È stata la trattativa dell’ultimo giorno di mercato che ha scombussolato e caratterizzato le ultime ore: il passaggio di Federico Chiesa alla Juventus ha lasciato strascichi polemici che sono ancora un tasto scoperto in casa Fiorentina
Nel consueto punto della situazione post-mercato, il direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradè non ha potuto non parlare di Federico Chiesa: l’esterno classe ’97 sembrava destinato a rimanere a Firenze ma la volontà del giocatore era quella di andare via, più precisamente alla Juventus e l’affare alla fine si è chiuso sulla base di un prestito biennale (in totale 10 mln di euro) con diritto di riscatto che diventa obbligatorio a determinate condizioni, alcune delle quali molto agevoli, come il fatto che la Juve debba finire tra le prime 4, a tal punto da risultare un prestito con obbligo mascherato. Pradè non ha risparmiato critiche all’ex beniamino della Viola.
“Commisso gli ha dato tanto amore e lo avrebbe tenuto volentieri, ma non c’erano proprio i presupposti per farlo. Per il papà di Chiesa non siamo mai stati una situazione da prendere in considerazione, ma solo un veicolo per arrivare altrove. Abbiamo provato fino alla fine ad offrirgli un prolungamento per restare con noi, non c’è mai stato nemmeno un 5% di possibilità nella sua testa di rimanere”, ha confermato Pradè in conferenza stampa, spiegando come l’affare potenziale da 60 mln sia soddisfacente anche per i toscani: “Sia a livello economico che sportivo per noi è stata un’operazione ottima, 60 milioni in un periodo così sono tanti. É stata una trattativa lunga, doveva rinnovare il contratto (fatto alle stesse condizioni di prima, 1,8 milioni d’ingaggio), dovevamo parlare delle modalità di pagamento ecc. Ma sono felice di esserci tolti il peso di questa telenovela. Si parlava solo di questa situazione e non di campo e della squadra”. Insomma, i presupposti di uno strascico polemico a lungo termine ci sono tutti.