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Oggi, lunedì 4 maggio, è un giorno molto importante per il calcio italiano ed europeo: se la Francia si è già fermata, Italia, Spagna e Germania scendono in campo, seppur per allenamenti individuali. E in UK…

I 20 club di Serie A riaprono le porte dei propri centri sportivi: la prima in ordine temporale è stata il Sassuolo alle 9, ma poi anche anche la Roma e la Juventus hanno aperto i centri sportivi per permettere gli allenamenti ai giocatori. Un permesso, perché, a parte i test che verranno fatti a tutti, nessuno sarà obbligato ad allenarsi in sede. La decisione, a sorpresa, è arrivata nella giornata di ieri quando il Comitato tecnico-scientifico, su richiesta del Ministro Spadafora, ha riaperto i centri di allenamento anche per gli allenamenti individuali di sport di squadra. Lo stesso Spadafora, però, ha subito corretto il tiro: “Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!”, il commento del Ministro che, inevitabilmente, ha subito critiche da ogni dove.

GERMANIA – Se il calcio italiano aspetta ancora dettagli chiari in merito alla presunta ripartenza, il Paese più vicino alla ripresa è senza ombra di dubbio la Germania che aspetta il via libera della Merkel. Venerdì sera, la positività di tre elementi del Colonia aveva creato spavento ma oggi sono stati effettuati altri tamponi, compresi quelli del Colonia che sono risultati tutti negativi, eccezion fatta per i tre positivi ovviamente. Le notizie dal fronte tedesco sono buone perché 14 club hanno confermato di non avere alcun positivo e, se tutto fosse confermato, da mercoledì dovrebbero ricominciare gli allenamenti a pieno regime. Per questo i club sperano di ripartire il 16 maggio prossimo ma attendono l’ok del Governo.

SPAGNA – “Desescalada”. E’ questo il sostantivo utilizzato dalla Spagna per segnalare la lenta ripresa del Paese e il calcio è naturalmente argomento all’ordine del giorno: oggi infatti i club di Liga e Segunda Division hanno fatto tornare i giocatori nei centri sportivi per gli allenamenti individuali, preceduti però dai tamponi. I calciatori non sono tutti convinti di riprendere ma, anche per questioni contrattuali, non hanno manifestato cenni negativi: per questo si sono attenuti al protocollo che prevede allenamenti in solitaria, con guanti e mascherine e con doccia da fare a casa, una persona per macchina e l’obbligo di utilizzare sempre la stessa vettura.

INGHILTERRA – In attesa della presa di posizione di Boris Johnson, a parlare è stato il presidente della Federcalcio inglese, Greg Clarke: “Sarà difficile prevedere folle di tifosi tornare presto alle partite. La realtà è che non sappiamo ancora come andranno le cose. Nel peggiore dei casi, sarebbe necessario una riduzione del bugdet delle squadre per i prossimi 4 anni per compensare un deficit di 340 mln di euro”, il commento di Clarke che sembra considerare poco probabile la ripresa del campionato anche perché i numeri dei contagi in UK sono ancora troppo alti per pensare ad una ripresa come avvenuto in Germania, dove l’emergenza Coronavirus è decisamente meno impattante sul sistema sanitario nazionale.

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