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L’emergenza coronavirus si è ormai propagata in tutto il mondo e, di riflesso, anche lo sport, oltre ad una serie infinita di altri settori, deve fare i conti con le conseguenze. Se in Serie A il tema di quando si possa riprendere a giocare continua a far discutere, per la Premier League arriva una proposta che potrebbe rappresentare la scelta più logica.

Secondo quanto riporta il Daily Telegraph, la Premier League potrebbe ripartire l’1 giugno a porte chiuse e terminare entro il 12 luglio. al momento è la soluzione pensata dalla Football Association ma sembra essere anche l’unica plausibile per poter riuscire a concludere il campionato e la Coppa. La diffusione del Coronavirus in Gran Bretagna, però, non ha ancora raggiunto il picco secondo gli esperti, anche se i numeri attuali iniziano ad essere preoccupanti. Il piano della Federazione inglese è di giocare a ritmi serrati (quasi sempre ogni 3 giorni) a porte chiuse, con misure di sicurezza per calciatori e staff e con servizi di emergenza negli impianti sportivi, concordati con il Governo e il Primo Ministro Johnson. La situazione, però, è ancora tutt’altro che definita perché i calciatori sarebbero costretti a ritmi infernali, con sole due settimane di pausa prima di riprendere la preparazione per l’inizio della prossima stagione, prefissato per l’8 agosto 2020.

Il tentativo da parte della Federazione britannica appare un tentativo sì plausibile per portare a compimento il campionato – il Liverpool è ad un passo dal titolo, per la prima volta nell’era Premier League – ma anche e soprattutto per salvaguardare i contratti con le TV (Sky e BT Sport) che, attualmente garantiscono quasi 9 miliardi di sterline all’anno. Interrompere la stagione significa rivedere i contratti e diritti televisivi, rinviando ogni tipo di discussione tra avvocati o aule di Tribunale. Allo stato dell’arte, si tratta solo di un’ipotesi ma il calcio inglese sembra già aver messo in preventivo che non si possa giocare, almeno fino a giugno. Un messaggio che anche le altre Nazioni (Italia, in primis) devono recepire, se non l’hanno già fatto. Perché, ad oggi, c’è un virus da debellare. E i numeri, purtroppo sempre più allarmanti, lasciano intendere come la battaglia sia appena iniziata.

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