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All’andata, non ci fu storia. L’Atalanta di Gian Piero Gasperini asfaltò il Napoli di Antonio Conte col punteggio, nettissimo, di 0-3. Una partita che per alcuni versi ricordava la finale di Europa League giocata nello stesso anno, con un’Atalanta vincente con lo stesso punteggio contro un avversario che, almeno sulla carta, partiva coi favori del pronostico.

Questa sembra essere stata la forza dell’Atalanta in Europa lo scorso anno, e questa sembra essere la forza della Dea in Italia quest’anno: giocare a fari spenti, come si dice in gergo, per puntare alle stelle. Eppure, almeno nelle ultime uscite, sembra che i nerazzurri abbiano sofferto problemi di pressione: tre pareggi nelle ultime tre (Lazio, Udinese, Juventus) e una produzione offensiva che ricorda solo lontanamente i fasti di inizio stagione. Il Napoli, al contrario, dopo quella sconfitta e dopo aver passato indenne l’altro ko stagionale contro una grande (0-1 al Maradona contro la Lazio di Baroni), ha ripreso a correre e la partita dell’andata è ormai un antico ricordo.

O questo, perlomeno, si augurano i tifosi partenopei, alla prima senza Kvaratskhelia (in squadra).

Questione di cabala

Corsi e ricorsi storici sembrano indicare Atalanta v Napoli come una di quelle partite rette dai fili del destino. D’accordo, la Dea ha vinto 0-3 all’andata replicando lo 0-3 della scorsa stagione, ma in casa ha perso le ultime tre partite di Serie A contro i partenopei. Parliamo della striscia negativa aperta più lunga in casa contro una singola avversaria per i bergamaschi nella competizione, un trend che andrà evidentemente ribaltato per non salutare anticipatamente i sogni scudetto – che vedono l’Atalanta al momento a -4 dal Napoli primo.

  • Dove si gioca: Bergamo, Gewiss Stadium
  • Quando? Sabato 18 gennaio, alle ore 20:45
  • Dove vederla in TV: Dazn e Sky Sport (anche in streaming su NOW)

Nonostante i mugugni delle scorse tre uscite, l’Atalanta è rimasta imbattuta nelle ultime 15 partite di campionato (11V, 4N; solo tra gennaio e luglio 2020 i bergamaschi hanno collezionato più gare di fila senza sconfitte (17 in quel caso: 13V, 4N). Abbiamo parlato in apertura di un arresto considerevole dell’Atalanta per quanto riguarda la produzione offensiva nelle ultime uscite (2 gol nelle ultime 4 considerando anche la Supercoppa). Eppure, l’Atalanta ha segnato in tutte le ultime 25 partite casalinghe di Serie A (63 reti, 2.5 di media a incontro), già striscia record per i bergamaschi nella competizione; solamente l’Inter (32) ha una serie aperta di gare interne in gol più lunga. Attenzione però al Napoli, che ha vinto le ultime cinque partite di Serie A, le tre più recenti senza subire gol; sotto la guida di Antonio Conte i partenopei non sono mai andati né oltre i tre clean sheet di fila, né oltre i cinque successi consecutivi.

Duello tra punte titaniche

Magari il titolo del paragrafo vi sembrerà esagerato, ma i dati parlano chiaramente: senza Retegui e Lukaku, lì davanti, Atalanta e Napoli sono due squadre completamente diverse.

L’italo-argentino, assente nelle ultime tre uscite dei bergamaschi prima di rientrare nel recupero contro la Juventus due giorni fa, ha segnato ha segnato 20 gol in Serie A da quando è sbarcato al Genoa due stagioni fa: cioè più di ogni altro giocatore di nazionalità sportiva italiana dal suo esordio nella competizione la scorsa stagione. In particolare, Retegui ha realizzato 13 gol in 18 presenze in questo campionato, compreso il colpo di testa contro la Juventus che ha fermato il punteggio sull’1-1 finale.  L’ultimo italiano dell’Atalanta a fare meglio in una singola stagione è stato Cristiano Doni nel 2001/02 (16 reti).

Criticato, per alcuni sopravvalutato in generale, fischiato persino dal suo stesso pubblico, ma Lukaku sta conducendo allo Scudetto il suo Napoli. Nelle ultime due partite di campionato l’ex attaccante della Roma ha segnato un gol (contro la Fiorentina) e fornito due assist (uno contro la Viola e uno contro l’Hellas Verona); solo una volta il belga è arrivato a tre gare di fila con almeno un passaggio vincente in Serie A, tra febbraio e marzo 2021 con l’Inter, quando raggiunse il suo record di quattro. In panchina, per quell’Inter, c’era proprio Antonio Conte.