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Nella tarda serata di ieri, è arrivata la conferma: la Serie A e la FIGC hanno inviato il nuovo protocollo al Ministero dello Sport che ora dovrà dare un responso. Ma è polemica per le parole di Spadafora

Il calcio inizia ad andare di corsa verso la ripartenza, almeno per quanto riguarda Serie A e probabilmente anche la Serie B. Al momento, la data della possibile ripresa è fissata per il 13 giugno ma, stando a quanto trapela negli ultimi giorni, non si può ad oggi escludere uno slittamento al 20, anche perché nel Dpcm attuale e tuttora vigente sono vietati gli eventi sportivi fino al 14 giugno prossimo. “Giovedì prossimo decideremo insieme se e quando riprendere: le date sono il 13 o il 20 giugno”, ha confermato Spadafora.

Il Ministro dello Sport ha confermato come giovedì 28 sarà il giorno decisivo per conoscere il futuro del calcio italiano: ma prima, c’è un altro appuntamento molto importante ed è fissato per domani, quando ci sarà un Consiglio di Lega durante il quale i club di Serie A tratteranno il delicato tema dei diritti TV. I broadcaster non sono intenzionati a pagare in anticipo l’ultima tranche (oltre 230 mln di euro) anche perché il campionato ad oggi è bloccato, mentre i club, molti dei quali con i conti in rosso, necessitano di quei soldi per riuscire a respirare almeno fino al termine della stagione sportiva. E intanto lo stesso Spadafora ha aperto alla possibilità che le partite vengano trasmesse in chiaro, sebbene al momento non sia legalmente possibile: “Dovremmo assolutamente pensarci visto che lo fanno anche in Germania. L’obiettivo è evitare assembramenti in luoghi pubblici e bar. Sono disponibile a mettere nello stesso provvedimento per la riapertura del campionato anche le norme per arrivare ad avere il rispetto verso tifosi e appassionati anche in Italia”, ha spiegato Spadafora che però si scontra con la realtà anche perché emittenti e club non sono favorevoli: in attesa di capire il calendario, è possibile che non tutte le gare vengano trasmesse in chiaro visto che Dazn solitamente ha 3 partite su 10 (il match delle 12.30 e una delle 15.00 oltre all’anticipo del sabato) mentre Sky ha un peso maggiore ma non tale da poter diventare monopolio. Intanto le parole di Malagò spaventano il mondo del calcio: “Si parte il 13 o il 20 giugno? Non è così scontato che tutto vada bene. La partita è aperta, per questo serve un piano B”, il commento del numero 1 del CONI.

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