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Fagiano contro Montedio. Roasso contro Giravanz. Oppure Bellmare contro Gamba. Di cosa stiamo parlando? Bene, forse non ci crederete ma sono tutti possibili scontri tra squadre giapponesi di calcio. Sappiamo bene quanto sia particolare la cultura del sol levante, che si riflette anche nel suo quasi magico linguaggio di ideogrammi, che riflettono significati profondi ed evocativi. Così come gli strani nomi di alcune di queste squadre, tanto che abbiamo voluto vedere che cosa potessero significare davvero.

Il Calcio in Giappone

Una delle caratteristiche del Giappone moderno, è l’arte di aver saputo far collimare la millenarie tradizioni della sua cultura, con gli aspetti più moderni del nostro mondo.

Il calcio non amatoriale in Giappone non è arrivato poi da molto, visto che solo nei primi anni novanta (il primo campionato ufficiale è datato 1993) si è passati al professionismo con la nascita della J.League.

Le squadre sono poi man mano aumentate e proprio in virtù di questa commistione di tradizione e innovazione, hanno preso spesso nomi altisonanti derivanti per lo più da nomenclature straniere, soprattutto di quei paesi dove il calcio la fa da padrone (Europa e Sud America).

Gli strani nomi delle squadre Giapponesi

Ecco allora che oltre alla città di provenienza, nei nomi delle squadre nipponiche troviamo quasi sempre una nomenclatura particolare atta a definire, a modo loro, una significato ben preciso.

  • Cerezo Osaka – Qua è abbastanza facile capirne l’attinenza, visto che “Cerezo” in spagnolo è proprio quel “ciliegio” che troviamo ovunque in città e che ne è diventato ormai simbolo caratteristico.
  • Gamba Osaka – Più particolare invece è il nome scelto per il club rivale della città, che ha pensato bene invece di utilizzare una parola tipicamente italiana “Gamba”, con però tutto un altro significato: “in giapponese infatti per assonanza ne hanno legato il nome a “ganbaru”, ovvere “resisti”, “metticela tutta”. E non si può dire non sia di stimolo.
  • Fagiano Okayama – Ma non sarà mica il “Fagiano” che intendiamo noi? E invece sì. Solo che qua si riferisce a una nota fiaba nipponica, che aveva come protagonista Momotaro e il suo compagno, un fagiano.
  • Hokkaido Consadole Sapporo – Una sorta di anagramma invece è il Consadole di Sapporo, che deve il suo nome all’unione tra “Consado” (dosanko, la gente di Hokkaido) e “Olè”, ovvero il classico incitamento dei tifosi. Decisamente creativo.
  • Jubilo Iwata – Inno alla gioia invece è il classico “Jubilo”, ovvero “Gioia”. E per il team nato dall’azienda della Yamaha, non può che essere una buona speranza di vittoria.
  • Montedio Yamagata – Qua è quasi letterale, con “Monte e Dio” a unirsi per magnificare le montagne intorno a Yamagata.
  • Kashima Antlers – Di spirito decisamente più anglosassone invece è la scelta del Kashima, che affianca il nome della sua città ai suoi “parchi dei Cervi” (Antlers in inglese).
  • Kawasaki Frontale – Si torna forti tinte italiane, anche se il nome “Frontale” potrebbe essere interpretato in vari modi.
  • Nagoya Grampus – In stile molto americano, a Nagoya hanno invece optato per associare il nome a un animale che richiamasse la città stessa. In questo caso i delfini presenti sul Castello di Nagoya stesso, riferendosi in particolare alla specie del Delfino di Risso, il “Grampus” appunto.
  • Roasso Kumamoto – In una terra dove i motori (e le aziende dei motori giapponesi) la fanno da padrona anche nel mondo del calcio, il Roasso invece è un chiaro omaggio a un marchio italiano: “Rosso” e “Asso” (oltre al simbolo di un cavallo rampante), non possono che riportare alla scuderia di Maranello.
  • Sanfrecce Hiroshima – Questa è forse la più evocativa di tutte. Di primi acchito potremmo pensare a qualche freccia santa, ma invece il significato è un altro. “San” infatti significa “Tre” e le frecce sono un riferimento a un aforisma di un daimyo locale (una carica feudale) che narrava di come una freccia si possa spezzare facilmente, ma tre insieme, non saranno mai spezzate. Una versione nipponica dei bastoncini insomma.
  • Shimizu S-Pulse – La squadra di Shizuoka punta invece direttamente ai suoi tifosi, chiamandoli in causa con quel “S” che sta a significare tante cose: le iniziali della città e della prefettura, il calcio (soccer) e soprattutto i tifosi (supporters) da cui arriva proprio il “pulse” (la spinta) per la vittoria.
  • Shonan Bellmare – Beh, una citta sulla costa con una splendida baia davanti. Facile immaginare che Bel Mare sia il significato a cui mirare.
  • Urawa Red Diamonds – Qua siamo quasi alla pubblicità occulta. I “Red Diamonds” qua sono infatti chiaramente riconducibili al logo della Mitsubushi. E ogni riferimento non è puramente casuale.
  • Vegalta Sendai – Riferimenti astronomici invece per la squadra di Sendai. Là dove “Vegalta” è la parola composta da “Vega” e “Altair”, ovvero le due stelle rappresentative delle divinità Orihime e Hikoboshi, omaggiate nella festa Tanabata che si celebra in città.
  • Vissel Kobe – Dopo il trasferimento da Okayama a Kobe (grazie a un accordo con la Kawasaki), la squadra prese il nome di “Vissel” che deriva dall’unione di “Victory” e “Vessel” (vittoria e vascello, visto che la città ha una lunga tradizione portuale).
  • Giravanz Kitakyushu – Vabbè, questa forse rende bene l’idea di come ai giapponesi piacciono anche i giochi di parole e di significati. Non so quanto possano realmente capirlo nella lingua del sol levante, ma qua è semplicemente l’unione di “Girasole” e “Avanzare”, ovvero il simbolo della citta e un incitamento ad anadare sempre avanti. Senza una vocale.

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