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A meno di clamorosi colpi di scena – e di questi tempi è meglio attendere le ufficialità di rito -, il Milan e Ralf Rangnick incroceranno le proprie strade in estate. Ed emergono già i primi nomi dei giocatori che il tedesco vorrebbe in rossonero

L’addio di Boban, sommato al futuro incerto di Paolo Maldini, testimonia come il Milan sia pronto ad una nuova rivoluzione societaria: da mesi, ormai, il nome di Ralf Rangnick, attuale Head of sport and development soccer del gruppo Red Bull, è accostato con grande insistenza ai rossoneri e, nonostante le smentite di rito del diretto interessato, le strade sembrano destinate ad incrociarsi. E infatti i maggiori quotidiani sportivi nazionali tracciano i primi nomi che lo stesso Rangnick, candidato ad un ruolo stile manager inglese (ossia sia allenatore che dirigente) vorrebbe vedere nel ‘suo’ Milan.

In porta, qualora dovesse andare via Gianluigi Donnarumma, le opzioni sono Alex Meret del Napoli o Musso dell’Udinese, quest’ultimo che piace e non poco anche all’Inter per il futuro. In difesa, il nome nuovo è Evan N’Dicka, centrale classe ’99 in forza all’Eintracht Francoforte, seguito però anche da club importanti come Liverpool, Arsenal e PSG. In alternativa, si fanno i nomi di Ajer del Celtic e di Koch del Friburgo, giovani ma pronti a diventare uomini di punta del Milan che verrà. L’obiettivo principale a centrocampo del Milan targato Rangnick è Sandro Tonali ma il Brescia, mai propenso a fare sconti per i propri gioielli, chiede almeno 40 milioni di euro. Il club rossonero, però, cerca anche un centravanti, perché non è detto che il futuro di Ibrahimovic possa essere ancora a Milano e in veste da giocatore: le alternative? I due nomi più caldi in tal senso sono Milik, in uscita dal Napoli, e quel Timo Werner, stella di diamante del Lipsia costruito anche grazie a Rangnick. Che il cerchio si possa chiudere? Ad oggi le possibilità ci sono, anche se lo stesso Werner è finito nei radar di Jurgen Klopp per il suo Liverpool. Nel frattempo, i tifosi del Milan possono sperare di uscire dal momento di difficoltà. O almeno a intravedere un progetto e una pianificazione, parole che non possono essere accostate agli ultimi anni rossoneri.

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