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Il presidente del Consiglio Conte e il Ministro dello Sport Spadafora hanno dato alcune risposte alle domande del mondo del pallone: la ripartenza, però, resta un tema ancora misterioso.

Nel corso della conferenza stampa che ha chiarito i vari step per portano alla conclusione della fase 2, il presidente Giuseppe Conte ha trattato anche il tema dello sport e del calcio: “Il ministro Spadafora sta seguendo con grande attenzione lo sport ed è molto responsabile come tutto il Governo. Bisogna che si realizzino le condizioni per garantire la ripresa del campionato, non solo di calcio, in massima sicurezza. Per avventurarsi su una data abbiamo bisogno di qualche garanzia in più. Che, parlando con il ministro Spadafora, in questo momento non c’è. Speriamo si rializzino quanto prima”. Con queste parole, Conte ha chiarito quale sia il punto nevralgico: le garanzie, specificatamente legate al nuovo protocollo sanitario che dovrebbe garantire e tutelare tutti gli addetti ai lavori.

Intervenuto invece sul proprio profilo Facebook, il Ministro Spadafora ha provato a fare chiarezza, spiegando come anche tra i giocatori inizi ad emergere un po’ di paura: “Anche nel mondo del calcio ci sono posizioni diverse, anche tra i calciatori ricevo molti messaggi sui social, cercano di contattarmi per dirmi le loro preoccupazioni”, ha chiosato Spadafora che poi non ha usato giri di parole, attaccando quei presidenti (Lotito ma non solo) che premono per la ripartenza: “Inviterei tutti a fare un po’ meno i fenomeni, da fuori si è tutti scienziati, calciatori, arbitri. Mi dicono ‘non sei uno che viene dal mondo dello sport’, per fare il ministro dello Sport non è vincolante essere uno sportivo. Bisogna ascoltare chi ne sa più di noi, però poi assumersi le responsabilità. Il mondo del calcio ci chiede di essere noi ad assumerci la responsabilità di bloccare, non decideranno in autonomia”, il pensiero di Spadafora, il cui intento è quello di mostrare come il calcio, tenuto in scacco dalle TV e non viceversa, spera in un assist dal Governo: qualora dovesse essere decisa la sospensione del campionato, i vincoli con le TV cadrebbero e le emittenti come Sky e DAZN sarebbero costrette tassativamente a pagare l’ultima tranche (quasi 230 mln) anche se non verrà giocata nessuna partita. Partita, intanto, quella tra Governo, CONI, FIGC, Serie A e TV che sembra ancora nel primo tempo. La fine (o meglio, l’inizio del secondo tempo) è ancora lontana.

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