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Non c’è nulla di più deludente, nello sport, del sentirsi scappare un trionfo che si stava pregustando da tempo. Un traguardo vicinissimo che sembrava alla portata, poi però succede qualcosa per cui non si riesce a concludere al meglio la partita.

Molti le chiamano “beffe”, per qualcun altro, invece, è “il bello dello sport”.

Ma quando una grande vittoria viene rubata, però, l’amarezza è ancora maggiore.

E un esempio molto chiaro l’hanno vissuto tutti i tifosi di Valentino Rossi nel 2015, quando il 46 più famoso del mondo purtroppo fu vittima di un complotto –neanche troppo nascosto- che gli costò un titolo mondiale.

Andiamo a ripercorrere l’infausta stagione e gli episodi incriminati.

Il campionato del mondo MotoGP del 2015

Ai nastri di partenza della stagione della MotoGP 2015, Yamaha e Honda presentano due moto velocissime, guidate dai pluricampioni Lorenzo, Rossi, Marquez (campione uscente) e Pedrosa. C’è molta attesa per il team Ducati, completamente a tinte tricolori, composto da Iannone e Dovizioso.

E’ Rossi a prendere il largo in classifica dopo le prime battute: vittoria in Qatar e terzo posto negli USA, poi di nuovo vittoria in Argentina. Quest’ultima, però, arrivata dopo uno scontro con Marquez al penultimo giro; pur essendo un chiaro incidente di gara, è costato allo spagnolo il ritiro.

Con Pedrosa infortunato, l’unico a rispondere a Rossi è Lorenzo, autore di quattro straordinarie vittorie di fila, ovvero Spagna, Francia, Italia e Catalogna. Nel frattempo, altri due “zeri” molto pesanti per Marquez.

Per il campione di Tavullia, invece, la vittoria torna ad Assen, in Olanda, anche qui dopo una spallata con Marquez all’ultima curva: anche qui solo un incidente di gara.

E’ ormai evidente, dopo soli pochi Gran Premi, che il campionato sarà un affare tra i due alfieri Yamaha, Rossi e Lorenzo. Anche perché il “dottore”, in questa stagione, è un mostro di continuità: quando non vince, arriva infatti sempre a podio.

Una vera scossa sembra arrivare alla gara di Misano: nel contesto di una gara condizionata dalle repentine variazioni del meteo, Rossi sbaglia i calcoli per il cambio moto e conclude solo quinto, ma clamorosamente Lorenzo fa peggio cadendo e conquistando uno zero pesantissimo in classifica mondiale, che spinge Valentino a +23 con sole cinque gare in programma. Forbice che si stringe ad Aragon ma si riallarga a Motegi, con Rossi che può gestire 18 punti da difendere nelle ultime tre gare. Marquez è già matematicamente fuori dai giochi.

Servirebbe un cataclisma per sottrarre a Rossi il decimo titolo iridato. Ma dall’Australia il vento comincia a cambiare.

Phillip Island 2015:  i primi sospetti

Il Gran Premio d’Australia, ogni anno, è tra i più spettacolari. Pista velocissima e panorama mozzafiato: e anche quest’anno è così, con le due Yamaha davanti fin dai primi giri, in compagnia di Marquez e del redivivo Iannone, che dimostra di essere all’altezza dei top rider.

I quattro danno un ritmo forsennato alla gara, iniziando un turbinio infinito di sorpassi l’un con l’altro, dando vita ad una delle gare più spettacolari di tutti i tempi. Iannone fa la gara della vita, ma alla fine è Marquez a spuntarla con un ultimo giro assurdamente veloce. Secondo Lorenzo, terzo Iannone e quarto Rossi. In classifica, il divario si assottiglia a +11 con due gare dal termine. Si va in Malesia, ma i ben informati parlano di un Rossi “molto nervoso”.

Malesia 2015: si scoprono le carte

La conferenza stampa pre-gara della Malesia passa immediatamente alla storia, dal momento che Rossi attacca frontalmente Marc Marquez.

A Rossi è stato chiesto se Marquez avesse aiutato Lorenzo nella gara di Phillip Island, col pesarese che ha affermato: “Jorge ha un nuovo fan, Marc, potrebbe aiutarlo a recuperare il gap! In Australia ha rallentato appositamente per far ricompattare il gruppo e a beneficiarne è stato Jorge. Sono rimasto molto deluso dal comportamento di Marc, non me lo aspettavo. A Marc non è andata giù la caduta del GP d’Argentina nè tanto meno l’episodio di Assen, quindi credo che preferisca che il mondiale vada a Lorenzo. In pratica ha pensato “Non lo vinco io il titolo? allora non lo vinci nemmeno te!”

Tra incredulità e tensione palpabile, con Marquez che non commenta, si va in pista, e quel che accade va oltre ogni immaginazione.

Dalla pole parte Pedrosa, che resterà in testa dall’inizio alla fine, ma dietro di lui Marquez, Lorenzo e Rossi battagliano.

Il maiorchino Lorenzo raggiunge al terzo giro Marquez, con quest’ultimo che non risponde all’attacco del conterraneo.  Arriva anche Rossi ad attaccare Marquez, con il cabroncito che stavolta risponde, eccome.

Tra i due iniziano una serie di sorpassi clamorosi, ma il sospetto che ci sia qualcosa che non va è evidente: Rossi più volte, tra un sorpasso e l’altro, si gira verso l’avversario e lo manda ad ampi gesti a quel paese. Ci si accorge subito, infatti, che Marquez sta palesemente ostacolando la rimonta di Rossi, frenando in curva, sorpassandolo e rallentandolo, agevolando così la fuga di Lorenzo, confermando i sospetti emersi in conferenza stampa.

In quattro giri i due si sorpassano qualcosa come quattordici volte, numero chiaramente inverosimile in qualsiasi altra circostanza. Con Lorenzo ormai lontano, Rossi è ormai allo stremo delle energie nervose: all’ultima curva, infatti, va larghissimo spingendo l’avversario sull’esterno della pista, con i due che vanno inevitabilmente a contatto. Marquez cade ed è costretto al ritiro, Rossi termina la gara terzo, ma le polemiche sono solo all’inizio. Lorenzo finisce secondo e il gap in classifica generale si riduce a soli 7 punti.

La commissione gara, nell’occhio del ciclone come non mai, si riunisce a fine giornata e sanziona Valentino con “partenza dall’ultima casella nella gara di Valencia”, che è quasi una sentenza in negativo per il Campionato del Mondo. Per Marquez, clamorosamente, nessuna sanzione dopo una gara palesemente scorretta, pericolosa e antisportiva.

Valencia 2015, la beffa è servita

Succede di tutto nelle due settimane antecedenti l’ultima gara: Rossi ricorre al TAS per far revocare la sanzione, senza successo. L’opinione pubblica italiana è compatta come non mai, accusando gli spagnoli di un “biscotto” clamoroso. E che la commissione gara sia iberica, oltretutto, proprio non aiuta. Non serve essere tifosi del Dottore per accorgersi di quanto imbarazzante sia l’atteggiamento degli spagnoli, che sta peraltro eliminando il residuo spettacolo che solo una lotta testa a testa può riservare. Vi è anche una clamorosa “pressione politica” su tutti gli altri piloti, che sono costretti a chiedersi: “Meglio agevolare Valentino per bilanciare la situazione? O meglio chiudere gli occhi davanti al clamoroso furto che è in corso?”. Davvero poco a che vedere con lo sport e con i suoi sani principi.

In un clima surreale, Lorenzo conquista la pole position, seguito da Marquez e Pedrosa. Rossi parte dalla casella 26, addirittura in nona fila.

Il giorno della gara, in una atmosfera drammatica e con buona parte anche dei tifosi spagnoli sconcertati, Rossi dovrebbe compiere una rimonta che avrebbe del clamoroso.

Lorenzo parte bene e Marquez gli guarda le spalle senza mai attaccarlo, con Pedrosa che inizialmente non riesce a tenere il ritmo dei due battistrada.

Valentino è commovente: dopo un giro ha già recuperato undici posizioni, e a poco a poco continua la sua lenta risalita, ma servirebbe un miracolo là davanti. Iannone, che avrebbe potuto “dare una mano” nelle prime posizioni (sottraendo magari punti a Lorenzo), cade al secondo giro.

La rimonta di Rossi è irresistibile, uno ad uno sorpassa i vari Petrucci, Smith, i fratelli Espargaro, Dovizioso: a 18 giri dal termine è addirittura in quarta posizione, ma il gap con Lorenzo e le due Honda sembra non colmabile.

Servirebbe, per vincere il mondiale, che le Honda passino Lorenzo.

E in effetti, a due giri dal termine, i tifosi italiani ci sperano: Lorenzo soffre un crollo verticale dei propri pneumatici, e rallenta a vista d’occhio. Pedrosa, che aveva accumulato un certo distacco da Lorenzo e Marquez, recupera e si mette a tiro dei primi due, sorpassando clamorosamente il proprio compagno di squadra, che però risponde all’attacco e si rimette alle spalle di Lorenzo, senza superarlo. L’ultimo giro è imbarazzante: un Lorenzo molto lento è chiaramente accompagnato al traguardo da Marquez, che potrebbe sorpassarlo anche in bicicletta, ma non si sogna minimamente di farlo. Il commentatore inglese Matt Birt esclama “Se Marquez si allungasse, potrebbe toccare la ruota posteriore di Lorenzo con la mano“.

Finisce così, con Lorenzo vince gara e mondiale, col biscotto in salsa iberica servito a Valentino Rossi e ai tifosi italiani. Il por fuera, con un’onestà al limite dello sfacciataggine, nel dopogara ammetterà: “Marquez, spagnolo come me, mi ha aiutato facendo sì che il titolo restasse in Spagna“. Più chiaro di così…

Le polemiche, per quel mondiale, dureranno anni (forse anzi non si placheranno mai): ma la sensazione è che, più che Rossi, abbia decisamente perso lo sport.