non è ancora un record assoluto di punti visto che già nel 2015 i toscani avevano fatto persino meglio raccogliendo 27 punti con Giampaolo in panchina (finendo poi la stagione in decima posizione a quota 46).

4. Milan in frenata, lo salva Ibra

Non un gran momento per il Milan, che a Udine ritrova qualche difficoltà salvato solo dal solito immenso Zlatan Ibrahimovic che trova il gol del pareggio sul finale. Per lo svedese è un gol importante perché lo porta a cifra tonda: quota 300 gol realizzati nei cinque maggiori campionati d’Europa (su 450 presenze, raggiunte proprio contro i friulani). Per dare segno della grandezza di questo risultato, fino a oggi soltanto altri due giocatori avevano raggiunto tale traguardo: Cristiano Ronaldo (483 reti) e Lionel Messi (475).

L’impresa però non salva il Milan dal vedersi l’Inter davanti in classifica, nè da una prestazione decisamente sotto le attese, come dimostra il fatto che il gol di Ibra arrivato nei minuti di recupero, rappresenta anche l’unico tiro nello specchio effettuato dai rosso neri nell’arco di tutto il match.

5. Il volo della Dea

Se l’Inter è riuscita a raggiungere la vetta, anche per i bergamaschi la rincorsa sta portando pian piano grandi risultati. La sesta vittoria di fila in trasferta per la compagine di Gasperini (record assoluto per il club) ha ancora più rilevanza perchè fatta su un campo estremamente difficile come quello del Verona (cinque vittorie su sette nelle ultime partite).

Il gol di apertura di Simeone (il dodicesimo in campionato, il doppio rispetto alla scorsa stagione e a un passo dal record per i veneti che tra gli stranieri hanno fin qua visto solo Emanuele del Vecchio arrivare a quota 13 in una singola stagione, ma nell’ormai lontano 1957), non è bastato al Verona che si è visto raggiungere prima da Miranchuk (che torna al gol dopo 10 presenze a secco e porta a 14 i marcatori diversi dell’Atalanta in stagione), e poi da un Koopmeiners alla sua seconda rete (tutte e due con tiri mancini da fuori area).

6. La solita Juventus

Poteva e doveva essere la partita del rilancio, è diventata invece quella della conferma di tutte le solite difficoltà in casa bianco nera di stagione. Quella di non fare gol in primis, visto un possesso palla di oltre il sessanta per cento e le 20 conclusioni (6 nello specchio) che hanno portato però al solo gol di Morata nel primo tempo.

Per lo spagnolo è la seconda rete di fila in trasferta (così come 20 dei 30 gol totali messi a segno in Serie A), ma non è servito alla Juventus che proprio contro squadre neo promosse sembra trovare particolare difficoltà ultimamente: nelle ultime sette sfide ha portato a casa soltanto 2 vittorie (poi 4 pareggi e 1 sconfitta). A quota 28 punti dopo 17 giornate, per la Juve è un record negativo che non si vedeva dal 1998 (24 in quell’occasione).

7. Rivelazione Viola

Impossibile non mettere Vlahovic in copertina sull’ennesima grande prestazione della Fiorentina che lancia la squadra al quinto posto solitario in campionato. I 30 punti rappresentano il massimo mai ottenuto dai viola dal 2015 a oggi a questo punto del campionato, così come i 21 gol segnati in casa in otto partite che sono un record battuto solo dai 22 realizzati nel 1960 (dallo stesso anno la Fiorentina non vinceva cinque partite di fila in casa segnando ogni volta almeno tre reti).

Negli ultimi 60 anni, oltre a Vlahovic soltanto Cristiano Ronaldo (33 nel 2020) e Luca Toni (31 nel 2005), hanno segnato più 30 reti in un singolo anno solare. Il serbo è anche il primo giocatore della Fiorentina a segnare per cinque partite di fila dopo Alberto Gilardino nel 2008.

Ma i meriti non sono solo i suoi ovviamente, perché Italiano è riuscito a dare spinta un po’ a tutti i singoli messi in campo, a cominciare da Giacomo Bonaventura, che con metà delle partite giocate ha già ottenuto lo stesso score dello scorso anno con 2 gol e 3 assist.

8. Altalena Lazio, sorride il Sassuolo

Continua a offrire prestazioni altalenanti la Lazio di Sarri, che anche in Emilia crolla dopo essere passata in vantaggio, registrando gli ennesimi svarioni difensivi che hanno portato già 32 gol al passivo (la peggiore difesa di tutta la parte sinistra della classifica). Non basta ai laziali il terzo gol in Serie A di Zaccagni, che peraltro ha realizzato tutti contro il Sassuolo (due la scorsa stagione con la maglia del Verona).

Anche Berardi dall’altra parte sembra avere un conto aperto con la Lazio, tanto che ha già realizzato nove reti contro i bianco celesti (solo contro il Milan, 10, ne ha realizzate di più). Crescono anche gli altri giovani emiliani, con Raspadori che per la prima volta in carriera chiude la partita con gol e assist, e Frattesi che è insieme a Vlahovic, il più giovane calciatore della Serie A ad essere partito titolare in tutte e 17 le partite di stagione.

9. (s)Profondo rosso(Blu)

L’arrivo di Shevchenko non sta portando molto bene al Genoa, che incassa la sua terza sconfitta di fila (in generale e in casa) portando peraltro a 10 i derby contro i cugini senza vittorie (record negativo storico).

E quasi da record sono anche i dieci punti totali dei grifoni, magro bottino che non si vedeva dal 1994. E deve far pensare il fatto che delle 58 squadre con 10 punti o meno in classifica a questo punto del campionato (da quando ci sono i tre punti in poi), soltanto sette sono poi riuscite a salvarsi a fine stagione (ultimo il Crotone nel 2016 che a questo punto ne aveva soltanto nove). E c’è voluto il ritorno in campo di Mattia Destro per interrompere il digiuno di gol del Genoa che durava ormai da 439 minuti.

L’altra faccia della medaglia è la Sampdoria che lascia da parte i problemi societari grazie anche alla grande partita di Manolo Gabbiadini, al suo quinto gol nel derby della lanterna (miglior marcatore della stracittadina insieme a Andriano Bassetto), e trovando il gol da tre partite di fila come non accadeva dal 2015 (con la sua seconda doppietta in assoluto in campionato, dopo quella contro il Bologna nel 2016 con la maglia del Napoli).

10. Dominio Granata

Il risultato non inganni, il Torino di Juric è riuscito a dominare il Bologna per gran parte della partita e solo un ottimo Skorupski e una certa imprecisione hanno tenuto aperta la partita fino all’ultimo. I granata del resto in casa sono da sempre avversario ostico, con quattro vittorie su cinque e altrettante partite dove segna almeno due gol ogni volta.

Ancora un primo tempo senza reti per il Bologna, che con cinque gol ha il peggior attacco in questo parziale dopo Salernitana e Genoa ferme a due. Viceversa, 12ª porta inviolata nei primi quarantacinque minuti per il Torino (nessuno meglio di Juric in questo dato).