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Il Milan che verrà dovrà cercarsi nuovi leader. Il ridimensionamento societario rischia di far perdere in un colpo solo sia Donnarumma sia Ibrahimovic

La telenovela del 2017 che ha portato al rinnovo di Donnarumma con il Milan sembra destinata a replicarsi anche questa estate. Ma questa volta, l’esito potrebbe essere diverso. Già perché se allora Gigio era poco più che un ragazzino (seppur promettente) ora è un portiere affermato e stimato in tutto il mondo per la sua precocità. E di conseguenza, se allora si è parlato di rinnovo faraonico, ora lo sarebbe molto più. E se a questo sommiamo che la situazione della società rossonera è la medesima di tre anni fa, tutto lascia pensare a una imminente separazione. Qualche mese fa, si è parlato di una possibile spalmatura sino al 2022 con un contratto di 4.5 milioni di euro l’anno, anziché di 6 fino al 2021. L’indirizzo della società milanista, infatti, è quello di abbassare il monte ingaggi, con un tetto massimo di 2 milioni per giocatore. Inutile dire che Mino Raiola, l’agente del portiere campano, da quest’orecchio non ci sente. Anzi, la sua richiesta è di aumentare il compenso almeno a 7.5 milioni per più anni, evidentemente conscio del fatto che se non sarà la società di Via Aldo Rossi a offrirglielo, ci sarà sicuramente qualcun altro.

Qui si fa strada l’ipotesi di una cessione estiva. Il portiere, però, si sa che è in un ruolo delicato perché, alla fine, ne gioca uno. Quindi, per quanto Gigione possa piacere in giro, bisogna vedere a quante squadre effettivamente possa servire. Si è parlato del Manchester City, ma lì il posto a Ederson non lo porti via. Allo stesso modo, si è parlato anche dello United che potrebbe cedere alle lusinghe del Real Madrid per De Gea. L’ipotesi più percorribile è dunque quella che porta a Parigi, dove c’è un Keylor Navas che a dicembre compirà 34 anni, e che ha avuto un alterco vicino (vicino allo scontro fisico) con il direttore sportivo al termine della sconfitta di Champions a Dortmund. Sullo sfondo, c’è sempre la Juventus.

Stesso discorso, anche se con motivazioni diverse, per Zlatan Ibrahimovic. Con il ritorno dello svedese, il Milan ha cambiato passo. Ma l’addio di Boban e quello probabile di Maldini possono essere sintomo di un ridimensionamento di prospettive. Per questo, il gigante di Malmoe, al ritorno dalla Svezia, dove si è rifugiato in segreto con un volo privato per sfuggire all’emergenza coronavirus, dovrebbe avere un colloquio con l’amministratore delegato Gazidis. Ma se per Donnarumma si tratterebbe di un addio agrodolce perché porterebbe denaro sonante nella casse, per Ibra no poiché il suo contratto scade il 30 giugno. Dettaglio non da poco, anche lui è assisto da Mino Raiola.

 

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