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Che la terza volta sia quella buona? Il Frosinone quest’anno si è affacciato sulla Serie A per la terza volta nella sua storia, dopo le precedenti esperienze del 2015 e del 2018, concluse entrambi con il rapido ritorno in Serie B.

La terza squadra laziale rappresenta probabilmente la sorpresa più inattesa di questa Serie A, non soltanto per gli ottimi risultati ma anche per come ha completamente ribaltato i pronostici di inizio stagione, che la vedevano come una delle più probabili candidate alla retrocessione, se non addirittura la principale.

Da una promozione trionfale ad un’estate di completa incertezza.

Nonostante la trionfante cavalcata che ha portato alla promozione dal campionato cadetto nella scorsa stagione, la fiducia nella squadra ciociara non era altissima, visti sia i precedenti nella massima serie che l’addio del tecnico autore del salto di categoria, Fabio Grosso, che dopo la festa promozione ha deciso di non rinnovare il contratto con il gialloblù.

Al suo posto è arrivato un allenatore che sembrava aver intrapreso una triste parabola discendente, Eusebio Di Francesco, che dopo aver incantato alla guida del Sassuolo si era incagliato in una difficile gestione della Roma a cui hanno fatto seguito le pessime esperienze tra Sampdoria, Cagliari e Verona.

Tra un tecnico fermo da una stagione e reduce da quattro esoneri consecutivi e un mercato che aveva smantellato quasi totalmente la squadra protagonista della promozione 

Tra i protagonisti della scorsa Serie B infatti quest’anno abbiamo visto in campo solo Giuseppe Caso, Francesco Gelli, Jaime Baez e Luca Garritano, tutti nel ruolo di comprimari o poco più, mentre gli unici titolari di movimento che hanno mantenuto il posto sono stati il capitano Mazzitelli (vecchia conoscenza di Di Francesco ai tempi del Sassuolo, riscattato dal Monza) e il terzino gabonese Anthony Oyono.

Il lavoro di Di Francesco e quel profumo di primo Sassuolo

Forse anche per merito dell’intercessione dello stesso Di Francesco, si è rinnovata la “sinergia” con il Sassuolo che oltre che a confermare il prestito del portiere Turati ha anche ceduto Marchizza e Harroui, a fronte dell’acquisto del regista Boloca.

Dalla Juventus è arrivato in prestito un trio di giocatori che da tempo erano nel giro della prima squadra bianconera senza riuscire però a trovare spazio: Kaio Jorge, Enzo Barrenechea e soprattutto Matias Soulé, che in Ciociaria si sta rivelando un giocatore che potrà tornare utile anche ad Allegri al suo ritorno a Torino.

Sempre nell’ottica di valorizzare giovani di talento che però faticano a trovare spazio, sono arrivati in prestito giovani del Bayern Monaco (Marvin Cuni e Arijon Ibrahimovic) e Real Madrid (Reinier), così come gente cresciuta in squadre importanti come Brescianini (dal Cosenza via Milan) e Okoli (dall’Atalanta dopo stagioni di apprendistato tra SPAL e Cremonese).

Il risultato di questo mercato improntato alla “linea verde” è una squadra ricca di giocatori di talento, giovanissimi o comunque semi-esordienti in Serie A, desiderosi di mettersi in mostra ma anche ben disposti a mettersi a disposizione dell’allenatore, cosa che permette a Di Francesco di effettuare tutte le rotazioni necessarie senza incorrere in musi lunghi e delusioni.

L’impressione è che con il Frosinone Di Francesco sia riuscito a ricreare la “magia” del suo Sassuolo: squadra giovane, ricca di tecnica e che si diverte a giocare all’attacco.

Può anche perdere punti in maniera ingenua talvolta (la clamoroso rimonta subita a Cagliari, da 0-3 a 4-3 con i due gol decisivi presi tra il 94° e il 96°, è lì a dimostrarlo) , ma partita dopo partita i ciociari acquisiscono sempre maggior fiducia nei propri mezzi e i buoni risultati riescono a far assorbire quelli negativi senza strascichi.

Dove può arrivare questo Frosinone?

Probabilmente la fase più difficile della stagione per il Frosinone arriverà nel girone di ritorno: abbiamo già visto squadre iniziare la stagione sull’onda dell’entusiasmo per poi incappare in una spirale negativa nella seconda parte del campionato, talvolta chiudendo addirittura con la retrocessione (pensiamo al Verona di Malesani nel 2002).

Al di là delle seduzioni attuali di una classifica che vede i ciociari sopra la Lazio ed in piena corsa per una qualificazione europea, un’eventuale salvezza sarebbe già un enorme risultato per la squadra laziale.

Il difficile verrebbe eventualmente poi: appare già impossibile che alcuni dei protagonisti di questa stagione non passino a palcoscenici più prestigiosi nella prossima stagione, essendo a Frosinone solo in prestito (il già citato Soulé, ma anche Barrenechea, Okoli, Ibrahimovic e Cuni possono già aspirare a giocare in squadre di livello superiore).

A differenza di altre realtà che si sono consolidate dopo stagioni ad alto livello, come Atalanta e Sassuolo, il Frosinone non può fare affidamento sulla vendita dei cartellini dei suoi gioielli per rafforzarsi durante la finestra di mercato, per cui sarà importante trattare su rinnovi e riscatti ed individuare altri giovani da lanciare per consolidare il proprio status.