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La nuova stagione di Serie A è ormai alle porte e pur con il mercato ancora aperto (e tante situazioni che si sbloccheranno probabilmente solo negli ultimi giorni), le squadre sono ormai pronte per scendere in campo. Dietro al Napoli con lo scudetto cucito al petto, prendono forma le candidature di Inter e Milan (forse quelle che si sono mosse meglio), con la Juventus e le due romane a cercare di inserirsi nella lotta per il titolo. Con un occhio aperto sulle possibili sorprese (vedi Atalanta e Fiorentina), proviamo ad analizzare la griglia di partenza di questo campionato che si annuncia quanto mai interessante e combattuto.

Il peso dello scudetto

Davanti a tutti c’è ovviamente il Napoli campione in carica, che inizierà però una nuova stagione completamente diversa, a cominciare dalla guida tecnica passata da Spalletti a Garcia.

A pochi giorni dall’inizio del campionato però, la situazione non è ancora completamente chiara per il nuovo mister: il ritardo di Osimhen per il rinnovo, con l’incognita dell’offerta araba; l’arrivo altrettanto tardivo di Natan (con doti tutte da verificare in Serie A) a sostituire Kim (nonostante l’operazione fosse annunciata da tempo), la condizione non ancora eccellente di Kvaratskhelia, i tanti infortuni nel pre campionato, qualche ruolo ancora da sistemare (vedi il vice Politano se uscirà Lozano) e persino il punto interrogativo su Zielinski (con le sirene di mercato sempre accese).

Insomma il dopo-Spalletti per ADL non è ancora perfettamente illuminato, ma il Napoli resta comunque una delle compagini più indicate per la lotta al titolo, anche se in mezzo a tutto questo, c’è da verificare se la “fame” di vittorie in campionato sarà simile a quella che ne ha fatto una squadra “cannibale” di punti nella prima parte della passata stagione.

  • Napoli (4-3-3): Meret; Mario Rui, NATAN, Rrahmani, Di Lorenzo; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia.

Il sorpasso delle milanesi

Dietro i partenopei, è indubbio che a muoversi meglio in questa sessione di mercato sono state proprio le due milanesi, apertamente tra le favorite al titolo di questa stagione. Se da una parte il Milan ha compiuto una vera e propria rivoluzione dopo l’uscita di Tonali e l’addio di Ibra, l’Inter ha invece puntato su un netto ringiovanimento della rosa (tra le più datate della massima serie) cercando al contempo di tenere a bada i conti. Missione (quasi) compiuta per entrambe.

Tifosi del Milan in subbuglio dopo l’uscita di Tonali verso il Newcastle (per ottanta milioni però), subito però rinfrancati dai tanti arrivi di qualità e di prospetto. Cambia l’attacco dei rossoneri, che pur mantenendo Giroud e Leao al centro del progetto, si sono muniti di altre frecce importanti come Pulisic (che può giocare anche sulla trequarti), Okafor (che certo è cambio più importante di quello di Origi dello scorso anno) e Chukwueze (altro prospetto interessante proveniente dal Villarreal).

Anche il centrocampo sarà tutto nuovo, con l’arrivo non solo di un LoftusCheek che garantisce dinamismo ed esperienza, ma soprattutto di un Reijnders che fin dalle sue prime uscite ha già dimostrato di poter prendere in mano le chiavi del gioco di Pioli. Confermata quasi in toto la difesa, a partire da Maignan che spera in una stagione meno sfortunata (fisicamente) della precedente.

  • Milan (4-3-3): Maignan; Theo Hernandez, Tomori, Thiaw, Calabria; Krunic, REIJNDERS, LOFTUS-CHEEK; PULISIC, Giroud, Leao.

Chiusa (probabilmente per sempre) la telenovela Lukaku, appianati (si spera) i musi lunghi per l’arrivo di Cuadrado (che comunque è un colpo utile per la fascia), l’Inter di Inzaghi riparte soprattutto da un rinnovato centrocampo che ha sì perso Brozovic, ma si è visto arrivare un giovanissimo duo di talento come Frattesi e (quasi sicuramente) Samardzic, a completare con Barella e Calhanoglu uno dei reparti più forti della Serie A (e con prospetto ancora migliore).

Sistemato finalmente anche il tassello di Sommer (a sostituire il partente Onana) tra i pali, ecco che ai nero azzurri manca solo l’ultimo innesto da affiancare a Thuram e Lautaro per l’attacco, oltre probabilmente a un centrale difensivo per far rifiatare i titolari. Se Marotta riuscirà anche in questo, ecco che Inzaghi avrà a disposizione la rosa migliore per puntare al titolo (e non solo).

  • Inter (3-5-2): SOMMER; Bastoni, Acerbi, Darmian; Dimarco, FRATTESI, Calhanoglu, Barella, Dumfries; Martinez, THURAM.

Le altre big della stagione

Le due romane, la Juventus che non avrà nemmeno il “peso” delle coppe, l’Atalanta di Gasperini. Tutte lotteranno quasi sicuramente per centrare uno dei posti in Champions, qualcuna forse anche per lo scudetto finale. Di certo, hanno vissuto estati parecchio diverse tra loro.

La Lazio ha chiuso al secondo posto la stagione passata, ma Sarri non è rimasto molto contento del mercato di Lotito (almeno per ora), soprattutto dopo l’uscita di Milinkovic-Savic che di certo ha tolto qualcosa ai bianco azzurri. Kamada è arrivato dopo mille peripezie, ma è tutto da verificare il suo apporto ai laziali, che se non altro sembrano aver risolto almeno la solita lite estiva con Luis Alberto.

Da valutare anche i due nuovi giovani attaccanti appena arrivati: Castellanos e Isaksen hanno talento e prospettiva, ma c’è da aspettare per vedere come si integreranno nel gioco (e nelle gerarchie) di un Sarri mai troppo aperto alle novità (non volute da lui).

  • Lazio (4-3-3): Provedel; Marusic, Romagnoli, Casale, Lazzari; Luis Alberto, Cataldi, KAMADA; Zaccagni, Immobile, Anderson.

Diverso il discorso per la Roma, che ha puntato molto (se non tutto) sulla conferma di Mourinho, che vuole però giustamente qualche sforzo in più per avere una rosa competitiva (visti anche i tanti problemi dello scorso anno). I due colpi più importanti sono paradossalmente arrivati già dallo scorso anno, con N’Dicka e Aouar arrivati a costo zero, così come il fondamentale rinnovo di Dybala. Per i giudizio finale però, c’è da aspettare almeno un nuovo innesto in attacco e probabilmente anche sugli esterni. Sperando che non trovi la via di uscita anche Matic, perchè in quel caso mancherebbe anche un prezioso tassello a centrocampo.

  • Roma (3-5-2): Rui Patricio; N’Dicka, Smalling, Mancini; Zalewski, Lo.Pellegrini, Cristante, AOUAR, KRISTENSEN; Dybala, Belotti.

La Juventus di Allegri si presenta alla nuova stagione con una sola convinzione: si punta tutto sul campionato. Messi alle spalle, in un modo o nell’altro, i problemi societari della scorsa annata, rimane una squadra comunque competitiva, al netto di uno sfoltimento della rosa necessario (per vari motivi).

Il mercato è in standby dopo l’arrivo del solo Weah (al posto di Cuadrado), in attesa di sapere il futuro di Vlahovic, da cui ovviamente dipendono tutti gli scenari del caso. In caso di permanenza (cosa che sembrava impossibile ma che via via non è opzione da scartare, specie con i perenni dubbi su Lukaku), ad Allegri servirebbe soprattutto qualcosa a centrocampo, visto che di Pogba si sono immediatamente perse le tracce (di nuovo).

  • Juventus (3-5-2): Szcesny; Alex Sandro, Bremer, Danilo; Kostic, Rabiot, Locatelli, Fagioli, WEAH; Chiesa, Vlahovic.

E poi c’è la solita Atalanta, che però mai come in questa stagione potrebbe avere la possibilità di inserirsi nella lotta al vertice. A cambiare tutto nell’estate dei nero azzurri, quell’offerta indecente per Hojlund, volato a Manchester in cambio di 85 milioni sonanti, subito convertiti in parte per portare alla corte di Gasperini due attaccanti come Scamacca e Bilal Tourè.

Kolasinac era già arrivato da tempo a rafforzare la fascia sinistra, e se ora si riuscisse a sistemare qualche casella tra centrocampo e difesa (oltre a resistere agli assalti per Koopmeiners), ecco che la Dea potrebbe diventare a pieno titolo una delle formazioni più interessanti dell’anno.

  • Atalanta (3-4-1-2): Musso; Scalvini, Demiral, Toloi; KOLASINAC, Koopmeiners, De Roon, Maehle; Lookman, Pasalic; SCAMACCA.

L’altro campionato: le outsiders

Dietro le “big”, prendono forma le ambizioni delle varie inseguitrici. La Fiorentina è attesa al salto di qualità, aiutato dall’ammissione alla Conference dopo l’esclusione della Juventus. Non a caso proprio in quel momento si sono sbloccate diverse trattative dei Viola, soprattutto in attacco dove ora potranno probabilmente contare sulla coppia Nzola e Beltran (piazzato Cabral in uscita, c’è ora da vedere dove mettere Jovic). Con l’arrivo poi di Arthur in mediana, Christensen tra i pali e Parisi in difesa, a Italiano ora manca solo un esterno alto (che nel suo gioco è quanto mai determinante). Bene anche le uscite (tutte ben remunerate), a patto di risolvere il “problema” Amrabat (che viceversa potrebbe poi sbloccare ulteriori nuovi arrivi).

  • Fiorentina: CHRISTENSEN; Dodo, Milenkovic, Quarta, Biraghi; Madragora, ARTHUR, Gonzalez, Bonaventura, PARISI; NZOLA.

Almeno sulla carta, le altre underdog sembrano effettivamente un passo indietro, anche se sappiamo come nulla è mai scontato e ogni anno ci troviamo di fronte a sorprese, conferme e smentite varie. Nessuna peraltro ha particolarmente stravolto la propria ossatura, al netto di qualche scontato scambio nella fase finale del mercato.

Il Torino ha per ora confermato buona parte degli arrivi che già vestivano in granata (Ilic, Vlasic e Radonjic per esempio), mettendo a disposizione di Juric anche un nuovo esterno come Bellanova e qualche elemento di esperienza come Tameze.

Ancora più bloccato il mercato del Bologna, che con lo stallo nelle uscite di Orsolini e Dominguez (e dopo aver bloccato Arnautovic), si ritrova in pratica con lo stesso undici iniziale dell’anno passato, eccetto Beukema in difesa. Il valore aggiunto, sarà però avere Motta da inizio stagione, se riuscirà a ripetere quanto di buono visto nello scorso anno (ma i suoi malumori esternati durante il ritiro, lasciano qualche ombra).

Il Monza di Palladino si è tolto la maglia di esordiente assoluto con una stagione da quasi Europa, e si appresta ora a confermarsi con più esperienza. Le buone prove dei singoli hanno portato anche altrettante richieste, per ora quasi tutte respinte al mittente, mentre l’arrivo di Gagliardini e D’Ambrosio forniranno ulteriore tasso di qualità.

Più complicata la situazione di Dionisi al Sassuolo, in cui la presenza di Berardi non è poi così scontata, mentre c’è parecchio da valutare dopo le tante entrate e uscite, tra cui quella pesante di Frattesi (sostituito per ora da Boloca). Manca ancora qualcosa in attacco, anche se come spesso è accaduto da queste parti, chissà che non salti fuori qualche nome giovane da valutare (vedi Lipani).

Neo promosse e lotta salvezza

Si tende ovviamente e mettere le neo promosse nella lotta salvezza, ma quest’anno almeno Cagliari e Genoa stanno facendo di tutto per puntare invece a qualcosa di più. Il grifone ha esaltato il suo pubblico con l’arrivo di Retegui (cosa che farà piacere anche a Mancini in chiave nazionale), ma alla corte di Gilardino c’è un buon mix di esperienza e gioventù che potrebbe trovare buon riscontro.

Al Cagliari c’è Ranieri a dare fiducia all’ambiente, che pure avrà a disposizione una squadra fortemente rinnovata con gli arrivi di Shomurodov, Jankto e Augello. Occhio anche al giovanissimo Luvumbo, attivissimo nel pre campionato e che con Lapadula ai box potrebbe subito mettersi in mostra.

Anche l’Empoli di Zanetti ha dimostrato, almeno nella prima parte della scorsa stagione, di poter esprimere un buon gioco, e lo farà ancora una volta nell’unico modo possibile per queste realtà: puntando sui giovani. Baldanzi in primo luogo, ma anche Shpendi arrivato fresco dal Cesena, e in porta ci sarà il nuovo arrivo Caprile. Gyasi e Grassi invece, daranno anche il giusto apporto di esperienza. Insomma, formazione molto interessante per la parte sinistra della classifica.

Tutte da valutare invece la Salernitana e l’Udinese. I campani hanno in trattativa diversi nomi, ma di fatto per ora è rimasta la stessa e Sousa dovrà probabilmente affrettare l’inserimento dei nuovi negli ultimi giorni di mercato. I friulani come sempre, hanno fatto diverse operazioni sotto traccia ma alla fine Pozzo potrebbe ancora una volta fare centro: occhio per esempio ai due nuovi e giovanissimi attaccanti, Lucca e Brenner, che soprattutto in caso di partenza di Beto potrebbero trovare spazio.

Cambio al timone per il Lecce, affidato a D’Aversa, con una formazione tipo che dovrà probabilmente fare a meno di Hjulmand (destinato alla cessione) ma che trova in Ramadani e Almqvist due innesti interessanti, soprattutto se Strefezza e Baschirotto continueranno a crescere. Difficile però per i salentini uscire dalla zona rossa.

Ancora di più per due squadre che, sempre sulla carta, non hanno per ora mostrato grandi miglioramenti. Verona e Frosinone, entrambe peraltro con nuovo allenatore, sono ancora cantieri aperti di difficile definizione. I ciociari di Di Francesco peccano in ogni reparto (soprattutto in attacco), mentre l’arrivo del solo Saponara non può certo spostare gli equilibri dei veneti, che già avevano sofferto moltissimo nella passata stagione.

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