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Un San Siro vestito a festa – come già accaduto nell’ultima casalinga contro la Fiorentina, con lo stadio esaurito in ogni ordine di posto – è pronto a spingere il Milan verso quella che molti hanno definito come la partita Scudetto.

Nell’ultima giornata, infatti, il Milan affronterà un Sassuolo ormai privo di motivazioni – lo si è visto bene nella partita del San Paolo. È chiaro, tanto a Pioli quanto ai suoi ragazzi, che la sfida contro l’Atalanta rappresenta l’ultimo vero ostacolo verso il Tricolore.

Attenzione però all’orgoglio della Dea. Mola mia, si dice da quelle parti. Forse non a caso, anche stando alle ultime dichiarazioni di Giampiero Gasperini, dato sulla graticola nonostante una classifica che – se paragonata a quella della storia dell’Atalanta – continua a far sognare il popolo Bergamasco (almeno per quanto riguarda il traguardo europeo, cruciale per le casse e la cassa di risonanza dei nerazzurri): «Purtroppo il tempo passa. Il declino esiste, di una squadra, di un ciclo, di un giocatore. Non è facile per nessuno, nemmeno per le grandi squadre. Io lavoro per l’Atalanta e se si ripartirà, come spero, sarà con rinnovato entusiasmo. Ma queste decisioni non le prendiamo noi allenatori ».

Lo sa bene Gasp, soprattutto alla luce della recente acquisizione del fondo americano (l’80% delle quote Percassi). Interrogato sull’annosa questione del “ciclo finito”, Gasperini ha poi aggiunto che «bisogna anche capire. Se l’Atalanta deve vincere, come ci è stato chiesto (dalla stampa, ndr) anche quest’anno, io metterei la firma per continuare ad avere i risultati degli ultimi anni. Non c’è limite al meglio, non c’è limite al peggio».

Nell’ultima sfida contro lo Spezia, sono arrivati tre punti d’oro. Ma si tratta solo di ossigeno. Per raggiungere l’empireo, l’Atalanta ha bisogno di un ultimo miracolo. In stile Atalanta. E chissà che i colori nerazzurri non possano fare la differenza contro quelli rossoneri.

I precedenti tra Milan e Atalanta

Partite giocate140
Vittorie Milan67
Pareggi46
Vittorie Atalanta27
I precedenti generali tra Milan e Atalanta

Milan e Atalanta, tanto per cominciare, è un derby.

Nell’eterna sfida tra Milan e Inter, è quantomeno curioso – e bellissimo per gli appassionati – che a decidere la lotta scudetto potrebbe essere l’altra lombarda: la Dea.

Sono più di 120 i match ufficiali tra le due squadre, sia in Serie A che in Serie B. La prima sfida ufficiale tra le due squadre risale al 1920, quando il Milan ebbe la meglio sugli ospiti per due volte di fila (4-0 e 5-1).

Il primo punto guadagnato dalla Dea risale al 1938. Alla stagione 1940/41 risale invece la prima vittoria dell’Atalanta (3-0).

L’incontro storico è però quello del 1972/73, quando si registrò un record ancora oggi imbattuto: quello del maggior numero di reti segnate nel corso di una partita nella massima serie. Finì 9-3 per il Milan.

È curioso, se pensiamo che il Milan di Stefano Pioli muore e risorge in seguito alla sconfitta per 5-0 del 2019 al Gewiss Stadium.

In generale, però, sono 140 le gare totali tra queste due storiche squadre. E il bilancio, come scontato che sia, vede nettamente avanti i Diavoli di Milano.

Sono 67 le vittorie del Milan, mentre sono 46 i pareggi tra le due contendenti. Appena 27, invece, quindi 40 in meno di quelle rossonere, le vittorie dei nerazzurri di Bergamo.

Il Milan, detto altrimenti, ha il 43,8% di possibilità di vincere contro l’Atalanta nel penultimo turno di campionato. Questo, almeno, dice la storia. A meno di clamorosi ribaltoni.

Milan e Atalanta: statistiche a confronto

MILANATALANTA
80punti59
64gol fatti 65
31gol subiti45
16clean sheet10
54.6%% possesso palla54.9%
Le statistiche stagionali di Milan e atalanta in Serie A

L’Atalanta è tornata a macinare gol su gol? Non proprio, ma alcune statistiche possono confortare i sostenitori bergamaschi. Alla voce capocannonieri, non troviamo un attaccante, ma un centrocampista.

È Mario Pasalic, con 13 gol – 4 nelle ultime 4 sfide di campionato –, il bomber della formazione allenata da Gasperini. L’anno scorso la Dea chiuse il campionato a un punto dal Milan di Pioli col miglior attacco del campionato (90 gol segnati) e una discreta difesa (47 i gol presi).

Quest’anno, la musica è cambiata. Se i gol presi sono 45, in linea con lo scorso campionato – dove però non c’era Juan Musso, secondo miglior portiere del campionato per prestazioni dopo Maignan –, quest’anno la Dea ne ha segnati appena 65 (uno in più del Milan primo, che però li distribuisce meglio, ma anche 13 in meno dell’Inter miglior attacco del campionato).

Chi ha invece la miglior difesa è proprio il Milan, con 31 gol presi – come Napoli e Inter.

Nelle ultime 9 uscite di Serie A – contro Napoli, Empoli, Cagliari, Bologna, Torino, Genoa, Lazio, Fiorentina e Verona – i rossoneri hanno incassato appena 2 reti.

Solo Ciro Immobile e Davide Faraoni sono riusciti a bucare il Diavolo. Gran merito a Pioli e ai suoi due interpreti inattesi (almeno a inizio stagione): Tomori e Kalulu. Kalulu in questo campionato ha giocato 26 partite per un totale di 1758 minuti, mentre Tomori (sempre in Serie A) di match ne ha giocati 29 e di minuti ne ha disputati 2548.

Da sottolineare anche le super prestazioni di Mike Maignan, giocatore fondamentale a livello difensivo ma anche offensivo. Con una difesa così alta come quella dell’Atalanta, i suoi lanci lunghi potranno risultare fondamentali.

Come arrivano le squadre

La vittoria esterna al Bentegodi per 3-1 (doppietta di Sandro Tonali e gol di Florenzi nel finale) in rimonta è l’ennesimo segnale lanciato dal Milan – se ce ne fosse ancora bisogno – a testimonianza della bontà del progetto Pioli.

Chiamiamolo così, prima di dare i (giusti) meriti a Maldini, Massara, Ibrahimovic e compagni. Pioli, ha detto Setti (presidente del Verona), è cambiato tanto. La sua espressione del volto trasmette grande serenità, il suo gioco è brillante e le sue dichiarazioni sono misurate. Ha studiato, e tanto, Stefano Pioli. Ma non è l’unico ad averlo fatto.

Guardate il sorriso di Rafael Leao. Se non lo vedete, non vi sbagliate. Anche il portoghese è cambiato tantissimo nelle ultime giornate. È meno saudade e più concretezza. La sua forza è straripante e al momento è lui il vero trascinatore del Milan. Con la Lazio, la partita è svoltata quando Leao ha iniziato a correre.

Contro la Fiorentina, è stato lui a decidere la sfida con un gol a 10’ dalla fine. Contro l’Hellas Verona, nell’ultima sfida di campionato, è stato sempre e soltanto lui a trainare il Milan alla vittoria. Per il 22enne portoghese, sono 10 i gol e 7 gli assist fin qui in campionato. Sono dati eccezionali.

Certo, non si può non menzionare Sandro Tonali, il ragazzino immagine della rinascita del Milan – da oggetto sconosciuto alla prima stagione dopo il Brescia, il centrocampista azzurro si è quest’anno preso la scena.

Sono tre per lui le reti – tutte pesantissime peraltro – nelle ultime tre partite di campionato. Sarebbero addirittura quattro se il VAR non gli avesse annullato l’1-0 contro l’Hellas, nel giorno del suo compleanno.

La difesa del Milan, come detto, è l’arma in più dei rossoneri. Che hanno bisogno di quattro punti in due partite per vincere uno storico scudetto.

Dall’altra parte c’è l’Atalanta, che è in un momento di forma incomprensibile.

Usiamo questa espressione non a caso: li nerazzurri, dopo la vittoria al San Paolo contro il Napoli nel girone d’andata, erano stati annoverati tra i candidati allo scudetto. Ma qualcosa è andato storto.

Certo, i numeri del reparto offensivo rimangono importanti, ma l’altalenanza dei nerazzurri allenati da Gasperini ha avuto la meglio sulla mole di gioco – inferiore rispetto agli scorsi anni – prodotta dalla Dea quest’anno. Soprattutto a Bergamo, in casa, l’Atalanta ha perso la maggior parte dei punti. E allora, forse, proprio per questo l’ultima speranza per l’Europa passa da Milano.

Sarà una sfida intensissima. All’andata (3.10.2021) furono decisive le reti di Calabria (1’), Tonali (42’) e proprio Rafael Leao (78’). Un Milan spettacolare ed efficace si impose grazie al dominio dei duelli, chiave sulla quale si concentrerà anche la sfida di ritorno. Quella partita finì 2-3, perché sul finale l’Atalanta con Zapata e Pasalic inquietò la festa rossonera.

Attenzione a dar per morta la Dea, sempre. Pioli lo sa bene. Qui ha aperto il cerchio, qui può chiuderlo.

Probabili formazioni

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Bennacer; Saelemaekers, Kessié, Leao; Giroud.

Atalanta (3-4-1-2): Musso; Palomino, Demiral, Djimsiti; Zappacosta, Freuler, De Roon, Hateboer; Pasalic; Muriel, Zapata.