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Il sogno del Marocco prosegue ai Mondiali 2022.

Dopo sei ottavi di finale in cui stacca il pass sempre la squadra nettamente favorita, abbiamo la prima grande sorpresa in Qatar. Che poi tanto sorpresa, i “Leoni dell’Atlante” non lo sono: guardando la rosa e il loro gioco effervescente.

Ma se batti la Spagna fa sempre rumore. A maggior ragione raggiungendo quei quarti di finale sempre visti da vicino e senza poterli giocare.

La squadra di Hoalid Regragui compie l’impresa e il merito è soprattutto del suo numero uno: Yassine Bounou, per tutti “Bono” che gli spagnoli li conosce bene, visto che milita in Liga con la maglia del Siviglia.

Eroe di una notte per tutta la nazione e forse anche oltre, considerando i festeggiamenti delle comunità marocchine anche al di fuori dei confini. Per gli uomini di Luis Enrique un vero incubo.

Vediamo le pagelle i voti di una partita a suo modo storica.

Marocco

Bono: Compie almeno tre parate importanti nel corso dei 120 minuti, ma è ai calci di rigore che si esalta. Para due tiri dagli 11 metri, il primo e il terzo della Spagna, con il palo che lo sostiene in occasione del secondo. Entra nella storia del suo paese e mette nel mirino CR7 e soci. Saracinesca. 9

Hakimi: Un moto perpetuo che fa aumentare i rimpianti ai tifosi dell’Inter per la sua dolorosa e inevitabile cessione. Giocatore di grandissima caratura, attacca e difende senza sosta e spesso crea scompiglio nella difesa iberica. A lui, l’onore di insaccare il rigore che spalanca le porte dei quarti di finale. Sentenza. 8

Aguerd: Qualche incertezza e in certi frangenti soffre il gioco offensivo della Spagna, ma era da mettere in preventivo. Alza bandiera bianca nel finale per un problema fisico e alla fine porta a casa un’onesta prestazione. Soldatino. 6 (Dall’84’, El Yamiq: entra nella battaglia praticamente a freddo e si comporta egregiamente. 6,5)

Saiss: Il capitano si conferma una colonna della squadra marocchina e sbroglia diverse situazioni estremamente roventi. Abile nel gioco aereo, dimostra di essere cresciuto a livello di marcature grazie al suo club, il Wolverhampton. Il primo a suonare la carica verso la vittoria. Capitan Coraggio. 7

Mazraoui: E’ l’altra spina nel fianco della Spagna. Se Hamiki affonda sulla fascia destra, l’esterno del Bayern Monaco ara il binario di sinistra con una facilità immensa. Il suo gioco estremamente offensivo lo porta a concedere qualcosa a livello difensivo, ma è un rischio da correre. Pendolino. 7,5 (Dall’82’, Attiyat Allah: Pensa più alla fase difensiva e si gioca bene le sue carte. 6)

Amrabat: Una conferma delle sue immense qualità. Play basso davanti alla difesa, fa tutto e di più: imposta, spezza il gioco avversario, scherma, recupera, scala in difesa (salvataggio decisivo sulla linea di porta) e poi si propone in attacco. Nemmeno in Serie A lo avevamo visto su questi livelli. Il nuovo “Sindaco di Firenze” è il vero asso nella manica di questo Marocco. Impressionante. 8

Ounahi: Ha solo 22 anni il mediano dell’Angers, ma gioca con la classe del veterano. Mezzala destra che ama inserirsi e sempre con un occhio rivolto alla propria difesa per dare una mano. Un giocatore che presto vedremo in una big. Tambureggiante. 6,5 (Dal 120′, Benoun: entra per calciare rigore ed è l’unico dei suoi a fallire. Meglio non infierire in questi casi. sv)

Amallah: Altrettanto decisivo nella mediana marocchina, o se preferite nel duo che si posiziona tra Amrabat e il tridente d’attacco. In qualche occasione pasticcione e confusionario, riesce a rimediare a tutto. Utile. 6 (Dall’82’, Cheddira: da Bari con furore si inventa almeno un paio di percussioni impressionanti nella difesa iberica. Peccato per la mira che lo tradisce, ma spacca la gara nel vero senso della parola. 7)

Ziyech: Resta un mistero come il Chelsea possa privarsi di un giocatore così. Autentica scheggia crea diverse crepe nella difesa avversaria e sfiora anche la meritata rete. Dagli 11 metri mette in ghiaccio la qualificazione marocchina. Guizzante. 7

En-Nesyri: Il giocatore c’è e si vede. Resta qualche volta troppo statico al centro e questo lo porta anche ad avere meno occasioni. Tutto sommato esce con una buona sufficienza. 6 (Dall’82 Sabiri: ha altre caratteristiche rispetto al compagno e aiuta ad aprire varchi nella difesa della Furie Rosse. Va per primo sul dischetto e fa gol. 6,5)

Boufal: Certe volte è anarchico tatticamente, ma in fase di possesso può davvero creare pericoli in ogni zona del campo. Aiuta la mediana in fase di non possesso e questo comporta anche un dispendio fisico. Duttile. 6 (Dal 64′ Ezzalzouli: da maggiore copertura, rispetto al compagno. Unisce qualità e quantità per un bel Mix. 6,5)

CT, Regragui: l’artefice principale di questa macchina da guerra che promette spettacolo in Qatar. Studia alla perfezione ogni mossa e raccoglie il meritato risultato. Stratega. 8

Spagna

Unai Simon: Almeno tre interventi di spessore nei 120 minuti della gara, poi nella lotteria dei rigori ne para anche uno. Non basta, complici gli errori dei compagni. Baluardo. 7

llorente: Una delle due sorprese iberiche nello schieramento iniziale. Soffre tanto nei primi minuti, poi riesce a prendere le misure ai rivali e chiude degnamente. 6

Rodri: Da centrocampista a difensore centrale. Non sfigura e si disimpegna bene anche in una paio di situazioni non facili. Certo, nel suo ruolo avrebbe dato qualcosa in più. 6,5

Laporte: Ha vissuto giornate migliori. Non commette errori pacchiani, ma spesso è impreciso e anche falloso, tanto da rimediare il cartellino giallo. 5,5

Jordi Alba: le cavalcate di Hakimi lo mettono sulla difensiva e qualche volta ben oltre il necessario. Senza dimenticare che nella sua zona si aggira un certo Ziyech. Si vede con meno costanza a livello offensivo e la squadra ne risente. 5,5 (Dal 98′ Balde: spiccioli di gara. Sv).

Sergio Busquets: giornata non facile per il metronomo della mediana iberica. Poco supportato dai compagni è quasi sempre schermato dai rivali quando cerca di farsi servire palla in fase di impostazione. Chiude con un pessimo rigore che racchiude la serata stregata della Spagna. 5,5

Gavi: Parte bene e sferra il primo pericolo verso la porta marocchina. Poi esce dalla gara senza riuscire a dare il solito contributo a livello di qualità. 5 (Dal 63′, Soler: da maggiore sostanza e freschezza alla mediana delle Furie Rosse. Scheggia il palo in partita e lo coglie pieno dagli 11 metri. Meritava ben altro. 6,5)

Pedri: Non il solito distillatore di giocate di precisione, ma quando c’è da sfoderare la sciabola al posto del Fioretto, il centrocampista del Barcellona non si tira indietro. 6

Ferran Torres: si accende e si spegne come un lampione di periferia. Da un attaccante con quelle qualità ci si attende ben altro. Soprattutto in fatto di continuità. 5,5 (Dal 75′ Williams: Garantisce maggior peso e velocità al reparto offensivo spagnolo, ma si vede poco sottoporta. 6. Dal 118′ Sarabia: entra per i rigori e sbaglia subito il primo, difficile giudicare. SV)

Asensio: Preferito a sorpresa a Morata incide veramente poco come punta centrale. Non agendo da esterno perde molto della sua forza. 5 (Dal 63′, Morata: forse con lui in campo dal primo minuto saremmo qui a parlare di un’altra gara. Gettato nella mischia dopo la prima ora di gioco si mette in luce, ma non trova la zampata. 6)

Dani Olmo: anche per lui vale il discorso fatto per Torres. Manca la continuità, tra una giocata di classe e lunghi minuti di assenza nella manovra iberica. Con quelle qualità lì è obbligatorio dare di più. 5 (Dal 98′, Fati: entra in una gara complessa e prova a portare freschezza. Ma resta ingiudicabile. SV).

CT Enrique: Morata in panchina dal primo minuto grida vendetta sotto certi punti di vista. Così come la scelta di lasciarsi i cambi per i supplementari, quando forse servivano già nella seconda frazione per mettere in difficoltà il Marocco. Come ad Euro 2020 sono i rigori a condannarlo alla sconfitta. Allenatore di grande spessore (soprattutto umano), ha convinto poco nell’ottavo di finale. 5,5