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Vi ricordate le parole di Antonio Conte prima dell’ultima sosta, dopo la sconfitta rovinosa a Bologna che avrebbe inaugurato, si fa per dire, una risalita strepitosa con i tre successi consecutivi contro – niente meno che – Atalanta, Roma e Juventus? Bene, vi rinfreschiamo la memoria: «io non lo accompagno il morto». Vecchio detto strapaesano, tipico di chi ha vissuto una vita al massimo. Tradotto, nel contesto del suo Napoli (versione 2025/26: leggasi «secondo anno di Conte»), ciò significa: io sono io, Antonio Conte è il mio nome. Vittoria è la mia ossessione, al punto che pure mia figlia si chiama così. E voi? Fate la vostra scelta, perché se questo è l’andazzo: addio.

Il Napoli, Conte, lo avrebbe seguito fino all’inferno. Le tre vittorie di cui sopra ne sono state il manifesto perfetto. Una squadra compatta, solidissima, cattiva sui contrasti, a tal punto furente da lasciarsi alle spalle gli alibi – che ora riemergono con la stessa forza che li aveva sotterrati prima, sotto il colpo di risultati vincenti e pesantissimi – sui tanti (troppi) infortuni.

E se è vero che Napoli, Conte e il Napoli hanno tremato quando Scott McTominay si è accasciato sul suolo della Dacia Arena, facendo presagire nubi all’orizzonte, ora – alla luce della pessima prestazione degli azzurri contro l’Udinese (P 1-0) – tutto sembra cambiato. Quasi – quasi – sarebbe stato meglio non avercelo, Scott, negli impegni di Supercoppa. In fondo contro il Milan di Allegri Conte si gioca sì la possibilità di vincere un titolo, ma a quale costo – mutatis mutandis, pensiamo: non è forse per questo che Conte ha praticamente abbandonato ogni velleità europea perdendo contro il Benfica di Mourinho senza amore né cattiveria (cantava Bersani)?

Formazioni e dove vederla

NAPOLI (3-4-3): Milinkovic-Savic; Beukema, Rrahmani, Buongiorno; Di Lorenzo, McTominay, Lobotka, Spinazzola; Neres, Højlund, Lang
Allenatore: A. Conte

MILAN (3-5-2): Maignan; Tomori, De Winter, Pavlovic; Saelemaekers, Loftus-Cheek, Modric, Rabiot, Bartesaghi; Leao, Pulisic.
Allenatore: M. Allegri

Napoli-Milan, giovedì 18 dicembre in diretta su Italia 1 alle ore 20

Il momento del Milan

Dinnanzi, il Napoli si trova a dover dribblare, tra le dune di Riyadh, una squadra altrettanto in difficoltà. La quale pure, è vero, rimane aggrappata alla testa della classifica – e guarda, per ora, lo stesso Napoli dall’alto, certo di poco –, ma al contempo continua a dimostrare fragilità irrisolvibili almeno all’apparenza. Anche contro il Sassuolo infatti il Milan ha faticato incredibilmente, prendendo altri due gol – brutto segnale per una squadra che, Allegri dixit, dovrebbe porsi l’obiettivo di prenderne meno di 24 per vincere il titolo, e ne ha già presi 13 dopo 15 partite.

La fortuna di Max, fortuna si fa per dire, è che il suo Milan esce nelle partite che contano. Proprio in Supercoppa, se ricordate, il Milan del neo-allenatore Conceicao lo scorso anno fu in grado di eliminare l’Inter (3-2) con una rimonta straordinaria in finale, e vuole ora difendere il titolo contro i partenopei.

Sarà una sfida molto bella, sicuramente. La stanchezza che ambedue le squadre hanno dimostrato di patire negli ultimi tempi aumenta, paradossalmente, lo spettacolo in campo. Questo sarà terreno dei grandi talenti che da una parte all’altra – Neres e Lang nel Napoli, Pulisic e Nkunku, aspettando Leao, dall’altra – potranno davvero incidere su una partita altrimenti bloccata, dove entrambe le squadre, sempre molto attente in fase difensiva – lo dimostra l’ultimo scontro in campionato tra le due, vinto 1-0 dal Milan –, penseranno prima a non prenderle e poi a darsele. Per chi passa, la possibilità di vincere un titolo. Per chi perde, di rimettersi in corsa per quello Nazionale, quello che conta davvero: lo Scudetto. Che qui fornirà un antipasto succulento.