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La Lega Serie A di pallacanestro sospende l’attività. Il mondo del pallone è diviso a metà: forse dopo le partite di oggi, se ne riparla ad aprile

Lo sport, quello delle stelle, si interroga. Non poteva succedere diversamente, siamo onesti. Il desiderio di dare una parvenza di normalità (ma può davvero essere “normale” giocare in palazzetti o stadi senza pubblico?) fa a pugni con i provvedimenti, sempre più restrittivi ed improntati al divieto, adottati dal presidente del Consiglio dei Ministri. Nel mezzo del fine settimana che doveva, quindi, far ripartire le emozioni della Serie A di calcio e della Serie A di pallacanestro, da più parti si levano inviti a sospendere tutto. Nella giornata di ieri, mentre il presidente federale Petrucci invitava tutti gli addetti ai lavori a «dare un segnale che tutto sta tornando alla normalità», in sala stampa, dopo aver vinto il match di campionato con la Virtus Roma, il coach di Sassari, Gianmarco Pozzecco in sala stampa non ha avuto peli sulla lingua, come suo solito: «C’è un decreto che indica un metro di distanza da una persona all’altra – ha detto con tono decisamente perplesso – in campo chiedo ai miei giocatori di stare attaccati agli avversari. Se c’è un metro tra loro e chi devono marcare io mi arrabbio. Ecco ci sono tante incongruenze, bisognerebbe avere la consapevolezza di andare in una direzione decisi. Va fermato tutto, ma non perché lo dico io, ma perché c’è un decreto che stabilisce le distanze. I giocatori di certo non stanno a un metro di distanza, e poi sudano, tossiscono…». Arriva sera e, pochi minuti dopo l’emanazione del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, la Lega Pallacanestro ha dato seguito alle perplessità espresse da Pozzecco: «In seguito al nuovo decreto diramato dal Governo contenente misure urgenti di contenimento del contagio e conseguente Provvedimento di chiusura in Lombardia e in 14 province, la Lega Basket, in accordo con la Federazione Italiana Pallacanestro e sentite anche le società interessate, ha deciso di sospendere tutte le gare della settima giornata di ritorno in programma domenica 8 marzo». Quindi dopo le vittorie di Sassari su Roma e di Trieste su Pistoia, non si giocheranno Varese-Milano, Virtus Bologna- Reggio Emilia, Pesaro-Treviso, Cantù-Cremona, Brescia-Fortitudo Bologna, Venezia-Brindisi.

Aria di grande contrasto c’è anche nel circuito della Serie A di calcio dove il “tutto vale il contrario di tutto” impera. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, probabilmente sperando che tutto vada per il meglio, provocato sull’argomento, ha affermato che, nel caso un giocatore di Serie A risultasse positivo al Covid-19, si è limitato ad affermare che: «Non possiamo escludere nulla né azzardare ipotesi che non possiamo prevedere». Chi invece non è dietro la scrivania ma è operativo sul campo, vive con poca tranquillità questa situazione. Damiano Tommasi, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, commentando il già citato decreto del 7 marzo non va per il sottile: «Serve altro? Stop football!!!» post che negli ambienti federali non è stato accolto favorevolmente ma che trova sostegno in chi, come Mario Balotelli ad esempio, il quale, come suo solito non ha peli sulla lingua ma che stavolta, sinceramente, non parla a sproposito: «Non scrivetemi cagate come ‘Ma voi siete protetti’, ‘Ma cosa vi cambia giocare o no?’, ‘A porte chiuse non succede niente’, ‘non tirate via l’unico svago del weekend alle persone delle zone rosse!’. Io amo il calcio più di voi, ma giocare vuol dire viaggiare in pullman, treno, aereo, dormire in hotel, entrare in contatto con altre persone al di fuori della tua società lavorativa. Già non vedo i miei figli per questo maledetto Coronavirus perché come sapete vivono in Lombardia, e già è snervante e triste per me. E di sicuro non vorrei mai che in più mia madre, che vedo tutti i giorni e non è una mia coetanea, e per quanto possa amare il calcio (al quale devo tutto) non mi va e tassativamente non voglio attaccarle proprio niente! E perché? Per far divertire qualcun altro? O per non perdere soldi? Ma dai non scherzate. Ripigliatevi, avete rotto adesso. Non si scherza con la salute». L’ultimo, per ora, atto della vicenda, porta ancora la firma di Damiano Tommasi: «Fermare il calcio è l’atto più utile al Paese in questo momento. Le squadre da tifare stanno giocando nei nostri ospedali, nei luoghi d’emergenza». E, guardacaso, la Lega di Serie A ha convocato un’assemblea straordinaria per giovedì della prossima settimana. All’ordine del giorno una nuova ipotesi di calendario: dopo i recuperi di oggi, sospendere il campionato fino al 3 aprile.

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