Sembra quasi che la retrocessite, più che un brutto male (sportivo, naturalmente) sia una buona – se non ottima – pre-condizione per rimanere ad allenare in Serie A. Ballardini e Colantuono, tra gli altri, hanno indicato la via: Di Francesco ne ha seguito le orme, reinventandosi una carriera sulle macerie lasciate. Non ce ne voglia. Crediamo infatti che l’Eusebio ex allenatore – con grandi risultati – anche di Sassuolo e Roma sia affetto anche da quella parolina con la “s” che non si può pronunciare in ambito giornalistico, perché eccessivamente magico-esoterica, poco seria. Ma noi la diciamo uguale: sfiga.
Entrambe le dimensioni, quella fattuale e quella spirituale, sembrano compenetrare nella figura di Eusebio Di Francesco, che dopo un’altra retrocessione, col Venezia questa volta, ha ottenuto l’ennesima chiamata da un club di Serie A: il Lecce, lasciatogli in eredità da un altro “Maestro” mica male come Marco Giampaolo. Questo, questi, sono fatti. Ma poi c’è lo spirito, che sormonta sulla carne (debole), e la guida nelle sue vie possibili. Corvino, ds del Lecce, è un gran conoscitore di pallone, e dirigente navigato. Se ha scelto Di Francesco è perché ha stima del tecnico, si fida delle sue capacità di allenatore e di valorizzatore – soprattutto – delle risorse attingibili dal vivaio, un luogo dal quale il Lecce – campione d’Italia Primavera due anni fa – può pescare molto bene.
La formazione del Lecce 2025/26
4-3-3 – all. Di Francesco
I nuovi acquisti
Pur se a piccoli passi, qualcosa nel mercato del Lecce già si è mosso. Corvino ha pescato soprattutto dalla Primavera, promuovendo – d’accordo col patron Schicchi Damiani – diversi elementi U20, uno dei quali – per l’enorme qualità tecnica – abbiamo inserito direttamente in formazione: Marco Delle Monache, classe 2005 che vale già 1.5 mln €.
Il Lecce ha però guardato anche al di fuori della Puglia, puntando sulla giovane promessa del Milan – e del calcio italiano – Camarda, 17enne che nella seconda metà della scorsa stagione ha giocato nel Milan Futuro, retrocesso in Serie D al termine degli spareggi con la SPAL. L’attaccante italiano sarà il vice di Krstovic, sul quale ci sono diverse squadre, ma al momento nessuna disposta a sborsare la cifra richiesta dal Lecce (25 milioni di €).
L’altro acquisto, per 1 mln di €, è quello del francese-ivoriano Kouassi, difensore centrale classe 2003, prelevato dallo Stade Lavallois in Ligue 2, dove lo scorso anno ha totalizzato 33 presenze, mettendo anche a segno due reti e un assist.
Oltre al già citato Delle Monache, il Lecce ha promosso dalla sua Primavera anche Kovac, centrale di centrocampo, Gorter, mediano, Winkelmann, ala sinistra, Ubani, terzino destro e Yilmaz (Enes), mezz’ala. Molti di loro finiranno in prestito da qualche parte, ma prima Di Francesco vorrà studiarli da vicino, per vedere chi e come potrà essere utile alla causa.
Quali sogni di mercato, per i salentini?
Al momento il mercato in entrata è fermo. Il Lecce da sempre vende per comprare. In questo senso, tutto cambierebbe con l’uscita di Krstovic, sul quale come detto ci sono diverse squadre.
Corvino segue da vicino, come suo potenziale sostituto, Kevin Carlos del Basilea, 24enne dal valore di 4.5 milioni di €, Liberali del Milan, trequartista di grande talento, 18enne, costo 4 milioni, e Mihaila, che dopo un ottimo avvio si è perso lo scorso anno a Parma, dal valore di 6 milioni di €.
Punti di forza e di debolezza del Lecce
Il punto di forza del Lecce è senza dubbio la qualità del suo centrocampo, dove tra gioventù ed esperienza, connubio ideale, Di Francesco potrà lavorare molto bene. Davanti, le incognite sono parecchie. Karlsson ha salutato, Sansone non c’è più. Banda e Pierotti possono offrire senz’altro un contributo importante, ma molto del peso offensivo dipenderà dalla permanenza di Krstovic e dall’exploit di Delle Monache.
In difesa, il colpo Kouassi dovrebbe garantire maggiore solidità ad un reparto che lo scorso anno – complice anche il brutto infortunio occorso a Gaspar – ha faticato e non poco. In generale il Lecce, dietro, rimane una squadra con grandi lacune tecniche. Molto dipenderà da quanto Di Francesco riuscirà ad entrare nella testa dei suoi ragazzi, convincendoli che ad una buona fase difensiva non corrisponde necessariamente penuria offensiva. I punti di forza, e di debolezza, dei salentini, passano dunque dalla mano del suo allenatore.
