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Il KO contro il Benevento non fa altro che ingigantire lo status di crisi della Juventus, attualmente terza a pari merito con l’Atalanta ma potenzialmente quinta e fuori dalla top 4 che vale l’approdo alla prossima Champions League.

Dopo nove anni di scudetti vinti con più o meno margine sulla prima inseguitrice, la Juventus pare destinata ad abdicare. A meno di una clamorosa inversione di marcia a 11 partite dalla fine, i dieci punti di ritardo dall’Inter capolista rappresentano un’istantanea della crisi della Vecchia Signora, giunta a fine ciclo, logora e con il classico dubbio di fare o non fare una rifondazione. La scelta, controcorrente, di Andrea Agnelli di puntare su un tecnico alle primissime armi come Andrea Pirlo è stata atipica e, per questo, è risultata tanto forte quanto pionieristica, come a voler tracciare la nuova rotta che i bianconeri avrebbero dovuto intraprendere già a partire da questa stagione. Stagione che, però, non ha fatto altro che evidenziare e ingigantire i problemi della Juventus della scorsa stagione, che ha vinto il nono scudetto di fila nonostante un solo punto di vantaggio – anche se il Tricolore è stato vinto a tre partite dalla fine, prima dei due KO consecutivi a conclusione della stagione – sull’Inter. Quella Inter che invece sta continuando a macinare punti e vittorie con Antonio Conte in panchina, sempre più diretto verso un titolo che saprebbe di rivincita anche nei confronti di Agnelli, che mise un veto al ritorno in panchina del salentino dopo l’addio con Allegri.

Da Allegri a Sarri, da Sarri a Pirlo. La Juventus nel giro di tre anni ha cambiato tre allenatori: nel contempo sono cambiati anche i giocatori ma l’ossatura della squadra è rimasta. La famosa BBBC, salita agli onori della cronaca durante l’epoca d’oro della Juventus con tanto di due finali di Champions League raggiunte, ha perso Barzagli – ritirato – mentre Buffon e Chiellini sono alle prese con problemi fisici derivanti dall’età che avanza. È calato, nettamente, il livello anche di Leonardo Bonucci, protagonista in negativo nelle ultime stagioni con errori in fase difensiva e di posizionamento, resi ancor più evidenti e marchiani a causa di un centrocampo che non fa filtro. Bentancur e Arthur hanno faticato ad imporsi e sono stati protagonisti anche di gravi passaggi a vuoto contro Porto e Benevento, che hanno portato la Juve al KO. Ramsey e Rabiot, però, non hanno fatto così tanto meglio e Pirlo non ha mai potuto contare su un duo/trio di centrocampisti di valore, attorno ai quali costruire la sua Juventus. Questa Juventus, reduce anche dal clamoroso KO contro il Benevento che ha allontanato l’Inter a 10 punti con 11 giornate dalla fine, sembra aver deposto già le armi dopo il tonfo in Europa con il Porto. Tonfo che è scaturito nonostante una superiorità numerica per oltre un’ora nella gara di ritorno e frutto di amnesie difensive e scarsa precisione sotto porta. Non si può non citare anche Cristiano Ronaldo che in Italia continua a segnare – capocannoniere con 23 gol in 24 partite – ma in Europa, nelle sfide da dentro o fuori, tradizionalmente il suo pane quotidiano, è rimasto a secco, incidendo anche in negativo nel match di ritorno. Le sconfitte e i passaggi a vuoto bianconeri non possono essere ascritte a semplici episodi. In caso di KO contro il Napoli nel recupero, i bianconeri sarebbero addirittura quinti a meno di due mesi dalla fine del campionato. Quali soluzioni per ripartire? In stagione si sono dimostrati affidabili e di valore giocatori come De Ligt, Chiesa, McKennie e, tra alti e bassi, anche Kulusevski. Serve però altro per poter ambire a tornare ad alti livelli in Europa. Molto dipenderà dal futuro di Cristiano Ronaldo – si parla anche di un clamoroso ritorno in Spagna, al Real Madrid – ma soprattutto da cosa deciderà il presidente Agnelli per la panchina: avanti con Pirlo o quarto cambio in quattro anni? In casa Juve, al momento, regnano delusione, rabbia e poca chiarezza d’idee. Di tempo, come al solito, non ce n’è perché un eventuale esonero di Pirlo a fine stagione sarebbe una doppia ammissione di colpa: aver sbagliato a scegliere il tecnico e non avergli dato fiducia nel nuovo corso da intraprendere. Una mossa, eventualmente, non da Juve.

Fonte Foto: Getty Images

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