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Concreta, pragmatica, cinica.

La Juventus torna a vestire i panni della squadra vincente, proprio nella partita più importante di questo scorcio iniziale di stagione, quella che la vedeva opposta ai campioni in carica del Chelsea.

La vittoria per una rete a zero ha messo in risalto buona parte delle caratteristiche che avevano fatto grande la prima Juve di Allegri e che adesso, sperano i tifosi bianconeri, necessita solo della continuità di risultati per tornare grandi anche in campionato.

Andiamo ad analizzare la partita.

Chelsea in difficoltà

La mera cronaca ci pone di fronte ad una Juventus piuttosto rinunciataria, soprattutto per la prima parte del match, con sparuti attacchi che portano comunque i bianconeri ad avere l’occasione migliore, con Chiesa.

Ma per il resto Allegri mette in campo una formazione che copre il campo in maniera perfetta e se questo significa rinunciare a buona parte della azioni offensive, peraltro originate dall’assenza di Dybala e Morata, che non si possono regalare a nessuno, figuriamoci ai campione d’Europa, dall’altra parte mette in grossa difficoltà gli avversari.

Tuchel non trova le contromisure, anche e soprattutto perché il gioco del Chelsea prevede poche variazioni rispetto al tema classico del “palla a terra e scambi infiniti per trovare lo sbocco giusto“.

Se è vero che quel tipo di gioco ha fatto le fortune della scorsa stagione, è altrettanto vero che se hai davanti una squadra determinata, che occupa benissimo tutti gli spazi e non ti permette verticalizzazioni atte a liberare un centravanti come Lukaku, allora c’è il rischio di entrare in confusione.

E così è stato, visto che per oltre 90 minuti abbiamo assistito a tutta una serie di passaggi in orizzontale, che hanno prodotto poche occasioni da gol, rispetto a quelle che siamo abituati a vedere durante le partite del Chelsea, soprattutto in Premier League.

Havertz e Ziyech, schierati dietro il colosso belga, non trovano mai delle linee di passaggio che possano impensierire Bonucci e de Ligt, schierati inizialmente da Allegri, nonostante la splendida prova di Chiellini contro “Big Rom” agli europei contro il Belgio.

Cuadrado arretrato

Questo tipo di atteggiamento tattico, ha portato un giocatore a tutta fascia come il colombiano Cuadrado, a rimanere spesso schiacciato sulla linea difensiva, svolgendo un importante compito di copertura.

Anche Alex Sandro, sull’altro lato, è stato meno propositivo, ma la mancanza di profondità che di solito offre un centravanti come Morata e l’assenza di Dybala che viene spesso a prendersi la palla anche in posizione arretrata per poi dare respiro alla manovra, hanno fatto il resto.

Ecco spiegato il 66% di possesso palla da parte della squadra inglese, che si è però tradotto in 15 tiri, la stragrande maggioranza dei quali ben lontani dalla porta bianconera e uno solo che ha centrato lo specchio difeso da Szczesny, esattamente identico all’unico prodotto dalla Juventus, quello di Chiesa a inizio secondo tempo, che è stato però determinante per il risultato finale.

Vero è che si fa riferimento alle heat map fornite dai siti specializzati, viene fuori un dato oggettivo ed evidente, quello della presenza costante di 9/10 undicesimi del Chelsea nella metà campo avversaria, mentre è piuttosto sgombra e incolore quella che invece sarebbe dovuta essere occupata dai bianconeri nella metà campo opposta a quella della propria difesa.

Inoltre i tocchi di palla dei giocatori del Chelsea sono stati il doppio di quelli effettuati dai giocatori Juventini, 943 contro 479 e i cosiddetti passaggi chiave palesano un dominio blues addirittura preoccupante, 771 vs 287.

Ma se è vero come è vero che è il risultato quello che conta, allora la ragione va semplicemente data a Massimiliano Allegri e poco conta se il gol di Chiesa è frutto di un grossolano errore di posizione di Rudiger, che sbaglia clamorosamente a non stringere sul suo diretto avversario, permettendo a Bernardeschi di fornire un assist di pregevole fattura al suo compagno di squadra che la mette all’incrocio dei pali sul lato dell’incolpevole Mendy.

Difesa attentissima

Le note liete della prestazione bianconera, vanno prese a larga mano se ci riferiamo al comparto difensivo e a tutti gli uomini che lo hanno composto.

Il modulo scelto da Allegri a inizio partita prevedeva Cuadrado nella solita posizione di ala destra, visto che i compiti difensivi li avrebbe svolti Danilo dietro di lui, ma l’allenatore livornese è sempre stato piuttosto capace nel rimettere il proprio scacchiere in ordine, anche e soprattutto in corso d’opera.

La posizione di Marcos Alonso, sorretto da Rudiger e Zhiyech, hanno fatto propendere il mister juventino, prima ad arretrare Cuadrado sulla linea dei centrocampisti, per poi schiacciarlo ulteriormente su quella dei difensori, creando il più delle volte un segmento a 5 che ha messo in seria difficoltà tutto il Chelsea che non ha più trovato sbocchi sulle linee esterne, spesso vero e proprio punto di svolta delle vittorie di Tuchel.

L’arretramento di Cuadrado ha permesso poi a Bonucci e de Ligt di prestare massima attenzione alle imbucate, queste tutto fuorché imprevedibili, verso la bocca da fuoco principale del Chelsea, Lukaku, che via via ha perso concentrazione, dando il via a tutta una serie di atteggiamenti dettati dal nervosismo, che lo hanno poi portato a sbagliare un gol abbastanza semplice, nell’unica occasione in cui Bonucci si è fatto scappare l’attaccante belga.

Centrocampo senza sbavature

La partita di massima concentrazione da parte dei giocatori di Allegri, si è completata, poi, anche grazie all’atteggiamento dei 4 centrocampisti, da prima Cuadrado, Bentancur, Locatelli e Rabiot, poi, con l’arretramento del colombiano, è arrivato l’accentramento del francese, con Chiesa a giostrare su tutto il fronte offensivo.

Una nota di merito va senza dubbio spesa per Bentancur e Rabiot, finalmente autori di una prestazione sontuosa anch’essi in fase di rottura della costruzione avversaria.

Ci sono alcuni dati che dimostrano quanto sia stato prezioso il centrocampo bianconero durante la partita di ieri.

La Juventus ha intercettato qualcosa come 13 passaggi avversari nei pressi dell’area di rigore bianconera e quasi la metà di questi, ben 6, sono stati opera di Locatelli, (4) e di Rabiot, (2).

Una squadra solidissima, dunque, che ha fatto di necessità virtù, vista l’assenza dei due uomini che in questo momento rappresentano, insieme a Chiesa, il reparto offensivo bianconero e che non avrebbe potuto ribattere colpo su colpo alle poco convincenti trame offensive del Chelsea, col rischio di prendere un’imbarcata dalle dimensioni luculliane.

La parte finale della partita è una specie di assedio originato dalla stanchezza degli uomini di Allegri costretti ad inseguire per tutti i 90 minuti gli avversari, ed è per questo motivo che fa il suo ingresso in campo a 10 minuti dalla fine, anche Giorgio Chiellini, per arginare l’offensiva inglese che sbatte ancora un paio di volte sul muro bianconero, creando, comunque, una doppia occasione che fa vedere i sorci verdi ai tifosi juventini, esultanti, comunque, al triplice fischio finale di una partita che manda in orbita la Juventus in cima al girone e che le permette di affrontare il cammino europeo con molta più tranquillità.

Ora la Juve si rituffa in campionato con il derby di sabato pomeriggio contro il Torino alle 18,00 e la speranza di recuperare qualche giocatore in attacco.