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Euro 2020 è finalmente alle porte, dopo un anno di attesa, e saranno proprio gli azzurri di Roberto Mancini ad aprire le danze, affrontando allo stadio Olimpico di Roma la Turchia di Senol Gûnes.

Il cammino dell’Italia negli ultimi anni è stato particolarmente esaltante, ma tra qualificazioni e Nations League l’unico avversario di livello affrontato dopo il pareggio per 0-0 contro il Portogallo del novembre 2018 è stata l’Olanda, con cui lo scorso autunno abbiamo ottenuto una vittoria per 0-1 ad Amsterdam e un pareggio per 1-1 a Bergamo, risultati che sono valsi il primo posto nel girone di Nations League.

La Turchia è quindi un avversario da affrontare con cautela, essendo, dal punto di vista agonistico e della qualità media dei suoi giocatori, su un livello nettamente superiore rispetto alle ultime squadre affrontate. Si tratta comunque di una squadra che presenta alcuni punti deboli che la squadra di Mancini può sfruttare. Andiamo ad analizzarli di seguito

Difesa solidissima ma giovane

La Turchia che ha chiuso il girone di qualificazione alle spalle della Francia campione del mondo (ma capace di sconfiggere i bleus a Konya e di pareggiare a Parigi) è una squadra giovanissima, compatta e che subisce pochissimo: solo 3 gol subiti (di cui 2 però sono valsi la sconfitta contro l’Islanda) e ben 8 clean sheet nel corso del percorso di qualificazione.

Se la gioventù è sicuramente un valore, in difesa la mancanza di esperienza può farsi sentire. I nostri attaccanti, decisamente molto smaliziati e abili nell’indurre all’errore gli avversari, dovranno fare leva su questo. Nel reparto i più anziani sono il 26enne Kaan Ayhan del Sassuolo, che difficilmente partirà titolare, e soprattutto il 25enne Caglar Soyuncu, pilastro della difesa del Leicester.

Al suo fianco ci sarà il giovane Merih Demiral della Juventus, 23 anni e ancora tanta irruenza da limare. 21 anni invece per l’ultimo difensore centrale, quell’Ozan Kabak che si è conquistato la maglia del Liverpool quest’anno, dove comunque ha dimostrato qualche limite d’esperienza.

Sulla destra sia Mert Muldur, 22enne compagno di squadra di Ayhan al Sassuolo, che Zeki Celik, 24enne fresco campione di Francia con la maglia del Lille, hanno vissuto una stagione estremamente positiva, ma è sul lato opposto che ci sono i problemi maggiori per Gûnes.

Le carenze sul lato sinistro

Le alternative per il ruolo di terzino sinistro infatti sono Umut Meras, 25enne che milita nel Le Havre, seconda divisione francese (13 presenze in Nazionale, tutte nell’ultimo biennio), e il giovanissimo (20 anni) Ridvan Yilmaz del Besiktas, che ad oggi conta solo 2 gettoni in Nazionale per un totale di 135’ in amichevoli contro Azerbaigian e Guinea. Rispetto al resto del pacchetto difensivo turco, il tasso tecnico e di esperienza si abbassa notevolmente.

Su quella zona di campo saranno quindi molto importanti gli scambi tra l’attaccante esterno, ruolo per cui sembra favorito Berardi rispetto a Chiesa, e la mezzala, Barella. Diventano loro le possibili chiavi per scardinare il solidissimo fortino turco: Berardi dovrà cercare di saltare l’uomo sulla fascia in maniera da far uscire Demiral, e quindi favorire l’inserimento di Barella o di un altro compagno in area.

Il centrocampo offensivo, un’arma a doppio taglio

Bisognerà fare molta attenzione in fase difensiva, viste le innumerevoli soluzioni di cui può disporre la Turchia per andare in rete, dalla velocità di Cengiz Under alle doti balistiche di Hakan Calhanoglu fino al Kral (il Re) Burak Yilmaz, classe 1985, unico giocatore ad aver militato nei quattro principali club turchi (Besiktas, Fenerbahce, Galatasaray e Trabzonspor), e che quest’anno ha portato a suon di gol, 16, il Lille a vincere la Ligue 1. Con 28 gol in Nazionale, è il secondo miglior marcatore della storia turca, alle spalle dell’”indesiderato” Hakan Sukur.

La tendenza però ad attaccare e a cercare gli inserimenti risolutivi dei centrocampisti, con un 4-1-4-1 ricchissimo di centrocampisti offensivi, può lasciare scoperta la Turchia alle ripartenze veloci: essenziale diventa quindi il ruolo di Bonucci e Jorginho nel cercare la profondità nel momento in cui si recupera palla.

Che tipo di partita sarà

Sarà verosimilmente una partita molto tesa, in cui difficilmente si vedranno tanti gol. La Turchia con ogni probabilità aspetterà l’iniziativa dell’Italia per cercare di attaccare sulle ripartenze. Gli azzurri dovranno essere bravi a bloccarle e a ripartire velocemente a propria volta. Sarà utile cercare l’ampiezza del campo, con Berardi a destra e probabilmente Spinazzola a sinistra, con Insigne che si accentrerà cercando di liberare lo spazio agli inserimenti del romanista.

Potrebbero rivelarsi decisivi i cambi in corsa, in particolare Belotti e Pellegrini che potrebbero dare più fisicità nelle fasi avanzate delle partite e fornire anche soluzioni da fuori area.