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Il 7 ottobre del 1928, si gioca a Torino il primo Juventus vs Fiorentina della storia.

Neonata la Prima Divisione Italiana, neonata anche la Viola (fondata l’anno prima). La Juventus, squadra abituata al calcio già da qualche anno, rifila un roboante 11-0 agli avversari. Il Giornale di Torino intitolerà, il giorno dopo: «Firenze, un… dici nulla?». È l’inizio di una rivalità che nel tempo si acuirà con altri colpi di scena.

Come in occasione del 16° scudetto bianconero, maggio del ’75. La Juventus porta quattro casse di champagne nello spogliatoio del Franchi, con Boniperti e compagni sicuri dell’esito della gara. Risultato? 4-1 per la Fiorentina, che rimanda la festa bianconera e con lei la cassa di champagne.

Ma Fiorentina-Juventus è anche Mundial 1982. Con la competizione alle porte e la Viola e i bianconeri in testa al campionato e ad un passo dallo spareggio – che ritarderebbe non di poco la preparazione azzurra – si gioca il confronto a distanza, deciso da episodi dubbi. Alla Fiorentina viene annullato un gol regolare a Graziani (0-0), mentre alla Juventus viene concesso un rigore quasi inesistente trasformato da Brady. «Meglio secondi che ladri» sarà di qui in avanti il mantra della tifoseria gigliata.

Il peggio comunque doveva ancora venire. In finale di Coppa UEFA 1990, tutti ricordiamo la gara di andata a Torino, con i Viola che dominano ma escono sconfitti per 3-1. Sul risultato di 1-1, Emilio Soriano Aladren, rinominato Aladron dai tifosi viola, non fischia una spinta evidente di Casiraghi su Pin, da cui scaturirà il gol proprio di Casiraghi. Celeste Pin, davanti ai microfoni di Rai, urla un “ladri!” a reti unificate. Su quella partita verranno spesi fiumi d’inchiostro.

Così come per la magna questio Roby Baggio. A pochi giorni dalla finale contestata in terreno europeo, la società viola cede l’idolo della tifoseria proprio alla Juventus. Uno smacco più grave non esiste. Ma il destino sa essere clemente – al contrario dei tifosi che prenderanno d’assalto Piazza Savonarola. Pochi mesi dopo Baggio torna a Firenze con la maglia bianconera. Il suo volto è triste, nostalgico. Non batte il rigore che verrà sbagliato dal compagno De Agostini ed uscirà dal campo con al collo una sciarpa della Fiorentina lanciatagli da un tifoso, per il tripudio dello stadio e il malessere dell’ambiente juventino.

Ricordiamo, infine, il gol decisivo di Batistuta sotto la Fiesole, stagione 1998/1999, o lo 0-5 della Juventus di Conte 2011/12, fino al 4-2 con tripletta di Pepito Rossi del 20 ottobre 2013. Juventus vs Fiorentina non è insomma una partita come le altre.

Juventus-Fiorentina 3-1: uniti nel ricordo di Scirea

juve fiorentina precedente 1989
Le formazioni di Juventus e Fiorentina scese in campo nel turno infrasettimanale appena successivo alla morte di Gaetano Scirea

«Siamo costretti a interrompere il racconto della giornata di Serie A per una ragione davvero tremenda: è morto Gaetano Scirea in un’incidente stradale avvenuto in Polonia, dove si era recato per seguire la squadra che sarà prossima avversaria della sua Juventus in Coppa». Queste le parole rugose e difficili di un provato Sandro Ciotti, con Tardelli costretto ad abbandonare lo studio di La Domenica Sportiva evidentemente scosso dalla notizia della morte dell’amico ed ex compagno di squadra. La vita e il calcio, comunque, vanno avanti.

Ed è con la morte nel cuore che la Juventus vince contro la Fiorentina qualche giorno dopo (3-1, il 6 settembre dell’89). La prima rete è di Casiraghi dopo 21’.

Ma la Fiorentina pareggia su punizione conquistata da Baggio e ben eseguita da Luboš Kubík, giocatore tanto lento quanto abile con la palla tra i piedi.

La Juventus gioca meglio e la vince nella ripresa grazie alle reti di Schillaci, con una botta delle sue, e di Alessio, con un gol straordinario in ricordo di Gaetano Scirea. 3-1, a suggellare una serata piena di emozione.

Juventus-Fiorentina 2-3: rimonta viola verso il sogno Champions

Precedente juventus fiorentina 2008
Le formazioni della gara che segna la rimonta della Fiorentina sul campo della Juventus nella corsa alla Champions

Pablo Daniel Osvaldo, a fine anni Ottanta, era appena nato.

Non poteva sapere che sarebbe stato proprio lui a riportare la vittoria della Fiorentina a Torino dopo vent’anni di astinenza. Arriva quasi a tempo scaduto la rete del 2-3 dell’italo-argentino. Tre punti d’oro per la Fiorentina che vede il sogno della Champions. I Viola si portano non solo al quarto posto ma a -1 dalla Juventus di Ranieri, allungando sul Milan a +4.

Pesa l’assenza di Chiellini nella Juventus, ma rientra Trezeguet in attacco insieme a Del Piero. Mutu non c’è per la Fiorentina, ma recuperano Santana, Jorgensen e Pazzini.

Al 5’ è la Juventus a sfiorare la rete del vantaggio, ma è la Fiorentina a passare al 19’ con una bella azione nata dalla fantasia di Gobbi e Jorgensen, con il terzino viola che entra in area e batte Buffon.

Due minuti più tardi il portiere della Juve salva sul destro di Montolivo, deviando sul palo. La Juventus è alle corde ma pareggia: su un cross dalla sinistra respinge male Frey e Sissoko in rovesciata segna il suo primo gol in maglia bianconera.

Nella ripresa la Juve va in vantaggio al 12’ con un gran gol di Camoranesi, a proposito di italo-argentini.

Ma la Fiorentina di Prandelli non molla. Il tecnico inserisce Osvaldo al posto di Ujfalusi, e Papa Waigo al posto di Santana. Al 30’ è proprio il senegalese, ben servito da Pazzini, a fare 2-2. Al 48’, con la partita ormai destinata al pareggio, su cross proprio di Papa Waigo, Osvaldo anticipa tutti e fa 2-3.

Vittoria che dalle parti di Firenze vale di per se già una stagione, che sarà comunque piena di soddisfazioni per la viola del primo Prandelli.