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Una gruppo formidabile guidato dal carisma di Antonio Conte ha portato a uno Scudetto vinto con grande anticipo: che annata per l’Inter!

Quattro giornate di anticipo, 13 punti di vantaggio su Milan, Juventus e Atalanta, tutte a braccetto al secondo posto. Le grandi rivali hanno ceduto il passo a un cammino straordinario, sviluppatosi soprattutto dall’arrivo dell’inverno in poi. L’Inter vince il suo 19esimo Scudetto in un’annata che non era partita benissimo, dopo i soli 12 punti conquistati nelle prime 7 giornate. Da lì i milanesi sono stati impeccabili: 8 vittorie di fila prima della seconda, e ultima, caduta con la Sampdoria, seguita da due pari con Roma e Udinese inframezzati dal grande successo sulla Juve, momento di enorme consapevolezza delle potenzialità della squadra. Il Milan, che ha condotto in testa per 21 giornate, è stato superato e distanziato nettamente dalla marcia impetuosa dei nerazzurri, che si sono spinti fino a 11 vittorie consecutive dall’inizio del girono di ritorno, spezzando un record che durava da trent’anni, culminato con il trionfo di Crotone, il tredicesimo, con due pareggi, su quindici partite totali. È la vittoria di Conte, tornato alla carica dopo i tumulti che avevano segnato l’estate precedente, terminata con il secondo posto in campionato e la sconfitta nella finale di Europa League. Il tecnico non è riuscito neanche quest’anno a superare i gironi di Champions, ma è stato in grado di dare ai suoi quella solidità che mancava, trasformando la sua squadra in una macchina perfetta capace di battere chiunque. Qualche numero che testimonia l’enorme lavoro del tecnico pugliese, perfetto a gestire i suoi uomini anche in un momento delicatissimo come quello della pandemia: 13 vittorie in partite in cui l’Inter ha avuto un possesso palla inferiore al 50%, segno di come la squadra sia stata granitica in difesa e micidiale in contropiede, 51 gol (su 74 totali) segnati nel secondo tempo, 16 punti recuperati da situazione di svantaggio, più di chiunque altro in Serie A, dimostrazione che la squadra ha carattere da vendere, sceglie bene il momento in cui colpire, azzannando la partita nel momento in cui l’avversario è più stanco. In attesa di capire come sarà il suo futuro, Conte sale a quattro Scudetti vinti, facendosi largo tra gli allenatori pluri-campioni nel panorama italiano.

Un gruppo formidabile, dicevamo in apertura. 23 giocatori utilizzati, mai così pochi negli ultimi quindici anni, un numero ristretto, ma fidato, di calciatori, quasi tutti al loro primo importante successo. In porta il capitano Handanovic, sempre presente, festeggia finalmente uno Scudetto atteso da poco meno di un decennio, da quando prese il posto di Julio Cesar. Le sue parate hanno spesso salvato l’Inter, anche se non è stato impeccabile nelle ultime giornate. De Vrij, Skriniar e Bastoni hanno giocato una stagione a livelli mostruosi, difatti è la difesa meno battuta del campionato, con appena 29 gol al passivo. Se per l’olandese è una conferma, un plauso enorme va all’ex Atalanta, appena 22enne, e allo slovacco, riscattatosi alla grande dopo una stagione in cui sembrava avesse chiuso il suo ciclo. Bene anche Ranocchia e D’Ambrosio, positivi quando chiamati in causa, un po’ meno Kolarov, accantonato dopo 7 partite. Le fasce hanno dato un contributo decisivo: dall’esperienza di Young ai gol pesantissimi di Darmian, dal ritrovato Perisic, schierato come esterno a tutta fascia, al devastante Hakimi, 7 gol e altrettanti assist in una stagione da incorniciare. Brozovic è tornato a comandare il centrocampo, Eriksen si è re-inventato con intelligenza da mezzala, Barella ha imparato a gestirsi, recuperando palloni e offrendo un movimento costante in campo. Gagliardini e Vecino hanno svolto con serenità il loro compito, Sensi si è visto poco ma appare sulla via del ritorno, Vidal, complice un infortunio, si è un po’ perso negli ultimi mesi, ma il suo gol alla Juve vale da solo il costo dell’ingaggio. Là davanti la copertina se la prende la Lu-La: Lukaku, 21 gol e 10 assist è stato eccezionale, Lautaro, sempre presente e 15 volte a rete, è cresciuto tantissimo, permettendo all’Inter di avere una delle coppie d’attacco più affiatate e invidiate d’Europa. Sanchez ha dato il suo contributo con 5 marcature, spesso entrando dalla panchina, Pinamonti si è fatto le ossa in un contesto di elite. Citazione finale per il grande lavoro dietro le quinte di Marotta e Antonello, e per il Presidente Steven Zhang, che ha permesso al gruppo Suning di diventare la prima proprietà straniera a vincere il campionato italiano.

Foto: GettyImages

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