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A leggerle, certe notizie, quasi non ci si crede. Stando a Il Mattino, i.e. la fonte di riferimento per gli avvenimenti più rilevanti di Napoli e dintorni, la prefettura del capoluogo campano ha disposto 800 agenti di polizia all’esterno del Diego Armando Maradona di Napoli per la sfida tra i partenopei e l’Eintracht di Francoforte, valevole per la quarta giornata della fase a gironi di Champions League (2025/26).

Ottocento, dicevamo, nonostante l’assoluto divieto di trasferta imposto ai tifosi tedeschi – per inciso: hanno acquistato il biglietto 80 persone, tutte italiane e appartenenti alla Regione Campania, che si ritroveranno nel settore ospiti con tanti bambini delle scuole calcio di Napoli e dintorni. Fuori dall’hotel dove alloggerà il club di Francoforte, Michele Di Bari, prefetto che si è occupato di gestire l’ordine pubblico in occasione del match, ha disposto un cordone di polizia per timore di ulteriori ripercussioni da parte dei tifosi del Napoli.

Una partita già calda prima di cominciare

Più che una partita, insomma, Napoli v Eintracht Francoforte assomiglia ad una guerra. E visti i precedenti (marzo 2023), con una città (Napoli) messa sotto assedio dai tifosi dell’Eintracht coadiuvati da quelli dell’Atalanta – loro gemellati – si capisce anche perché.

Nello specifico, quello di martedì pomeriggio sarà l’atto terzo di una contesa iniziata due anni fa, quando il Napoli di Luciano Spalletti ospitò proprio i tedeschi battendoli 3-0 (5-0 considerando anche l’andata) negli ottavi di finale di Champions League, con doppietta di Victor Osimhen e gol di Piotr Zielinski. Sembra un’epoca fa, sono passati poco più di due anni. Quel Napoli, favolosamente forte, avrebbe vinto lo Scudetto al termine della stagione.

Questo Napoli, quello di oggi s’intende, non è più allenato da Spalletti, né dal suo successore Rudi Garcia né da Calzona ma da Conte. Sono passati tre allenatori sotto i ponti di Fuorigrotta, prima di trovare un degno erede del tecnico nativo di Certaldo, oggi – scherzo del destino – allenatore dell’acerrima rivale del Napoli la Juventus, club al quale proprio Conte – altra burla della sorte – è tanto legato.

Il Napoli deve stare attento: l’Eintracht, pure

Nell’incrocio cromatico di destini, emozioni e misure pubbliche, il Napoli dovrà governare una tensione che l’accomuna stranamente agli ospiti. Anche l’Eintracht, infatti, ha 3 punti come il Napoli, e il suo percorso assomiglia parecchio a quello dei partenopei finora. All’esordio una vittoria, anche larga, 5-1 (proprio contro Osimhen e il suo Galatasaray), poi due sconfitte con lo stesso punteggio della prima uscita (contro Liverpool e Atletico Madrid).

Il Napoli, che in campionato si è ripreso con la vittoria (3-1) sull’Inter ma è stato fermato dal Como nell’ultimo turno casalingo, è una squadra che in Champions, dopo essere partita bene nel segno di De Bruyne e Hojlund, ha perso colpi contro Manchester City – ci sta – e contro il PSV – perdendo 6-2 – ci sta decisamente meno.

In generale il Napoli di Conte sta vivendo una fase complicata della sua stagione, ma è un morbo comune a tante squadre. Stiamo assistendo, sotto ai nostri occhi inermi, alla traduzione sul piano pratico e infortunistico di quel principio vieppiù denunciato dal calcio che scende in campo a suon di milioni: si gioca troppo. È vero. E infatti ci si infortuna anche molto di più. Solo nell’ultimo mese il Napoli ha perso De Bruyne – non tornerà prima di febbraio – Lobotka – ora recuperato, ha giocato 7 minuti contro il Como – e Spinazzola – uscito malconcio nell’ultima uscita coi lombardi.

L’Eintracht ha meno problemi di formazione, ma una squadra nel complesso inferiore al Napoli, anche se parzialmente acciaccato. Bahoya, Knauff, Doan, il tridente d’attacco, è l’arma da cui proteggersi. Dietro, i tedeschi hanno manifestato più di qualche problema, anche se c’è da aspettarsi una squadra più guardinga e corsara del solito al Maradona.

Rimane il fatto che il Napoli, costretto a fare la partita, dovrà stare attento a non giocarla sul crinale dell’equilibrio, laddove le incertezze escono fuori e pure Partenope, risvegliata dal torpore, può scoprirsi fragile. Non c’è Conte che tenga. Ma è proprio Conte, per fortuna del Napoli, a poter smentire tutto ciò.