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Nella Champions League 2025/26, tre club poco abituati alla ribalta europea – Pafos FC, Kairat Almaty e Bodø/Glimt – hanno scritto pagine storiche qualificandosi per la prima volta nella fase finale della nuova Champions. Ognuno ha una storia unica e un “top player” che ne incarna lo spirito e la svolta, che rimarrà senz’altro nei libri della propria storia del club. Analizziamo il passaggio del turno in breve e i protagonisti che hanno fatto sognare le proprie tifoserie.

Pafos FC

Un ricordo destinato a restare impresso nella memoria dei tifosi ciprioti: il Pafos FC ha compiuto un’impresa storica, conquistando per la prima volta l’accesso alla fase a gironi della Champions League. Un sogno diventato realtà in una serata indimenticabile, dove la squadra ha strappato un prezioso 1 a 1 contro la Stella Rossa dopo l’inatteso trionfo per 2 a 1 nella gara d’andata. Lo stadio si è trasformato in un vero e proprio pentolone di emozioni, con i sostenitori in delirio mentre vedevano i loro beniamini, autentici outsider, superare ogni limite e scrivere una pagina che ha scosso l’intero panorama calcistico europeo.

Jajá, l’eroe dell’impossibile

Nel ritorno del preliminare di Champions League, carico di tensione, quando tutto sembrava compromesso dopo l’1 a 0 degli avversari, è entrato in scena Jajá, giovane attaccante brasiliano di 24 anni. Subentrato nel momento più delicato della gara, al minuto 89 ha trovato la zampata decisiva: un tiro preciso, di prima intenzione, che ha trafitto il portiere serbo regalando l’1 a 1 finale e la storica qualificazione alla fase a gironi per il club cipriota. Un goal che ha trasformato una semplice partita in un capitolo a dir poco “Leggendario!” come direbbe Barney Stinson di How I Met your Mother.

Arrivato a Paphos quasi in sordina, senza l’etichetta del fuoriclasse, Jajá ha conquistato tutti con la sua velocità, il fiuto del gol e una determinazione fuori dal comune. La sua rete non è solo il simbolo di un’impresa sportiva, ma l’incarnazione dello spirito del Pafos: una squadra giovane, con mezzi economici limitati, capace però di sfidare e battere club di tradizione come Dinamo Kiev, Maccabi Tel Aviv e, infine, la Stella Rossa. Ora Jajá si prepara a sfidare giganti come la Juventus, consapevole di rappresentare non solo la sua squadra, ma l’intera isola di Cipro, diventata protagonista d’Europa.

Kairat Almaty

Il Kairat Almaty ha conquistato una storica qualificazione alla fase a gironi della Champions League al termine di una sfida intensa contro il Celtic. Dopo due partite estremamente equilibrate, concluse entrambe sullo 0 a 0, la qualificazione si è decisa ai calci di rigore. Dal dischetto, la squadra kazaka ha avuto la meglio imponendosi per 3 a 2, trascinata da una prestazione straordinaria del giovane portiere Anarbekov, protagonista assoluto con tre parate decisive. Grazie al suo intervento nei momenti più delicati, il Kairat ha scritto una pagina indimenticabile della propria storia, centrando per la prima volta l’accesso alla fase a gironi della massima competizione europea.

Anarbekov, il muro tra i pali

Qui il top player, o eroe, non può non essere il giovane portiere Temirlan Anarbekov (21 anni), protagonista di una serie di parate decisive. Con straordinaria freddezza e riflessi fulminei, Anarbekov ha neutralizzato tre tiri dal dischetto, quelli di Idah, McCowan e Maeda, regalando al Kairat una vittoria insperata per 3 a 2. Le sue parate hanno letteralmente spalancato le porte dell’Europa che conta, trasformando una squadra considerata “Cenerentola” in una delle sorprese più affascinanti di questa edizione. La sua giovanissima età rende la sua impresa ancora più significativa: in una serata di enorme pressione, Anarbekov ha dimostrato maturità, sangue freddo e talento, qualità che lo hanno subito reso un idolo per i tifosi kazaki. In un calcio dominato da grandi stelle e budget milionari, la sua prestazione rappresenta la bellezza delle storie imprevedibili: un ragazzo quasi sconosciuto che, con i suoi guantoni, ha scritto la pagina più importante nella storia del Kairat Almaty.

Bodø/Glimt

Il Bodø/Glimt ha scritto una pagina storica per il calcio norvegese conquistando la prima qualificazione ai gironi di Champions League. Dopo aver ipotecato il passaggio del turno con un travolgente 5 a 0 nella gara d’andata contro lo Sturm Graz, la squadra ha potuto affrontare il ritorno con maggiore serenità. Nonostante la sconfitta per 2 a 1 in Austria, il risultato non ha mai realmente messo in discussione la qualificazione, permettendo ai gialloneri di festeggiare una traguardo che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile. La forza del Bodø/Glimt risiede nel gioco di squadra e nella capacità di valorizzare giovani talenti cresciuti all’interno di un progetto tecnico ben definito. Non c’è una sola stella a brillare, ma un gruppo unito che ha saputo sorprendere per organizzazione, intensità e qualità offensiva. Negli ultimi anni il club aveva già fatto parlare di sé in Europa grazie a prestazioni di alto livello (le nostre Roma e Lazio ne sanno qualcosa) in Conference League ed Europa League, ma la qualificazione alla Champions rappresenta un passo in avanti decisivo.

Hauge, una vecchia conoscenza del calcio italiano

Jens Petter Hauge, potrebbe rappresentare benissimo il “top player” o “fantasista” di cui il Bodo avrà bisogno quest’anno! Oggi, a 25 anni, dopo le esperienze sia al Milan (con la cui maglia è raffigurato in foto) che a Francoforte, è diventato un simbolo e un leader di una squadra che ha saputo crescere grazie a lavoro, unità e una mentalità rinnovata. In un’intervista esclusiva, Hauge ha raccontato come il Bodø/Glimt abbia cambiato filosofia: non più obiettivi legati solo ai punti o ai gol, ma attenzione alle prestazioni e alla crescita collettiva. Questa visione ha trasformato il club, portandolo a vincere quattro degli ultimi cinque campionati nazionali e ora a competere in Champions League, dove Hauge rappresenta la continuità tra passato e futuro del calcio norvegese.

In fin dei conti

Le “esordienti” della Champions 2025/26 sono la dimostrazione che il calcio non è solo fatto di poteri economici, ma anche di idee, gioventù e audacia. Il loro viaggio è appena iniziato, ma già ispira: forza, creatività e senso di appartenenza sono le chiavi per scrivere nuovi capitoli nella Champions League.