Vai al contenuto

Recentemente intervistato da AFP sull’affaire Superlega, Al-Khelaifi, patron-magnate-plurimiliardario del Paris Saint Germain, ha dichiarato che «la Superlega non aveva a cuore gli interessi del calcio. I cambiamenti possono esserci, ma non interrompendo la tradizione per un club di sognare i propri traguardi. La Champions è un marchio che va preservato».

Lui e Karl-Heinz Rummenigge, ex CEO del Bayern Monaco, avevano svolto nelle frenetiche 48 ore intercorse tra l’annuncio della Superlega e il suo immediato scioglimento il ruolo di protagonisti assoluti. I paladini della giustizia di quel calcio che, ironia della sorte, avevano onorato appena qualche mese prima, in una delle finali più tecniche ed esaltanti della storia recente. Bayern Monaco vs PSG è tutt’oggi – e lo hanno dimostrato i quarti di finale giocati quest’anno ad aprile – la creme de la creme del calcio europeo (e forse mondiale).

Se però il Bayern Monaco, che ha i conti a posto, che da anni spende con intelligenza e punta non tanto ad acquisti faraonici quanto ad investimenti intelligenti per il presente ed il prossimo futuro, poteva permettersi davvero il ruolo di gigante dal cuore d’oro – e dall’animo puro, contro la tirannia esercitata da Agnelli, Perez e compagnia – lo stesso non può dirsi per l’impero di Al-Khelaifi.

Il mercato del PSG che uccide la competizione

Il patron del PSG, qatariota, sembra infatti aver sfruttato le difficoltà economiche dei club di tutto il mondo – dall’Inter al Real Madrid, dalla Juventus al Tottenham, dal Barcellona al Manchester United – per mettere la quarta anziché custodire il proprio già ricchissimo patrimonio in folle.

Le spese estive del PSG, e siamo solo a luglio, non sembrano coerenti con i bei propositi e le belle parole del patron Al-Khelaifi. Soprattutto se consideriamo che il sopracitato è diventato, dalle dimissioni di Agnelli, presidente dell’ECA.

Ma andiamo con ordine. La lunga estate d’oro dei parigini è iniziata al termine della passata stagione, quando il club ha annunciato (eravamo a fine maggio) il rinnovo del contratto di Neymar Jr. Con un comunicato rapido e conciso, il club della capitale ha reso noto che «Neymar da Silva Santos Junior ha firmato un prolungamento del contratto per altre tre stagioni fino al 30 giugno 2025». Arrivato per la cifra record di 222 milioni di euro all’inizio della stagione 2016/17, Neymar percepiva uno stipendio di 28,2 milioni di euro all’anno.

Il suo rinnovo, secondo le fonti più acclarate, farà salire lo stipendio annuo a 36 milioni di euro. Cifre incomprensibili pre-pandemia. Figuriamoci adesso. Ma è la Superlega, secondo Al-Khelaifi, a non avere a cuore l’interesse dei club. Difficile per Ceferin, che da Al-Khelaifi dipende molto a livello politico ed economico, dettare regole quali (il fallimentare) Fair Play Finanziario. Chi ha i soldi li spende, no matter what.

Bisogna però contestualizzare. Secondo Deloitte’s Football Money League, i maggiori 20 club europei hanno perso complessivamente 1,1 miliardi di euro nella stagione 19/20, e le perdite per il 20/21 si aggirerebbero intorno ai 6,5 miliardi – se, come sembra, la riapertura anche parziale degli stadi sembra di là da venire, tra varianti delta, epsilon e chi più ne ha più ne metta.

Bene. Mentre leggete queste righe, il PSG ha già ufficialmente sborsato 60 milioni (più bonus) per Hakimi e 16 milioni per Danilo Pereira. A questi due acquisti vanno aggiunti quelli “a zero” – espressione che farebbe sorridere, se non facesse piangere. Sergio Ramos e Wijnaldum, a cui verranno offerti rispettivamente 21 e 20 milioni di euro netti a stagione (per due anni all’ex Real, per tre anni all’ex Liverpool). Che in tutto fanno 101 milioni in tre anni. Per non parlare del nostro eroe nazionale, quel Gigione Donnarumma che – anche alla luce dell’Europeo – per il PSG rappresenta forse l’unico colpo davvero sensato (insieme ad Hakimi) anche a livello di prospettiva. Per Donnarumma, si parla di 60 milioni di euro in cinque anni, più 20 per il buon Mino Raiola, suo procuratore.

L’incognita del rinnovo di Mbappe

Non è tutto. Il PSG è infatti pronto a blindare Kilian Mbappé, che già durante l’Europeo, che la Francia ha dovuto abbandonare per un suo errore dal dischetto, aveva fatto capire chiaramente al PSG di voler cambiare aria, destinazione Real Madrid – con quali soldi possa compiere un’operazione simile il buon Florentino Perez non si capisce.

In ogni caso, fatte salve le difficoltà economiche dei blancos, il club parigino sembra intenzionato ad offrire a Mbappé una cifra addirittura superiore a quella incassata dalla star Neymar Jr. – sopra, dunque, i 36 milioni annui.

In attesa di capire gli sviluppi della vicenda, è interessante notare come la squadra campione di Francia lo scorso anno, cioè il Lille di Galtier, abbia il sesto monte ingaggi della Ligue 1 con 110.000 euro di media (sul mese). Il PSG, secondo in classifica e mutilo di quella Champions League inseguita per anni e mai raggiunta, sfiora invece il milione. Al mese. 17 dei 30 giocatori più pagati fanno parte della rosa di Mauricio Pochettino, inclusi i primi 11.

E il prossimo anno, provando a ridisegnare la formazione ideale, quasi vien da ridere a leggere i titolari e la panchina: Donnarumma; Marquinhos, Ramos, Kimpembe; Hakimi, Wijnaldum, Paredes, Verratti, Bernat; Mbappé, Neymar (alcuni nomi dalla panchina: Keylor Navas, Angel Di Maria, Mauro Icardi, Pablo Sarabia, Idrissa Gueye, Julian Draxler, Rafinha, Danilo Pereira).

La Superlega non faceva gli interessi del calcio, ma è difficile dire quanto lo faccia il PSG.