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Il futuro del calcio italiano sembra appeso ad un filo: le ultime notizie sembrano rappresentare una spada di Damocle troppo forte per pensare ad una ripartenza

Nella serata di ieri, lunedì 11 maggio, il Comitato tecnico-scientifico si è espresso in maniera favorevole circa la ripresa degli allenamenti di squadra. Un sì ma a determinate condizioni, a tal punto che il nuovo protocollo che sarà convalidato vedrà misure stringenti da seguire alla lettera. Una delle contro-indicazioni, però, riguarda quello che accadrà in caso di nuova positività: Le squadre e i membri degli staff tecnici dovranno rimanere in isolamento per 15 giorni dal momento della ripresa degli allenamenti di gruppo, mentre in caso di nuova positività, il gruppo squadra sarà costretto ad andare in quarantena e ciò porterebbe la fine del campionato.

E a preoccupare è anche la posizione dei medici, sui quali ricadrà la responsabilità legale di quanto accadrà dal 18 maggio in poi: “Abbiamo già allertato i legali della nostra associazione perché facciano le loro osservazioni dopo aver letto i protocolli. Ho già ricevuto molte lettere di colleghi dalla Serie B che minacciano le loro dimissioni in caso non venisse rivista la questione della responsabilità, che diventa una responsabilità penale. I club si devono assumere le loro responsabilità”, ha dichiarato il dottor Castellacci, ex medico della Nazionale ed ora presidente dell’associazione medici del calcio che poi si dimostra preoccupato e spiazzato dal metodo applicato in caso di positivo: “Se si fosse seguito il modello tedesco sarebbe stato più semplice: avremmo messo in isolamento il giocatore contagiato, fatto i tamponi necessari e fatto riprendere gli allenamenti. Qui si pensa alla riapertura del campionato, non escludendo una prossima chiusura”, la chiosa del dottor Castellacci che preme anche per evidenziare che, in caso di ripresa del campionato, la contagiosità rischia di innalzarsi visto che gruppi squadra saranno costretti a viaggiare ed entrare in contatto con altre Regioni e realtà. Insomma, un caos nel mondo del pallone, il cui futuro è sempre avvolto nel mistero. Intanto dal Governo trapela l’indiscrezione che sa di sentenza definitiva: nell’articolo 211, c’è un comma specifico per i procedimenti relativi all’annullamento, prosecuzione e conclusione dei campionati: d’ora in poi ci sarà un solo grado di Giudizio presso il Collegio di Garanzia del CONI, eliminando così i due gradi di giudizio federali che avrebbero rischiato di far saltare anche la prossima stagione. Un assist alla politica per la chiusura della stagione.

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