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Oggi compie 29 anni il forte attaccante partenopeo che non è ancora riuscito a fare la cosa che più vorrebbe: vincere un titolo col suo Napoli, da capitano

Lorenzo Insigne nato a Napoli il 4 giugno 1991 è un calciatore italiano, attaccante del Napoli, di cui è capitano, e della nazionale italiana. È originario di Frattamaggiore, comune della Città metropolitana di Napoli situato a nord del capoluogo. Ha tre fratelli, anche loro calciatori: Antonio, Roberto e Marco. Si è sposato con Genoveffa Darone il 31 dicembre 2012 e la coppia ha due figli, Carmine e Christian, nati rispettivamente nel 2013 e nel 2015. Il suo ruolo originale era inizialmente quello dell’esterno offensivo sinistro nel 4-3-3 disegnato da Zdeněk Zeman durante la sua militanza nel Foggia e nel Pescara. Sebbene prediliga fungere da ala sinistra, è un giocatore tatticamente versatile, capace di svariare su tutto il fronte d’attacco, per poi convergere e calciare in porta. Nel corso degli anni ha notevolmente ampliato il proprio raggio d’azione, operando su tutto il versante offensivo come play maker a supporto degli attaccanti o come seconda punta in virtù della sua visione di gioco, contribuendo all’azione in ripartenza servendo i compagni con lanci in profondità, passaggi filtranti, rapidi scambi di palla e fornendo assist. Abile battitore di calci di punizione e buon rigorista, nonostante la statura ridotta, Lorenzo Insigne dispone di un fisico compatto e gambe forti che, grazie al baricentro basso, gli permettono di imprimere grande potenza ai tiri a giro, sua dote migliore. Rapido nel fraseggio, elegante nei tocchi di palla e puntuale nell’anticipo, è dotato di un dribbling secco e fulmineo, di cui si serve per liberarsi della pressione fisica avversaria. Buon finalizzatore, la sua rapidità gli consente di inserirsi negli spazi stretti, penetrare in area di rigore e dirigere le manovre d’attacco. Nel 2006, a 15 anni compiuti, entra a far parte del settore giovanile del Napoli, che lo acquista dall’Olimpia Sant’Arpino per la cifra di 1500 euro. Con Roberto Donadoni sulla panchina partenopea muove i primi passi in prima squadra, giocando alcune amichevoli nell’estate 2009. L’esordio ufficiale ha invece luogo sotto la guida di Walter Mazzarri, nel frattempo subentrato in panchina all’ex CT della nazionale, il 24 gennaio 2010 nella partita Livorno-Napoli. La stagione successiva viene prelevato dal Foggia, in terza serie con la formula del prestito. Tra le fila dei rossoneri pugliesi, guidati da Zdeněk Zeman, colleziona 33 presenze e 19 reti in campionato, oltre a 7 reti in altrettante presenze nella Coppa Italia Lega Pro. Nel 2011 passa ancora a titolo temporaneo al Pescara, in Serie B, dove ritrova il tecnico boemo. In campionato realizza 18 reti (vice-capocannoniere dei biancoazzurri alle spalle di Ciro Immobile) e 14 assist ed è tra i protagonisti della vittoria del campionato cadetto e della seguente promozione in Serie A del club abruzzese. A fine stagione, scaduti i termini del prestito, torna al Napoli, scegliendo la maglia numero 24. Il 16 settembre 2012 firma la prima rete in maglia azzurra e in Serie A nella gara interna contro il Parma, fissando il risultato sul definitivo 3-1 per i partenopei dopo essere subentrato ad Edinson Cavani. Chiude la stagione con 5 reti e 7 assist in 37 partite di campionato, oltre ad una presenza in Coppa Italia e cinque in Europa League, laureandosi vice-campione d’Italia col Napoli. Il 13 aprile, in occasione del match di campionato contro la Lazio, scende in campo per la prima volta in carriera con la fascia di capitano. Il 3 maggio seguente vince la Coppa Italia, siglando una doppietta nella vittoriosa (3-1) finale contro la Fiorentina allo Stadio Olimpico di Roma. Conclude la stagione con 9 reti in 51 presenze tra campionato e coppe. Il 9 novembre 2014, nel corso della gara di campionato con la Fiorentina, rimedia la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro rientrando dopo circa 5 mesi di assenza, disputando i minuti finali della partita Roma-Napoli (1-0). Il 26 settembre 2015 raggiunge 100 presenze in Serie A col Napoli nel 2-1 con la Juventus al San Paolo. Termina la stagione con 12 gol in campionato (record personale). La stagione successiva, con l’addio al Napoli di Gonzalo Higuain e l’infortunio di Arkadiusz Milik, si ritrova in un inedito trio d’attacco con Dries Mertens e José María Callejón. A fine stagione migliora il suo record personale in campionato realizzando 18 reti. Nelle stagioni successive cerca di mettere tutto se stesso per portare un trofeo nella sua città, ma gli infortuni e il gap sempre più elevato con le rivali non gli consentono di raggiungere i suoi obiettivi. Con l’avvento di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli, diventa capitano, ruolo che continua a ricoprire tutt’ora con Rino Gattuso come allenatore.

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