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Valencia blindata per il corona virus in vista del match di Champions con l’Atalanta, tutto normale a Siviglia dove è attesa la Roma

Tutta questione di interpretazione… Vien da pensare così, se si entra nel merito delle decisioni assunte dai quattro club spagnoli di calcio che nei prossimi giorni dovranno affrontare squadre italiane nei match validi per la Champions League e per l’Europa League. Prima ad entrare in territorio iberico sarà l’Atalanta che nella giornata di domani, martedì 10 marzo, giocherà al “Mestalla” di Valencia il retour match degli Ottavi di Champions che arriva dopo il clamoroso 4-1 inflitto dai bergamaschi di mister Gasperini nella partita di andata giocata allo stadio “Meazza” di Milano. Ilicic e compagni troveranno una città blindata, che si chiuderà a riccio solo in occasione dell’arrivo della compagine italiana. Già cancellati tutti gli appuntamenti del tradizionale cerimoniale europeo (interviste e conferenza stampa), c’è anche la certezza che la partita si giocherà a porte chiuse, decisione peraltro maturata in tempi non sospetti se è vero, come è vero, che l’Atalanta, sul suo sito ufficiale, ha dato disposizioni in merito al rimborso dei biglietti ai propri tifosi. Che il “Mestalla” resti vuoto è una situazione poco gradita alla squadra di casa, consapevole dell’importanza di avere il sostegno del proprio focoso pubblico nel difficile tentativo di rimonta. Il capitano del Valencia, Dani Parejo, in un post sulla sua pagina Instagram non le ha mandate a dire: «Non sono un esperto – scrive tra l’altro – ma per puro buonsenso non capisco come posso passeggiare per Valencia con migliaia di persone per strada che festeggiano le Fallas che piacciono tanto a me e alla mia famiglia, come posso andare a prendere un familiare in aeroporto dove arrivano centinaia di voli da tutto il mondo, come posso vedere in tv eventi sportivi, di solidarietà e o culturali dove migliaia di fan si riuniscono. Tuttavia noi, il Valencia, non possiamo giocare davanti al nostro pubblico la partita più importante della stagione. Non ha senso. Se è pericolosa la partita contro l’Atalanta, lo sono molto di più le grandi agglomerazioni che si vivono in questi giorni nelle vie per diversi motivi. Se è pericoloso che la gente si riunisca al Mestalla allora lo è anche al Parco dei Principi, ad Anfield, alla Red Bull Arena, all’Etihad, al Camp Nou, all’Allianz di Torino e in quello di Monaco di Baviera. Ogni volta che scendiamo in campo diamo la pelle per il nostro simbolo e ora non staremo a guardare mentre altri lo calpestano».

L’opinione del numero 10 del Valencia fa un po’ da assist a quello che accadrà solo 48 ore più tardi a Siviglia, dove arriverà la Roma per la partita di andata degli Ottavi di Europa League. Accadrà tutto come se niente fosse, come disposto dal Ministro della salute spagnolo, Salvador Illa che non ha previsto alcuna limitazione ed alcun divieto in quanto Roma non fa parte della temutissima “zona Rossa”. Sarà quindi libera la circolazione dei tifosi che poi siederanno senza problemi sulle tribune dello Stadio Ramón Sánchez Pizjuán per assistere alla sfida europea. All’appello manca poi la sfida tra Barcellona e Napoli che si giocherà al Nou Camp la prossima settimana. Sino ad oggi, la partita del 18 marzo dovrebbe disputarsi nella totale normalità, perché lo stesso Illa ha, a più riprese, ribadito lo stesso concetto con cui ha spiegato perché a Siviglia si giocherà a porte aperte: Napoli non è zona a rischio e, quindi, si prosegue come previsto. Sul fronte opposto c’è però la Generalitat de Catalunya, ovvero l’organo amministrativo e istituzionale del governo catalano, che ha già chiaramente fatto intendere le sue intenzioni nel fine settimana, quando ha rinviato ad altra data la disputa della Maratona di Barcellona. C’è quindi la possibilità che i governanti non consentano lo sbarco a Barcellona dei tifosi italiani causando, di fatto, la disputa a porte chiuse della partita. Ad oggi è solo un’eventualità. L’emergenza da Covid-19 insegna però che nel giro di una settimana può succedere tutto ed anche il suo contrario.

L’Uefa stessa ha dimostrato una inattesa elasticità nell’affrontare la delicata situazione. Contrariamente alle rigide disposizioni in materia, ha permesso al Getafe, atteso dall’Inter per la partita di andata degli Ottavi di Champions League, di posticipare la partenza per l’Italia. Gli spagnoli non arriveranno quindi il giorno prima come previsto dal regolamento Uefa, ma saranno a Milano giovedì mattina e partiranno per la Spagna subito dopo la disputa della partita. Una manciata di ore in tutto. Ma c’è di più: la parte del cerimoniale spettante al Getafe (interviste e conferenza stampa) verrà svolta direttamente in Spagna prima della partenza, altra deroga concessa dall’Uefa. Inutile aggiungere, che la partita di ritorno del 19 marzo, a Getafe, si giocherà rigorosamente a porte chiuse.

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