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La nona giornata di Serie B ha regalato parecchi spunti per la classifica. La prima sconfitta del Parma, con il Palermo ancora vittorioso e ora a un solo punto (e con una partita in meno). La crescita del Venezia e della Cremonese (che dopo l’arrivo di Stroppa sembra aver trovato il passo giusto). L’ennesimo passo falso della Sampdoria, ora in piena crisi al penultimo posto con il solo Lecco alle sue spalle.

Ma c’è anche un’impetuosa “Onda Calabra” (come direbbe Peppe Voltarelli) a farsi spazio nei piani alti della graduatoria, con Catanzaro e Cosenza (vittoriose rispettivamente contro Sudtirol e Lecco) assolute protagoniste di questo avvio di stagione, ribaltando per certi versi, i pronostici della vigilia. Non è però solo un momento passeggero quello a cui stiamo assistendo, ma il frutto di scelte accurate che hanno riportato in auge le due squadre della Calabria, dopo anni di complicazioni.

Passaggio di testimone

A inizio anni duemila era stata la Reggina, la prima ad affacciarsi nella massima serie, con risultati anche interessanti come il decimo posto nel 2004/2005 e l’incredibile stagione del 2006/2007 dove con Walter Mazzarri in panchina e la coppia gol Bianchi/Amoruso (18 e 17 reti a testa in quell’annata), riuscirono a colmare il gap di 14 punti di penalizzazione inflitti, chiudendo con un dignitosissimo 14° posto in classifica.

Poi il fallimento nel 2015, il ritorno in Serie B di queste ultime stagioni e infine l’esclusione proprio al campionato di quest’anno per un mancato pagamento dei debiti (non senza molte polemiche a seguire).

Ancora più fresco il ricordo del Crotone in Serie A, capace di ottenere una salvezza miracolosa alla sua prima stagione, con la cavalcata finale guidata da Davide Nicola che raccoglie anche “scalpi” eccellenti come le vittorie contro Inter e Lazio. Poi un sali scendi repentino e infine la doppia retrocessione dalla A alla LegaPro.

Nel mentre, sempre in terra calabra il Cosenza affronta i suoi problemi con l’esclusione dai campionati professionistici nel 2011, tornando a costruire le proprie glorie dalla Serie D. Una strada in salita che porta però alla vittoria della Coppa Italia Lega Pro nel 2015, trofeo di non poco conto se si considera che è, ad oggi, l’unico titolo nazionale aggiudicato ad una squadra calabrese.

Una base su cui comunque si fonda la risalita nella cadetteria, una categoria difficile da mantenere per i Lupi, che negli ultimi tre anni hanno ottenuto solo una retrocessione (poi revocata con riammissione per la penalità inflitta al Chievo) e due sfide ai play-out vinte rispettivamente contro Vicenza e Brescia.

Del Catanzaro invece, si ricordano soprattutto i tempi d’oro della Serie A, ottenuta e mantenuta a cavallo degli anni settanta e ottanta (con tanto di settimo posto e semifinale di Coppa Italia). Poi un lunghissimo calvario di serie C2 culminato con il fallimento del 2006 e da allora, la Serie C come terreno di gioco abituale. Fino allo scorso anno, quando ottiene una promozione a suon di record con il miglior punteggio assoluto, maggior numero di gol fatti di squadra e singolo (Iemmello).

Insomma, le calabresi sono tornate.

Il Catanzaro di Vivarini

Che il Catanzaro di Vincenzo Vivarini fosse una sorta di “fuori categoria” nella stagione scorsa di Serie C, lo dimostrano i numeri incredibili portati a casa, con record assoluti per la competizione.

Una promozione storica che arriva a 17 anni di distanza dall’ultima cadetteria dei calabresi, che si sono affacciati alla stagione forti di alcuni elementi imprescindibili e pochi innesti mirati per il salto di qualità.

Una squadra non “giovanissima” nella sua età media, ma che da l’impressione di avere tutti gli uomini al posto giusto. Iemmello conferma la sua vena offensiva (anche se per ora sono solo due le sue marcature, tra cui quella decisiva per la vittoria in casa del Sudtirol nell’ultima giornata), ma è soprattutto il belga Jari Vandeputte ad aver preso in mano le redini del gioco, con prestazioni di altissimo livello condite da tre reti e due assist al momento.

Sembra paradossalmente essere servita anche una debacle come quella subita in casa contro il Parma (0-5 alla fine), che però ha consolidato il gruppo che ha ripreso subito a correre e a segnare (con 15 gol è il secondo miglior attacco del campionato), nonostante l’infortunio di Situm sostituito però egregiamente dal greco Kasteris.

Se aggiungiamo l’esperienza di Alfredo Donnarumma in attacco, di Luca Verna a centrocampo o di una linea difensiva con due trentenni d’assalto come Sconamiglio e Brighenti, ecco che questo quarto posto del Catanzaro (a due soli punti dalla vetta) non sembra più soltanto una meteora passeggere, ma forse l’inizio di una stagione che potrebbe rivelarsi esaltante per le Aquile.

Il Cosenza di Caserta

Molti invece i cambiamenti in casa del Cosenza prima di questa stagione, a cominciare dalla guida tecnica affidata a Fabio Caserta (reduce da un’annata non proprio esaltante con il Benevento). L’obiettivo era ed è piuttosto chiaro: cercare di non finire il campionato con i patemi d’animo di questi ultimi anni.

E per quanto visto fino ad ora, compreso l’ultimo 3-0 rifilato all’ultima della classe (il Lecco), la missione è più che possibile. Non solo per una classifica molto positiva che vede i Lupi al quinto posto in piena zona play-off, ma anche per quanto mostrato in campo, soprattutto in fase offensiva con già 14 reti all’attivo (terza forza del campionato).

Contro il Lecco è toccato a Francesco Forte realizzare i suoi primi due gol di stagione, gli stessi raccolti fin qua anche dai suoi compagni di reparto Tutino, Voca e Mazzocchi (quest’ultimo a quota 3). Grande protagonista ancora una volta Giacomo Calò, che offre altri 2 assist salendo così a quota quattro.

Ma c’è anche lo zampino di un veterano sempre grande protagonista in maglia rosso blu, come Manuel Marras: gol contro il Lecco a cui si aggiungono altri due assist in stagione. Insomma un gruppo coeso, quasi tutto italiano e che ha saputo affrontare al meglio anche alcune assenze importanti (Martino, Zuccon e Florenzi tutti fermi ai box).

Cosa aspettarsi ora?

Dopo questa nona giornata, le due squadre calabresi sono ben oltre la linea dei rispettivi obiettivi stagionali, tanto che sono ormai in molti a chiedersi se non spostare l’asticella un po’ più in alto.

Le tre vittorie in quattro giornate (tra cui quella pesantissima al Barbera contro i Palermo), hanno dato sicuramente fiducia agli uomini di Fabio Caserta, che però rimarca spesso come si debba pensare (per ora) solo ed esclusivamente a ottenere una salvezza quanto più tranquilla possibile.

Idea condivisibile se guardiamo la classifica e vediamo come, alle loro spalle, siano molte le formazioni che, viceversa, sono partite con il freno a mano tirato, anche (se non soprattutto) nella zona bassa.

Per il Catanzaro, invece, nulla vieta ora di poter pensare con maggiore ottimismo al resto del campionato, con la prossima partita (in casa contro il FeralpiSalò) che potrebbe dare ulteriore spinta alle Aquile per rivoluzionare il traguardo stagionale.

Play-off possibili, a patto che i giallo rossi continuino a giocare in questa maniera (magari migliorando un po’ la fase difensiva, che ha già subito 13 reti, ovvero la seconda peggiore al momento) e che da dietro le squadre sulla carta più blasonate, non riescano a ingranare al meglio (cosa che non hanno fatto fin qua).

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