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Il calcio, come l’arte, vive di un rapporto inversamente proporzionale rispetto alla critica. Più l’opera è bella ed entusiasmante, meno parole serviranno per dirne l’essenza. Meno l’opera è bella ed entusiasmante, più parole saranno necessarie a spiegarne la bruttezza. È questo anche il caso di Lazio-Napoli, una partita tra due squadre uscite – per motivi e con modalità differenti – con le ossa rotte dall’esperienza di Riad in Supercoppa.

I biancocelesti, stanchi più mentalmente che fisicamente, dopo quattro vittorie di fila in campionato (e un Derby di Coppa vinto contro la Roma), hanno deluso le attese e perso, malamente, 3-0 nella semifinale contro l’Inter. Il Napoli, dopo aver vinto la sua semifinale con lo stesso punteggio contro la Fiorentina, si è difesa come ha potuto contro i nerazzurri, ma l’espulsione di Simeone e la rete di Lautaro Martinez hanno definito la vittoria della Beneamata nel torneo.

Due squadre spaventate

E così, ieri sera, si affrontavano due squadre spaventate e accorte, più attente a non prenderle che volenterose nel darle. Difficile anche per noi, quindi, commentare la partita dell’Olimpico. La Lazio ha senza dubbio creato qualcosa in più, certo molto poco e più potenzialmente che attualmente: in almeno tre circostanze, infatti, i biancocelesti sono arrivati con buona pericolosità sulla trequarti, ma è mancata la giocata finale. Ecco, Lazio-Napoli è stata una partita incompleta.

È mancato l’ultimo passaggio, il contrasto decisivo, la stoccata vincente. L’aveva trovata Taty Castellanos, in una delle rarissime opportunità avute dall’argentino – che rientrava in tempi record da una lesione di appena due settimane fa –, con una rovesciata meravigliosa dopo 30’’ dall’inizio della ripresa. Il lancio di Cataldi, altrettanto bello, aveva però pescato l’ex Girona in offside al momento del tocco. 0-0, quindi, che reggerà con poche emozioni fino alla fine.

Cosa rimane di Lazio-Napoli

Nella Lazio, rimangono i rimpianti per l’occasione persa. Nonostante le assenze di Immobile e Zaccagni, infatti, certo pesanti, i biancocelesti si trovavano di fronte un Napoli dimezzato e impaurito, con tre assenze pesantissime in attacco – Osimhen, Kvaratskhelia, Simeone. In generale comunque la squadra di Mazzarri, pure scusabile nelle sue lacune per i deficit di formazione, ha fatto davvero poco – si direbbe nulla, Provedel mai impegnato sul serio. La Lazio ha controllato il gioco per buona parte dell’incontro, e negli ultimi 20’, complici i cambi (bene Vecino), ha dato la sensazione di poterlo portare a casa.

La buona notizia per la Lazio di Sarri è la continuità in campionato, dove è arrivato il quinto risultato utile consecutivo, ma anche il superamento a pieni voti – o quasi – dello scontro diretto con una delle concorrenti Champions (all’andata era finita 1-2 per la Lazio). La cattiva notizia è che questa squadra, solida dietro, davanti fa una fatica tremenda a segnare e settimana prossima affronterà un’altra diretta avversaria come l’Atalanta, a Bergamo però. Per il Napoli, in attesa di ritrovare una squadra titolare degna di questo nome, si prospetta un finale di stagione alla rincorsa, ma la rosa rimane una delle migliori tra le contendenti al quarto posto, forse la migliore, nonostante tutto.