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Primo impegno casalingo per l’Inter in Champions League, contro un avversario ben conosciuto, ovvero il Benfica già affrontato nei quarti di finale della scorsa edizione.

È una sfida anche tra i due campioni del mondo argentini, Lautaro Martinez e Angel Di Maria, che nell’ultimo turno di campionato sono stati fondamentali per il successo delle rispettive squadre: il primo con la storica quaterna da subentrato nel secondo tempo di Salernitana-Inter, il secondo con la rete che ha deciso un caldissimo “O’ Classicodi Portogallo, un Benfica-Porto che ha permesso alle Aquile di scavalcare i rivali al secondo posto, alle spalle dello Sporting.

Inter – Benfica: le info utili

Quando e dove si gioca

Il match tra Inter e Benfica, valido per la 2ª giornata del Gruppo D di Champions League, è in programma martedì 3 ottobre alle ore 21:00 presso lo Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano.

Dove vedere la partita

La partita Inter-Benfica sarà trasmessa su Canale 5 oltre che su Sky Sport Calcio e Sky Sport 253, e in streaming su Sky Go, Now Tv e Infinity.

L’arbitro del match

L’incontro sarà diretto dall’olandese Danny Makkelie, assistito da Hessel Steegstra e Jan de Vries. Quarto ufficiale Allard Lindhout, mentre in cabina VAR siederà Rob Dieperink assistito dallo sloveno Nejc Kajtazovic.

Le probabili formazioni

  • Inter (3-5-2): Sommer; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram. All. Inzaghi

Nelle ultime partite Simone Inzaghi ha dosato le forze di molti suoi giocatori con l’obiettivo di arrivare a questo match con la miglior formazione nelle migliori condizioni.

Gli unici ballottaggi potrebbero essere in difesa, con un Benjamin Pavard che si è comportato molto bene e potrebbe insidiare Matteo Darmian, e con Francesco Acerbi e Stefan de Vrij in lizza per il posto di difensore centrale.

Possibile il rientro in panchina di Juan Cuadrado, mentre restano assenti per infortunio Stefano Sensi e Davide Frattesi, ma il reparto di centrocampo è quello che soffre meno le assenze vista l’abbondanza di rincalzi come Lucien Agoumé e Davy Klaassen

Diverso il discorso in attacco, dove l’assenza di Marko Arnautovic si fa sentire di più in un discorso di rotazioni: l’unica alternativa dietro Lautaro Martinez e Marcus Thuram è il trentaquattrenne Alexis Sanchez, con il Primavera Amadou Sarr in panchina per ogni evenienza.

  • Benfica (4-2-3-1): Trubin; Bah, Morato, Otamendi, Aursnes; Kokçu, Neves; Di Maria, Rafa Silva, David Neres; Musa. All. Schmidt

Quello che arriva martedì a San Siro è un Benfica diverso da quello visto nella scorsa stagione: Roger Schmidt ha perso tra gli altri Vlachodimos, Grimaldo, Gilberto e Gonçalo Ramos, sostituiti da Anatoly Trubin (a lungo obiettivo anche dell’Inter), Juan Bernat, David Jurasek e Arthur Cabral.

L’inserimento di questi nuovi acquisti però non è stato ottimale, e per il momento Schmidt sta ancora puntando sui giocatori in rosa anche l’anno scorso. L’eccezione è rappresentata dal turco Orkun Kukçu, acquistato dal Feyenoord e subito in grado di prendere le chiavi del centrocampo, e dall’immarcescibile Angel Di Maria, il cui immenso talento può anche essere discontinuo ma rappresenta sempre un valore aggiunto.

L’inserimento di Di Maria ha permesso il trasloco di David Neres sulla fascia sinistra e l’arretramento del jolly norvegese Fredrik Aursnes in posizione di terzino sinistro, in attesa dell’ambientamento di Bernat.

Squalificato Antonio Silva, espulso nella sconfitta casalinga contro il Salisburgo, al suo posto gioca il brasiliano Morato a fianco del capitano Nicolas Otamendi. L’unico dubbio di formazione riguarda il possibile utilizzo dal primo minuto dell’ex Joao Mario, che si gioca il posto con Rafa Silva e David Neres.

I precedenti tra Inter e Benfica

  • Incontri totali: 5
  • Vittorie inter: 3
  • Pareggi: 2
  • Vittorie Benfica: 0
  • Gol segnati Inter: 10
  • Gol segnati Benfica: 6

Inter imbattuta contro il Benfica, a partire dalla storica finale di Coppa dei Campioni del 1965 decisa da un gol di Jair nella nebbia di San Siro fino al doppio confronto della scorsa stagione, quando alla vittoria nerazzurra per 0-2 di Lisbona ha fatto seguito un pareggio per 3-3 al Meazza.

Ma per onor di cronaca bisogna dire che nella partita di ritorno, dopo che i nerazzurri si erano portati su un vantaggio di 3-1 (gol di Nicolò Barella, Lautaro Martinez e Joaquin Correa a fronte del provvisorio pareggio di Fredrik Aursnes), la qualificazione era talmente scontata che negli ultimi minuti i gol di Antonio Silva e Petar Musa sono più da ascrivere all’atteggiamento mentale già proiettato alla semifinale dell’Inter che agli effettivi meriti del Benfica.

Statistiche a confronto

Nonostante il buon andamento delle due squadre nei rispettivi campionati (entrambe hanno subito solo una sconfitta vincendo tutte le altre partite), sia Inter che Benfica hanno faticato all’esordio in Champions League.

Un pareggio ottenuto in extremis per i nerazzurri in casa della Real Sociedad, una brutta sconfitta casalinga per 0-2 contro il Red Bull Salisburgo per i portoghesi.

Il Benfica è una squadra che ha una grande qualità (84,8% di passaggi completati e una media di 33,57 azioni da tiro create ogni 90 minuti), ma è anche capace di aggredire gli avversari: nel primo turno, nonostante la sconfitta, è stata la squadra che ha effettuato il maggior numero interruzioni alte di sequenze avversarie: 21. 

Viceversa, l’Inter contro la Real Sociedad ha subito 17 interruzioni alte delle proprie sequenze, meno solo di Salisburgo (21), Copenhagen (20) e Lens (19).

Che partita attendersi

L’Inter si è un po’ più ridimensionata rispetto all’esordio contro la Real Sociedad, quando era reduce dal roboante successo nel derby. Ma paradossalmente la sconfitta di campionato contro il Sassuolo può aver restituito maggior consapevolezza e concentrazione ai nerazzurri.

Il Benfica contro il Salisburgo ha dimostrato di poter capitolare quando aggredita ed è priva di un titolare in difesa come Antonio Silva: la chiave del match risiede con tutta probabilità nella serata che avrà la coppia Lautaro-Thuram e sulla capacità del centrocampo nerazzurro di contrastare un regista come raffinato come Kokçu.

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