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Quando si pesca il Bayern Monaco ai sorteggi, in linea di massima, non si sorride mai. Ma Enrico Lotito ha commentato l’urna di Nyon in modo decisamente più tetro: «il Bayern è il peggior avversario possibile da incontrare agli ottavi». È vero che la Lazio non ha pescato né il City né il Real Madrid – le altre due corazzate di questa Champions –, ma non ci sentiamo di smentire le dichiarazioni del figlio del presidente Lotito.

Il Bayern Monaco è una di quelle squadre precedute dal proprio nome, la cui storia va ben al di là del momento presente eppure continuamente rinfrancate, nel presente, da quel nome e da quella storia. Nei momenti di difficoltà, chiamarsi Bayern Monaco significa già risolvere una miriade di problemi. Quelli che ha invece la Lazio di Sarri, chiamata a risolverli nel giro di due mesi – non facile – se non vuole rischiare la figuraccia (comunque dietro l’angolo).

Le date del doppio confronto

  • Lazio vs Bayern Monaco (andata): mercoledì 14 febbraio ore 21:00, Stadio Olimpico di Roma;
    • Bayern Monaco vs Lazio (ritorno): martedì 5 marzo ore 21:00, Allianz Arena di Monaco.

Come gioca il Bayern Monaco di Tuchel

Quando Tuchel è subentrato a Nagelsmann, il sereno è subito tornato in casa in Bayern, come per magia. Il motivo è semplice: l’ex allenatore del Chelsea – campione d’Europa nel 2021, dopo aver battuto il Manchester City di Guardiola – è sì un allenatore moderno (dal punto di vista tattico) ma non è un integralista (come Nagelsmann, appunto). Non è uno a cui piacciono i riflettori, anzi. Alle rivoluzioni Tuchel ha sempre preferito le evoluzioni. Del modulo? Diciamo degli schemi, ché il suo Bayern è una squadra in grado di giocare più stili di gioco nel corso della stessa partita, e forse è questo il suo vero punto di forza – al di là naturalmente del talento dei singoli, di un’altra categoria rispetto a quello di cui dispone Maurizio Sarri.

Nominato miglior allenatore d’Europa nel 2021, Tuchel conosce benissimo la tradizione del calcio tedesco, avendo allenato il Mainz (2009-2014) e il Dortmund (2015-2017). Come gioca il suo Bayern Monaco, nello specifico?

Lo schieramento di base del Bayern Monaco di Tuchel è un 4-2-3-1 molto duttile, che in fase di non possesso si trasforma in un 4-1-3/1-1 e alle volte in un 4-2-2-1/1 – dipende anche dai momenti della partita, dall’intensità con cui attacca l’avversario, etc. – e in fase di possesso muta in un affascinante 2-3-2-3.

La grande qualità tecnica dei due centrali – Kim e de Ligt, ma anche Upamecano – abbinata ad una velocità e un dinamismo unici degli stessi, permette alla squadra di Tuchel di non temere l’avanzamento dei due esterni sulla linea delle due punte – in realtà, più un trequarti come Musiala, o Muller, e la punta vera e propria che è Harry Kane, quest’anno. A livello di gioco il Bayern ha sempre impressionato per qualità del fraseggio, spavalderia offensiva e capacità di saper soffrire dietro. Gli mancava un attaccante forte (dai tempi di Lewandowski) e l’ha preso.

Gli esterni Gnabry, Coman e Sane sono tutti egualmente forti, rapidissimi nello stresso ma bravi anche nel lungo. Marusic e Lazzari, o Hysaj e Pellegrini, avranno un bel da farsi per non subire costanti umiliazioni sulle fasce, ma fondamentale sarà anche il lavoro delle due mezzali biancocelesti in aiuto ai difensori. Il gioiello del Bayern Monaco rimane Musiala, ma Muller e Goretzka sono le certezze da cui Tuchel difficilmente prescinde. Il vero faro di questa squadra rimane però Joshua Kimmich, giocatore totale ed equilibratore nelle due fasi di possesso/non-possesso del Bayern Monaco. In porta, infine, è tornato Manuel Neuer dopo una lunga degenza. Ci sarà lui a difendere i pali della porta dei bavaresi all’Olimpico.

Lo stato di forma dei bavaresi

Il Bayern Monaco non è partito come la piazza sperava – e si aspettava – in questo avvio di stagione. I bavaresi si trovano al momento al secondo posto in Bundesliga con 35 punti in classifica, a -4 dal sorprendente Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. Su questo scenario pesa, indelebile, la macchia del 5-1 subito a inizio dicembre sul campo dell’Eintracht Frankfurt, quando i bavaresi hanno completamente spento la luce, ma anche la disfatta in DFB Pokal contro il Saarbrucken, squadra di terza serie tedesca capace di eliminare la corazzata bavarese.

In Champions tuttavia il Bayern sembra avere un’altra faccia. Pensate che i bavaresi non perdono una partita nella fase a gironi da 40 partite (sic!), ultima sconfitta il 27 settembre 2017 contro il PSG (3-0).

Il Bayern ha dominato il gruppo A: 16 punti totali (5V, 1N) tra Manchester United, Galatasaray e Copenaghen, 12 gol fatti e 6 subiti. Dei 12 gol fatti, 4 li ha segnati Harry Kane, che ha messo a segno anche 3 assist in Champions. In Bundesliga, l’inglese è a 20 gol dopo 14 partite: un avvio di stagione da urlo, per l’Uragano. Il centravanti dei Tre Leoni ex colonna del Tottenham è il miglior bomber del continente tra tutte le competizioni, con ben 25 gol segnati al suo primo anno al Bayern.

Dove la Lazio può far male al Bayern

A qualcosa i tifosi biancocelesti devono potersi aggrappare. Diciamo, intanto, che la situazione attuale del campionato del Bayern potrebbe prolungarsi almeno fino al tramonto di gennaio, quando saremo all’alba del doppio confronto di Champions agli ottavi. Ciò significa che, rispetto agli altri anni, rispetto ad esempio al doppio-confronto del 2021 quando la Lazio venne sconfitta 1-4 all’Olimpico e 2-1 all’Allianz – quel Bayern sarà poi campione d’Europa –, i bavaresi avranno per la testa un altro problema oltre alla Champions, il campionato appunto. Anche perché il Bayern è già uscito dalla DFB Pokal, ed è chiamato a vincere il Meisterschale.

Nei precedenti contro le squadre italiane, tuttavia, il Bayern è quasi imbattibile. Nelle ultime dodici partite, i bavaresi hanno vinto 10 partite pareggiandone 2 contro squadre del nostro Paese. Negli ultimi 11 incontri, hanno sempre segnato almeno un gol.

A cosa dovrà aggrapparsi quindi la Lazio? Al fattore Olimpico, come hanno ricordato anche i dirigenti del Bayern dopo l’estrazione dell’urna di Nyon, assente – quel fattore – nella sfida di due anni fa. Ma anche all’aspetto un po’ lunatico del Bayern, squadra che quest’anno come detto è già caduta in modo sorprendente. Certo, non in Champions, dove come abbiamo detto appare come una corazzata imbattile. La Lazio ha comunque il dovere di crederci puntando su tre fattori, fin qui assenti in stagione: spirito di gruppo (che si è visto solo nelle sfide di Champions, forse non a caso), fluidità di manovra e luminosità di alcuni singoli (Zaccagni e Luis Alberto su tutti).