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Con la semifinale di questa stagione conquistata in Europa League, la Roma si ritrova in almanacco già un record assoluto per le squadre europee: è l’unica società ad aver disputato almeno una semifinale in tutte le competizioni del Continente.

Dalla Coppa delle Fiere alla Champions League, i giallo rossi sono sempre stati presenti tra le prime quattro almeno una volta.

Con più di qualche rammarico (vedi quella finale di Coppa dei Campioni che ancora brucia) ma anche tante gioie. Ripercorriamo insieme i momenti salienti della storia europea della squadra capitolina.

Roma, tutte le semifinali: unica e sola in Europa

  • 2022/23 Semifinale Europa League
  • 2021/22 Finale Conference League (vincente)
  • 2020/21 Semifinale Europa League
  • 2017/18 Semifinale Champions League
  • 1990/91 Finale Coppa UEFA
  • 1983/84 Finale Coppa Campioni
  • 1969/70 Semifinale Coppa delle Coppe
  • 1962/73 Semifinale Coppa delle Fiere
  • 1960/61 Finale Coppa delle Fiere (vincente)

Costituita il 7 giugno del 1927, la AS Roma è stata presto una delle grandi protagoniste del calcio italiano, tanto da conquistare il suo primo titolo nel 1942. In Europa, bisogna invece aspettare gli anni sessanta per vederla tra le prime della classe, portandosi a casa quella che era in quei tempi la competizione più prestigiosa, la Coppa delle Fiere.

Ci riprova qualche anno più tardi arrivando alle semifinali di Coppa delle Coppe, ma la vera occasione d’oro è quella finale in Coppa dei Campioni a inizio anni ottanta, persa come sappiamo contro il Liverpool ai rigori. Altra occasione mancata, la finale di Coppa UEFA contro l’Inter nel 1991, ultimo apparizione tra le top quattro del secolo scorso.

In tempi moderni, eccola di nuovo protagonista nella Champions del 2018 dove raggiunge un’incredibile semifinale, per poi aggiudicarsi la neo nata Conference League alla sua prima presenza.

Si arriva così all’Europa League di quest’anno, dove ancora una volta i giallo rossi registrano il loro nome tra le prime quattro (in attesa del verdetto finale). Al momento, i capitolini sono proprio l’unica squadra in Europa, ad essere arrivata in semifinale in tutte le competizioni del Continente.

La Coppa delle Coppe del 1970: maledetta monetina

Che la storia dei giallo rossi nelle competizioni europee non fosse accompagnata da particolare fortuna, lo si capisce benissimo ricordando la semifinale di Coppa delle coppe del 1970.

Avversario di turno, il Gornik, temibile squadra polacca zeppa di grandi talenti che in quegli anni stava dominando la scena nel proprio paese (con qualcosa come sei campionati su otto vinti). Per arrivare a quel punto la Roma si era sbarazzata prima degli irlandesi del Ards, poi del PSV agli ottavi e infine dei turchi del Goztpe nei quarti.

Ma la vera battaglia stava per cominciare, perché la sfida contro il Gornik si è rivelata un vero tour de force. Si parte all’Olimpico, davanti a quasi sessantamila spettatori, con una rosa piuttosto ridotta dai tanti infortuni (sono appena 14-15 in tutto), e la squadra di Helenio Herrera gelata dal gol di Banas alla mezz’ora. Ci pensa Salvori a inizio ripresa a rimettere la gara in parità fino al termine.

Bisognerà quindi giocarsi la qualificazione allo stadio Slaski, pieno in ogni ordine di posto fino a quasi 90 mila presenze. Una bolgia che Fabio Capello spegne segnando il rigore in avvio con il vantaggio della Roma che sembra reggere fino al termine. Peccato che al novantesimo, l’arbitro Josè Maria Ortiz decreti ancora un calcio di rigore, questa volta per i padroni di casa, realizzato dal Lubanski e che porta le squadre ai supplementari.

Sempre lui, al terzo minuti dell’extra time porta in vantaggio i polacchi, che resistono agli assalti scatenando la festa sugli spalti. Sembra finita, ma la Roma non è mai doma e quasi allo scadere trova ancora una volta la rete del pareggio con Scaratti. Ironia della sorte, i gol nei supplementari allora non valevano “doppio” (la regola cambiò proprio l’anno dopo…), per cui la sfida è di nuovo in parità e non prevedendo i rigori, deve essere giocato uno spareggio in campo neutro.

Trasferimento a Strasburgo per la bella, con ancora una volta una partita molto equilibrata chiusa sull’1-1 dopo i supplementari (stessi marcatori, Lubanski e Capello).

L’eterna parità fu così rotta solo dalla fortuna: il lancio della monetina. Il capitano della Roma, Joaquin Peirò, aveva scelto “testa” in quella partita sia per il sorteggio del campo a inizio partita, sia nei supplementari, vincendo entrambe le volte. Leggenda narra che, in quell’ultimo decisivo lancio, fu Helenio Herrera a dire al capitano di cambiare e scegliere “Croce”, ma uscì “Testa” per la terza volte. Maledette probabilità.

Per la cronaca, fu il Manchester City poi a vincere la Coppa, battendo i polacchi in finale per 2-1.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
SemifinaliRoma – Gornik (POL) 1-12-2 d.t.s *
QuartiRoma – Goztepe (TUR) 2-00-0
2° TurnoRoma – PSV (OLA) 1-00-1*
1° TurnoArds (IRL) – Roma 0-03-1

Il grande rammarico: la finale di Coppa dei Campioni

Sull’onda dell’entusiasmo per il secondo titolo italiano, la squadra si era ulteriormente rafforzata unendo all’ossatura composta dai vari Falcao, Nela, Di Bartolomei, Ancelotti e Pruzzo, anche la classe di Toninho Cerezo e la determinazione di Francesco Graziani in attacco. Una squadra che legittimamente voleva e poteva arrivare in fondo alla competizione più importante, la Coppa dei Campioni. E così fece.

Liquidato il Goteborg nei sedicesimi già dal 3-0 dell’andata in casa (ininfluente la sconfitta 2-1 in Svezia), negli ottavi la Roma si sbarazza facilmente del CSKA Sofia con un doppio “1-0”, mentre nei quarti è ancora la legge dell’Olimpico a dare sicurezza con un altro “3-0” al BFC Dynamo nella gara di andata (poi anche qua, sconfitta per “2-1” al ritorno).

Tutto sembra quindi andare per il meglio, fino alle semifinali, dove il Dundee United regola con un secco 2-0 in Scozia i giallo rossi, che si presentano così davanti ai settantamila di casa in cerca di una disperata rimonta. Bastano quarantacinque minuti agli uomini di Nils Liedholm per rimettere il tutto in parità, grazie alla doppietta di Pruzzo nel primo tempo. Poi è Di Bartolomei a regalare il gol vittoria e qualificazione, su rigore nel secondo tempo.

La finale, ahimè, è storia. La favola sembra scritta, visto che il palcoscenico predefinito è proprio l’Olimpico di Roma, pieno in ogni ordine di posto di bandiere giallo rosse.

A taccuino, il gol di Neal dopo appena un quarto d’ora e il pareggio di Pruzzo sul finire del primo tempo. Poi è solo il ricordo di un arbitraggio piuttosto di parte (dello svedese Fredriksson) e di tanta sfortuna: quella di Pruzzo uscito anzitempo per Chierico e quella degli errori dal dischetto di Conti e Graziani, davanti ai balletti di Grobbelaar che regalano la vittoria agli inglesi.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
FinaleLiverpool (ENG) – Roma 5-3 dcr (1-1)
SemifinaliDundee Utd (SCO) – Roma 2-00-3
QuartiRoma – Dinamo Berlino (GER) 3-01-2
2° TurnoCSKA Sofia (BUL) – Roma 0-10-1
1° TurnoRoma – Goteborg (SVE) 3-01-2

La finale di UEFA: dominio italiano

Sono gli anni d’oro per il calcio italiano in Europa, con le nostre squadre che si contendono a suon di derby le coppe più prestigiose. Non è un caso che nel 1991 siano proprio Inter e Roma a giocarsi la finalissima di Coppa UEFA, vinta otto volte su dieci da un’italiana da lì a un decennio.

Ai quarti di finale erano addirittura quattro le italiane in corsa, con anche il Bologna protagonista, eliminato poi dallo Sporting mentre la Roma liquidava l’Anderlecht sotto una pioggia di gol (6-2 il parziale) e l’Inter aveva la meglio nel derby tricolore contro l’Atalanta (2-0 totale).

Percorso netto chiuso nelle semifinali dove a un doppio 0-0 dell’andata in trasferta, le due italiane rispondevano con una vittoria casalinga nel ritorno: 2-1 della Roma contro il Brondby, 2-0 dell’Inter contro lo Sporting.

Si gioca così la finale, allora in andata e ritorno, con l’Inter che inizia al meglio aggiudicandosi la gara al Meazza con un 2-0 confezionato tutto nel secondo tempo grazie ai gol di Matthaus e Berti.

Nel ritorno all’Olimpico, la squadra di Trapattoni si limita a contenere il gioco forte del vantaggio acquisito e riesce a reggere anche l’assalto finale dopo che il gol di Rizzitelli all’81° aveva ridato vigore e speranza ai giallo rossi.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
FinaleInter – Roma 2-00-1
SemifinaliBrondby (DAN) – Roma 0-01-2
QuartiRoma – Bordeaux (FRA) 5-00-2
2° TurnoValencia (SPA) – Roma 1-11-2
1° TurnoRoma – Benfica (POR)1-01-0

La semifinale di Champions: il miracolo di Di Francesco

Ma se in praticamente tutte le semifinali precedenti, si poteva considerare la Roma come possibile favorita, o quanto meno alla pari con le rivali, l’impresa della squadra di Di Francesco nella stagione 2018/19 di Champions, ha quasi del miracoloso.

Le grandi corazzate del calcio europeo, dal Real Madrid al PSG, dal Bayern al Barcellona passando per il Liverpool o il City, sembrano letteralmente di un altro livello. E già dal sorteggio le possibilità della Roma di passare il turno dei gironi sembrano poche, visto che ci sono Chelsea e Atletico Madrid decisamente più consistenti.

La Roma però chiude imbattuta i tre turni di andata, e si prende persino la briga di liquidare con un secco 3-0 il Chelsea nella prima del ritorno, mettendosi in condizione di vantaggio rispetto alle rivali, tanto da potersi giocare la qualificazione sulle proprie forze, semplicemente battendo il Qarabag nell’ultima partita e davanti al suo pubblico. Impresa più difficile del dovuto, ma con un 1-0 che porta alla clamorosa qualificazione agli ottavi.

Sorteggio che sembra positivo questa volta, con gli ucraini dello Shakhtar come rivali, evitando tutte le altre teste di serie importanti. Peccato però che proprio in Ucraina, i giallo rossi si lascino completamente andare dopo il vantaggio di Under a fine primo tempo, subendo la rimonta per il 2-1 finale. Partita complicatissima e agguerrita al ritorno, sbloccata solo dal gol di Dzeko nella ripresa che regala la qualificazione grazie al valore del gol in trasferta.

Il viaggio dei giallo rossi sembra però finito già all’andata dei quarti, dove contro un avversario quasi impossibile come il Barcellona, crollano in Spagna con un netto 4-1 per i blaugrana (con due autoreti di De Rossi e Manolas peraltro). Sembra finita. Ma non lo è, perchè al ritorno la Roma compie una vera impresa, partendo proprio dai protagonisti in negativo della gara di andata. Dzeko sblocca il risultato già al sesto minuto, dando il via all’assalto dei ragazzi di Di Francesco, che trovano la rimonta proprio con i gol di De Rossi e Manolas, ribaltando il Barcellona e accedendo alle semifinali di Champions.

Purtroppo ancora una volta la gara di andata è fatale, con il Liverpool che si impone nettamente per 5-2 (dopo essere stato in vantaggio anche per 5-0). Il ritorno all’Olimpico è di nuovo una bolgia, pensando proprio alle rimonta effettuata in precedenza e tutto sembra crollare definitivamente quando a fine primo tempo, gli inglesi sono già in vantaggio per 2-1 grazie ai gol di Sanè e Wijnaldum (in mezzo, l’autorete di Milner).

Tutto finito? Nemmeno per sogno, quando c’è in mezzo la Roma. Dzeko riporta le squadre in parità a inizio secondo tempo, ma servirebbero ancora tre gol per pareggiare i conti. Impossibile. Almeno fino al tre a due di Nainggolan a cinque minuti dal novantesimo e poi ancora il belga, per il 4-2 quando mancano ancora un paio di minuti di recupero alla fine.

La Roma ci mette il cuore, ma non basta. Sarà il Liverpool a giocarsi la finale, vincendola.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
SemifinaliLiverpool (ENG) – Roma 5-22-4
QuartiBarcellona – Roma 4-10-3
OttaviShakhtar (UKR) – Roma 2-11-0
GironiRoma – Atletico Madrid (SPA) 0-00-2
GironiQarabag (AZE) – Roma 1-21-0
GironiChelsea (ING) – Roma 3-30-3

Europa League 2020/21: continuità europea

Anche due stagioni or sono, la Roma è riuscita a districarsi bene in Europa ottenendo la semifinale nella seconda competizione più importante. Un cammino filato via piuttosto liscio nella fase a gironi (primo posto già ottenuto a una giornata dal termine) e poi confermato da una serie di convincenti prove nel tabellone a eliminazione diretta.

Benissimo tra sedicesimi e ottavi con quattro vittorie su quattro prima contro il Braga (5-1 totale) e poi contro lo Shakhtar (altro 5-1 con doppia vittoria), per poi approdare ai quarti contro il difficile ostacolo dell’Ajax. Il capolavoro di Fonseca è proprio in Olanda, dove la Roma ha la meglio sui lancieri per 2-1, ottenendo il passaggio del turno anche con l’1-1 dell’Olimpico (pareggio di Dzeko a un quarto d’ora dal termne che fa tirare un sospiro di sollievo).

La semifinale è complicata, ma diventa impossibile dopo la gara di andata dove i giallo rossi crollano all’Old Trafford con un sonoro 6-2, dopo aver addirittura chiuso in vantaggio il primo tempo per 1-2. Un risultato che peserà parecchio sul ritorno, dove la Roma riesce ad avere la meglio per 3-2 ma deve abbandonare la competizione.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
SemifinaliManchester United (ENG) – Roma 6-22-3
QuartiAjax (OLA) – Roma 1-21-1
OttaviRoma – Shakhtar (UKR) 3-01-2
SedicesimiBraga (POR) – Roma 0-23-1
GironiRoma – CFR Cluj (ROM) 5-00-2
GironiRoma – CSKA Sofia (BUL) 0-03-1
GironiYoung Boys (SVI) – Roma 1-23-1

Il ritorno alla vittoria: buona la prima in Conference

La Conference League è quella coppa che quasi nessuno sembra voler fare, ma che poi quando arrivi in fondo, diventa comunque vetrina e vittoria importante.

La Roma nella scorsa stagione non era certo partita nel migliore dei modi, con tanto di disfatta in Norvegia contro il Bodo/Glimt per un 6-1 devastante, salvo poi ritrovarselo di nuovo contro ai quarti di finale perdendo ancora in esterna, ma ribaltando il tutto giocando una partita coi fiocchi all’Olimpico, vincendo per 4-0.

Da lì le cose si sono fatte in effetti difficili e avvincenti, anche per merito degli avversari di tutto livello. La semifinale contro il Leicester è stata una battaglia vera, con il pareggio in Inghilterra per 1-1 e la vittoria di misura in casa (1-0 con gol di Tammy Abraham), così come la finale, giocata alla pari con il Feyenoord e portata a casa grazie al gol di Zaniolo che sblocca il risultato per poi mantenerlo fino alla fine grazie a una grande difesa.

C’è tanto di Mourinho in questa vittoria che riporta entusiasmo in città.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
FinaleRoma – Feyenoord (OLA) 1-0
SemifinaliLeicester (ENG) – Roma 1-10-1
QuartiBodo/Glimt (NOR) – Roma 2-10-4
OttaviVitesse (OLA) – Roma 0-11-1
GironiBodo/Glimt (NOR) – Roma 6-12-2
GironiZorja (URK) – Roma 0-34-0
GironiRoma – CSKA Sofia (BUL) 5-12-3

Europa League: a caccia di un sogno

Il sogno di quest’anno per la Roma, si chiama Europa League. Sembrava difficile arrivare in fondo, visti i tanti top club presenti nella competizione, ma alla fine ancora una volta è stata la “legge” dell’Olimpico a dare una spinta in più.

Succede negli spareggi contro il Salisburgo, quando deve rimontare al ritorno la sconfitta per 1-0 dell’andata, riuscendoci grazie a un secco 2-0 firmato Belotti/Dybala, così come agli ottavi dove però si parte proprio dall’Olimpico con un 2-0 al Real Sociedad che è capolavoro di cinismo stile Mourinho (e lo è anche lo 0-0 del ritorno in Spagna).

Ricapita però anche nei quarti, dove la Roma pur giocando una bella partita, esce sconfitta in Olanda contro il Feyenoord (sbagliando pure un rigore con Pellegrini), salvo poi rimediare al ritorno portando la partita ai supplementari e dilagando poi con una grande prestazione per 4-1 (nonostante molti acciaccati).

Ora c’è il Bayer Leverkusen, avversario ancora più ostico e con l’andata da giocare a Roma. Necessario quindi sia partire al meglio, che invertire magari la rotta nelle esterne, problema non solo europeo per i giallo rossi.

TURNOPARTITAANDATARITORNO
SemifinaleRoma – Leverkusen (GER)
QuartiFeyenoord (OLA) – Roma 1-04-1 dts
OttaviRoma – Real Sociedad (SPA) 2-00-0
SedicesimiSalisburgo (AUS) – Roma 1-00-2
GironiRoma – Betis (SPA) 1-21-1
GironiRoma – HJK (FIN) 3-02-1
GironiLudogorec (BUL) – Roma 2-11-3