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Nel weekend appena passato è stato definitivamente estratto il dado di una delle più equilibrate stagioni di Serie A, quella dello scudetto numero 19 conquistato dai neo Campioni d’Italia del Milan.

È stata l’ennesima stagione difficile anche se decisamente meno travagliata delle due precedenti, durante le quali non vi è stato lo stesso equilibrio che abbiamo vissuto fino a domenica scorsa.

Quello che state per leggere è il Pagellone della Serie A 2021/2022, tra promossi e bocciati di un Campionato esaltante.

Milan 9

La vittoria dello scudetto da parte degli uomini di Pioli (8,5), nasce dopo alcune stagioni in cui la programmazione societaria l’ha fatta da padrone, esente da investimenti folli e colpi di testa dell’ultim’ora, nonostante qualche problemino che ha causato malumori mai sopiti in casa rossonera, vedi il capitolo Donnarumma e la gestione del caso Kessié.

Ma tutto è bene ciò che finisce bene e quello del Milan è stato fin qui un percorso da una parte pieno di insidie e dall’altra zeppo di responsi positivi che hanno messo in luce una squadra con le idee chiare e tutta una serie di mosse azzeccate, quali Maignan (8), Theo Hernandez (7,5), Tomori (7,5), Tonali (7), Leao (8) e Giroud (7,5), solo per citarne alcuni.

A Pioli vanno riconosciuti i meriti di un lavoro tecnico certosino che dura ormai dal 2019, prodotto dalla fiducia che Maldini ha riposto in lui e che la proprietà ha riposto su Maldini (9), anche dopo la prima stagione della gestione del tecnico, non esattamente positiva.

La definitiva esplosione di Rafael Leao, ha portato quella verve offensiva che tutti si aspettavano da tempo, ma è stata tutta la squadra girare a dovere. Una stagione da incorniciare che va riconfermata nei prossimi anni con qualche innesto alla luce dell’età di alcuni elementi e delle scadenze contrattuali.

Straripante.

Inter 7,5

Perdere uno scudetto a qualche giornata dalla fine, in virtù della sconfitta inopinata di Bologna e qualche punto perso qua e là con squadre decisamente alla portata, non può mettere in secondo piano il contesto che ha affrontato Simone Inzaghi (7), dopo l’uscita di gente come Rom Lukaku e Achraf Hakimi, dati via al termine della scorsa stagione per ripianare una situazione societaria non proprio luccicante.

Inoltre vi è da tenere presente che Supercoppa Italiana e Coppa Italia sono stati due obiettivi raggiunti dalla squadra, oltre al passaggio agli ottavi di Champions League, traguardo che l’Inter non raggiungeva dal lontano 2012 e che non ha avuto un seguito nonostante il doppio confronto contro il Liverpool giocato quasi ad armi pari. Un bottino decisamente positivo, per una compagine che avrebbe potuto smarrirsi totalmente dopo il titolo della passata stagione.

Stagione in chiaroscuro per alcuni della rosa, come i nuovi arrivati Chalanoglu (5,5), Dzeko (6) e Barella (6), complessivamente meno performante rispetto alla stagione precedente, ma con il solito grande cuore.

E poi le note positive: straripante Perisic (8), solida e di qualità la stagione di Brozovic (7,5), discontinua ma comunque positiva quella dell’esterno destro Dumfries (6,5).

Solida.

Napoli 7

Il primo anno di gestione Spalletti (7), è nato l’estate scorsa sulla falsariga delle stagioni precedenti, con una compagine molto simile rispetto a quella che ha chiuso fuori dalle 4 nel 2021, ma un entusiasmo derivante da una programmazione alla quale, si spera, questa volta si possa abbinare un seguito convincente.

Durante la prima parte del Campionato la difesa (7,5), ha sorpreso in virtù della sua capacità di giostrare uomini e schemi, ma qualcosa si è rotto dopo un inizio brillante. La Coppa d’Africa e qualche infortunio di troppo, hanno introdotto qualche granellino di sabbia che ha danneggiato gli ingranaggi.

È stata l’ultima stagione di Insigne (6), coadiuvato da un grandissimo Osimhen (7,5), che ha tirato la carretta offensiva per tutto l’anno, agendo da punta centrale. Tra i mediani è da sottolineare con un pennarello verde la grandissima stagione di Anguissa (7), anch’egli fermato dalla Coppa d’Africa.

Senza fronzoli

Salernitana 7

Il lodo Lotito risoltosi intorno alla metà del campionato, deve aver fatto scattare qualcosa nella testa dei giocatori della Salernitana. L’arrivo di Nicola (8), ha cambiato completamente la stagione dei campani, nonostante una terribile ultima giornata che ha messo a repentaglio tutto l’incredibile lavoro svolto dal tecnico. Da mettere in evidenza le prestazioni di un ritrovato Verdi (7).

Miracolosi

Roma 6,5

Dopo le polemiche iniziali, pepate e piuttosto lontane dal chiaroscuro, Mourinho (7), ha messo a posto le cose presentando nella seconda parte di campionato una squadra gagliarda che ha raggiunto la finale di Conference League, oltre che un piazzamento che le permetterà di giocare la Europa League dell’anno prossimo.

Molto bene Abraham (7), rivelazione offensiva che cercava da tempo una punta che sostituisse gli anni d’oro di Dzeko. Il giovane fuoriclasse garantisce presenza scenica e gol da qui alle prossime stagioni.

Anima e cuore

Lazio 6

Quando una squadra con le potenzialità della Lazio esce quasi subito dalla lotta per la Champions League, va da sé che la tifoseria non possa essere al settimo cielo. D’altra parte, però, vanno riconosciuti dei meriti allo staff tecnico di Sarri (6,5) che ha saputo tenere alta la tensione dei propri giocatori fino alla conquista di un posto in Europa League.

Una generosità da parte dei giocatori che dovrebbe essere premiata con qualche innesto di qualità per la prossima stagione e non punita dai soliti discorsi del mercato in uscita. Immobile (7,5), c’è sempre, ma per salire di livello occorre qualcosa di più.

Da rivalutare

Juventus 5

L’addio di Ronaldo coinciso con lo start del nostro Campionato, non ha certamente aiutato Massimiliano Allegri (5), ma il cammino dei bianconeri in stagione è stato tutto fuorché esaltante.

Il cammino in Coppa Italia persa in finale contro l’Inter, è forse uno dei pochi aspetti positivi della stagione di una squadra che, a detta dei protagonisti della cosa bianconera, si è chiusa in modo tutto sommato positivo. Ma sono in tanti a non essere d’accordo su questa valutazione, tifoseria compresa, abituata a ben altri traguardi nelle stagioni precedenti.

In campo hanno deluso in tanti. Cuadrado (5,5), non ha brillato come in altre occasioni, Vlahovic (6), ha aiutato la causa permettendo il raggiungimento dell’agognato posto Champions, il centrocampo (5), non è stato all’altezza della situazione, mentre non hanno entusiasmato de Ligt (5,5), Dybala (5,5) e Morata (5,5).

Delusione.

Atalanta 5

Se si è definitivamente rotto il meraviglioso giocattolo delle annate precedenti, lo scopriremo nei prossimi mesi, ma di certo il crollo della “Dea” della seconda parte della stagione che si è appena chiusa, è decisamente preoccupante.

Gasperini (5) è sembrato aver perso la bussola da un giorno all’altro e la squadra ne ha risentito non poco, anche e soprattutto per la inconsueta difficoltà in fase realizzativa, vero e proprio fiore all’occhiello dell”Atalanta.

Irriconoscibile.

Venezia 5

Nonostante un roster che nulla aveva a che vedere con quello di squadre ben più blasonate, il Venezia ha provato a rimanere in corsa per la permanenza in Serie A, riuscendoci fin quasi alla fine, per poi mollare gli ormeggi dopo il pareggio della Salernitana alla penultima che ha definitivamente condannato i lagunari.

Il risultato finale non può essere quello sperato dai tifosi e una retrocessione non è mai positiva, ma fermarsi ad essa non sarebbe giusto.

Carattere ed entusiasmo

Genoa 4,5

La rivoluzione tentata durante la finestra di mercato in virtù dei giocatori richiesti da Shevchenko (5), si è chiusa proprio nel momento in cui quei giocatori sono, almeno in parte, arrivati. Anche in questo caso la società (4,5) ha le sue colpe, pochissima programmazione e idee non chiarissime sull’affidamento dell’area tecnica.

Meglio con Alexander Blessin (6), ma occorrono basi ben più solide.

Senza mordente.

Cagliari 4

Un disastro su tutta la linea.

Della stagione del Cagliari non c’è nulla da salvare, tutti, chi più chi meno, sono responsabili di un’annata da dimenticare. Dalla società (4), che ha cambiato e ricambiato in corso d’opera staff tecnico e giocatori, ai giocatori stessi (4), fino all’allenatore che più è rimasto sulla panchina rossoblù, Mazzarri (4), ancora una volta troppo ancorato ad un calcio che sta cambiando.

Disastrosi.