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Che non sia una stagione particolarmente felice per De Laurentis, lo conferma non solo un Napoli in grande difficoltà dopo le gioie del terzo scudetto, ma anche la squadra di Bari (di cui la famiglia è proprietaria) che dopo la sconfitta casalinga contro la Reggiana si è trovata nel pieno della contestazione per un’annata che non sta decisamente andando come le previsioni volevano.

La giornata di Serie B: quinta sconfitta contro la Reggiana

In una giornata che ha visto diversi risultati a sorpresa, dalla sconfitta della capolista Parma nel derby contro il Modena, fino alla debacle del Como in casa contro l’Ascoli, a fare le spese di una crisi sfociata in un’accesa contestazione, è stato soprattutto il Bari di Pasquale Marino.

Al San Nicola è di scena una Reggiana che Nesta è riuscito finalmente a sbloccare e che arriva da quattro risultati utili consecutivi, pur con due punti in meno in classifica rispetto ai pugliesi.

Il Bari dal canto suo sta vivendo una stagione quanto mai travagliata, e malgrado anche i bianco rossi arrivino da quattro partite senza sconfitte, la sola vittoria in casa contro la Ternana nel frangente non basta a dare credito a una squadra in grande difficoltà.

E lo si vede subito, quando prima della mezz’ora sono proprio gli emiliani a passare in vantaggio con un gol di Fiamozzi, che piega definitivamente le gambe e il morale dei padroni di casa. I mugugni sulle tribune diventano poi fischi sonanti poco prima della fine, con il raddoppio degli ospiti con Bianco e una reazione che si limita alla rete annullata a Nasti qualche minuto dopo.

La contestazione dei tifosi

Partita persa, la quinta di quest’anno, che ha portato però solo altrettante vittorie e ben 12 pareggi e via a una contestazione pesante contro squadra e soprattutto società, costrette a lungo dentro lo stadio fino al (per ora) risolutivo colloquio tra tifosi e la parte tecnica (Polito, DS dei pugliesi, e l’allenatore Marino).

Sul banco degli imputati c’è ovviamente una squadra che non è mai riuscita a esprimersi al meglio per tutta la stagione, tanto che è lo stesso Ciro Polito a scusarsi con i tifosi garantendo il massimo impegno da parte di tutti.

Un “mea culpa” che certo ha placato gli animi, ma non ha risolto gli evidenti problemi tecnici di una squadra costruita male fin dal principio. Proprio per questo gran parte delle polemiche sono dirette palesemente all’indirizzo della proprietà De Laurentis, rea secondo molti di aver messo i baresi in secondo piano tanto da smantellare di fatto una squadra che solo un anno fa era stata a un passo dalla promozione nella massima serie (Bari terzo nella regular season e poi sconfitto dal Cagliari nella finale playoff per la promozione).

Gli errori tecnici: un mercato irrisolto

Sono andati via Cheddira e Caprile (non a caso entrambi in direzione Napoli e poi altrove via prestito), ma si è concluso il rapporto anche con una serie di giocatore di grande esperienza come Antenucci, Galano e Mazzotta.

Insomma una squadra completamente da riformare che è rimasta invece perennemente incompiuta, complice un mercato deficitario e alcune scelte sfortunate come possono essere state quelle di Davide Diaw (perennemente infortunato con appena due reti all’attivo) o Jeremy Menez (appena 90 minuti in stagione dopo la rottura del crociato).

Non è un caso quindi che, proprio in quel reparto offensivo, si stia cercando di correre ai ripari in questo mercato invernale. Già in campo il neo arrivato dal Verona Yayah Kallon (tre presenze con due assist all’attivo), così come George Puscas, arrivato dal Genoa ma ancora apparso non in grande condizione in questi primi due scampoli di partita.

La classifica al bivio

Nonostante i tanti problemi tecnici e di risultati, la classifica del Bari per quanto deficitaria rispetto alle attese, potrebbe avere ancora tanto da dire.

I galletti sono la squadra che ha ottenuto più pareggi di tutte (ben 12 in stagione), ma anche quella che ha ottenuto meno sconfitte dopo il Parma (5, come Cremonese, Venezia e Como che sono nei primi quattro posti) e con meno vittorie solo dello Spezia (5 per il Bari, 4 per i liguri).

Una posizione particolare insomma, così come quella che riguarda la distanza dalle zone utili: sono 4 i punti di distacco dall’ottavo posto valido per l’ingresso nei playoff (obiettivo minimo di stagione a questo punto) ma 4 anche quelli che li separano dal 16° posto che vorrebbe dire playout salvezza (fallimento totale rispetto alle ambizioni).

Un crocevia vero e proprio a questo punto del campionato, con sedici partite ancora da giocare tra cui il prossimo trittico, letteralmente decisivo: la complicatissima trasferta a Palermo e poi due di fila in casa proprio contro le ultime due della graduatoria, Feralpisalò e Lecco.

Da qui a metà febbraio insomma, tutto potrebbe cambiare, nel bene o nel male a seconda dei risultati. In un campionato che, come stiamo vedendo giornata dopo giornata, si presenta quanto mai incerto e ricco di settimanali rivoluzioni di valori.

Per il Bari, intanto, c’è da mettere da parte queste polemiche e puntare tutto sul lavoro di Marino (sempre che sia lui a condurre il timone fino alla fine), che dovrà essere bravo adesso non solo a rimettere la barra a dritta chiudendo fuori dallo spogliatoio le contestazioni, ma anche a integrare al meglio i nuovi innesti del mercato e valorizzare i tanti valori della rosa, a cominciare da Ahmad Benali, uno dei pochi a salvarsi nell’ultima sfida contro la Reggiana e probabile faro a cui affidare le chiavi del gioco anche nella prossima uscita in Sicilia.