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Tra tutte le squadre che potevano capitare ad Andrea Pirlo in questo momento, probabilmente il Sassuolo è una delle peggiori. In un momento così delicato per l’allenatore bianconero e per la Juve intera, i neroverdi arrivano lanciatissimi all’impegno di mercoledì sera, decisivo per le sorti delle due squadre.

Nessuno nelle ultime sei gare ha fatto meglio dei sassolesi: quattro vittorie di fila, il pareggio con l’Atalanta e il successo di ieri sul Genoa, per un totale di 16 punti incamerati da De Zerbi. Un bottino che ha consentito al Sassuolo di lanciare l’assalto al settimo posto, distante solo due lunghezze, che gli consentirebbe di guadagnare l’accesso alla neonata Uefa Europe Conference League.

Oltretutto gli emiliani hanno sicuramente un calendario più agevole della Roma, che affronterà l’Inter nell’infrasettimanale prima di vedersela nel Derby con la Lazio. Un sogno reso possibile dalla grande stagione di Mimmo Berardi, 16 gol per lui, eguagliato il suo massimo score in Serie A, e dal giovane Giacomo Raspadori, che con la quinta rete di Marassi ha sostituito alla grande il lungodegente Ciccio Caputo.

All’entusiasmo sassolese fa da contraltare l’aria pesante che attanaglia la Juventus, scossa dalla batosta subita la scorsa sera, la sesta in stagione, quarta nel girone di ritorno. Lo 0-3 milanista lascia pochi alibi a Pirlo, sempre più sulla graticola, tanto che nelle ultime ore si sono susseguite voci di un suo cambio immediato con il fidato Igor Tudor. Al di là delle voci di corridoio, appare chiaro come i bianconeri abbiano staccato la spina, di fatto sfiduciando l’allenatore bresciano, dopo la partita senza nerbo e grinta giocata ieri.

I numeri sono impietosi: la Juventus, la cui forza è sempre stata nella difesa granitica, ha subito gol in tutte le ultime undici partite di campionato, e ieri per la terza volta nelle ultime cinque non è riuscita a effettuare nemmeno un tiro nello specchio della porta nel primo tempo.

Evidente anche il calo di Cristiano Ronaldo, autore di una partita decisamente insufficiente, in cui non è mai riuscito a impensierire gli avversari. 69 punti vogliono dire quinto posto in classifica, zona Europa League, e sabato c’è pure l’Inter scudettata. Per centrare la Champions, al di là delle minacce Uefa sulla questione Super League, serve una scossa non facile da dare in questo momento ai bianconeri.

Serie A. Il Toro si gioca la salvezza, il Milan ha trovato nuovo smalto per puntare non solo la qualificazione alla Champions League, ma anche il secondo posto. I granata hanno portato a casa solo un pari da Verona, maturato nei minuti finali con le reti di Vojvoda e Dimarco. Un risultato ormai usuale per i piemontesi, giunti al 14esimo pareggio in Serie A nella stagione corrente, nessuno ha accumulato così tante X. Anche troppe in realtà per Nicola, che non deve abbassare la guardia nonostante il +4 sul terzultimo posto.

Torino che si giocherà le sue chance salvezza a partire da dopodomani, per poi sfidare Spezia e Benevento in due accesi scontri diretti. L’assalto ai 40 punti verrà guidato, ovviamente, dalla punta di diamante Andrea Belotti, autore, sì di 12 dei 48 gol totali del Toro, ma anche un po’ appannato quest’anno. Nel 2021 Belotti è andato in rete solo tre volte, una nelle ultime tredici, il rigore che ha permesso di decidere la sfida con l’Udinese. C’è da dire che ha fatto comunque un grande lavoro per la squadra, cercando di sfruttare i pochi palloni messi a disposizione da una compagine prettamente difensiva, come dimostrano i 7 assist serviti ai compagni.

Sicuramente il Gallo dovrà lavorare più duro del solito contro la solida difesa del Milan, impeccabile nella sfida con la Juve. I rossoneri vogliono arrivare al match con l’Atalanta dell’ultima giornata con un vantaggio sui rivali, e per farlo l’unico modo è vincere le due partite che rimangono. Pioli ha ottenuto una risposta fantastica dai suoi giocatori, capaci di un’impresa mai riuscita prima, vincere all’Allianz Stadium.

Una prima volta storica, dato che l’ultima vittoria in casa Juve risaliva al marzo 2011, e anche roboante nel punteggio, che dimostra ancora una volta come il Milan dia il meglio di sé in trasferta. Quattordici le gare vinte fuori casa in Serie A quest’anno, meglio anche dell’Inter campione d’Italia, nonostante i tanti infortuni che hanno colpito il Diavolo. Ieri sono usciti anzitempo sia il totem Zlatan Ibrahimovic che il giovane Brahim Diaz, autore del gol spacca partita, e così Pioli si è dovuto affidare ad Ante Rebic, che non ha tradito.

Dopo il rigore sbagliato da Kessie, il quinto sui 17 totali a favore dei rossoneri, l’inerzia della partita sarebbe potuta cambiare, se non fosse che il croato si è inventato lo straordinario tiro da fuori del raddoppio, che ha lasciato di sasso Szczesny. Rebic è stato decisivo soprattutto nel girone di ritorno, in cui ha realizzato 7 dei suoi 8 gol stagionali, servendo anche 6 assist. Fermo nei primi mesi dell’anno, dalla gara con la Lazio del 23 dicembre in poi ha trovato costanza di rendimento, segnando reti spesso decisive nelle sue 25 presenze totali.

Il peso dell’attacco, all’Olimpico, peserà tutto sulle sue spalle, vista l’assenza pressoché certa di Ibra.

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